La dura lettera contro l'inserimento del ciclocross (e non solo) ai Giochi invernali: "Risulteremmo indeboliti"

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Giacomo Podetti

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La dura lettera contro l'inserimento del ciclocross (e non solo) ai Giochi invernali: "Risulteremmo indeboliti"

Le sette federazioni che compongono il quadro delle discipline invernali si sono rivolte al CIO con un comunicato congiunto per preservare la tradizione: per ciclocross e corsa campestre, infatti, le possibilità di entrare nel programma dei Giochi dal 2030 sono concrete.

Una dura lettera per difendere un’identità, quella dei Giochi Olimpici Invernali che rivivremo tra poco meno di tre mesi, con l’evento di Milano Cortina 2026.

E’ quanto emerso quest’oggi, con la nota congiunta delle federazioni che raggruppano tutte le discipline di neve e ghiaccio per impedire, almeno questa è la richiesta al CIO, l’ingresso di ciclocross e corsa campestre nel programma dei Giochi invernali sin dal 2030, quando le Alpi francesi raccoglieranno l’eredità della rassegna a cinque cerchi nel nostro paese.

In particolare il ciclocross “vede” il traguardo molto vicino, con tanto di individuazione del luogo che ospiterebbe le gare, l’iconica montagna de La Planche des Belles Filles (divenuta celebre dal 2012 con vari arrivi del Tour de Frsnce), come abbiamo raccontato anche nei mesi scorsi su NEVEITALIA (QUI l’articolo dedicato, ndr).

Gli esperimenti, per la disciplina dominata negli ultimi anni da un campionissimo anche del ciclismo su strada come Mathieu Van der Poel, ci sono stati in occasione delle tappe di Coppa del Mondo organizzate sulla neve di Vermiglio, evento poi sostituito dalla Sardegna. Il neo presidente del Comitato Olimpico Internazionale, l’ex nuotatrice Kirsty Coventry, spinge per questa commistione tra discipline, coinvolgendo anche la corsa campestre che è un’altra realtà che ha una stagionalità che l’ha sempre esclusa dai Giochi estivi.

Dalla FIS per sci e snowboard all’ISU, ovvero la federazione del pattinaggio, passando per l’IIHF (hockey su ghiaccio) e rimanendo sul ghiaccio a IBSF (bob e skeleton) e FIL (per lo slittino), sino all’IBU per il biathlon e la World Curling Federation, ecco il comunicato che chiede al CIO di mantenere lo status quo. “Il marchio, la tradizione e l’identità dei Giochi invernali saranno indeboliti se gli sport estivi verranno aggiunti al programma olimpico – si legge nella nota congiunta – L’innovazione deve concentrarsi sullo sviluppo degli sport invernali esistenti”, hanno sottolineato le federazioni, rappresentate nell’AIOWF (l’associazione che riunisce appunto le sette realtà) dal presidente Ivo Ferriani, che è anche il numero 1 dell’IBSF e membro CIO.

Dall’altra parte, l’Unione Ciclistica Internazionale e World Athletics spingono per la doppia novità e il Comitato Olimpico Internazionale ha ripetutamente espresso parere favorevole all’inserimento di ciclocross e corsa campestre nel programma a cinque cerchi sin dall’edizione 2030, adattando il regolamento olimpico invernale, visto che attualmente sono consentite solo le discipline praticate su neve o ghiaccio. Il ciclocross, però, ha avuto i suoi test event a Vermiglio proprio in quelle condizioni.

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