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Freeride: le cose da sapere per garantire la tua sicurezza in fuoripista

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Freeride: le cose da sapere per garantire la tua sicurezza in fuoripista

Lo sci e lo snowboard fuori pista presentano alcuni rischi non sottovalutabili e mai del tutto azzerabili: il modo migliore per affrontare la montagna e la neve in sicurezza, dopo aver consultato meteo e bollettini neve redatti in tutte le regioni, è uscire sempre con la giusta attrezzatura, e sopratutto essere in grado di utilizzarla. 

Oggigiorno sci freeride e scialpinismo stanno diventando discipline sempre più praticate e aumentano le fila degli appassionati che si avventurano sulle montagne alla ricerca di ambienti immacolati e polvere sempre fresca. Ma non è tutto oro quel che luccica, all’ordine del giorno riceviamo notizie di gruppi di sciatori o escursionisti dispersi in montagna, sorpresi dalle valanghe o coinvolti in incidenti in alta quota.

Informati sui corsi che si tengono regolarmente nelle principali località sciistiche italiane e non avventurarti mai in tracciati e luoghi senza le necessaria attrezzatura e competenza. Inoltre non esitare a rivolgerti ad una guida alpina, professionisti della montagna in grado di trasmettere le conoscenze necessarie e accompagnare in questi ambienti in tutta sicurezza.

Per capirci qualcosa di più, abbiamo fatto alcune domande ad uno di loro: Francesco Valgoi, guida alpina.

Quali sono gli aspetti da considerare durante la programmazione di un’uscita in neve fresca:
«Bisogna considerare prevalentemente 3 aspetti: le condizioni del manto nevoso e meteorologiche (vento e neve), la morfologia del terreno su cui si svolge l’itinerario (pendenze esposizione etc) e le condizioni del gruppo. Questi aspetti ben ponderati, permettono di individuare l’itinerario più appropriato e sicuro.

Non è sufficiente considerare questi aspetti solo in fase di pianificazione, ma vanno rivalutati di continuo: a casa nei giorni precedenti la gita, quando si arriva sul posto alla mattina e continuamente durante lo svolgimento della gita. È importante anche sempre avere un piano B da mettere in atto nel caso di emergenza o in cui le cose non vadano nel verso che abbiamo inizialmente pensato.

Se le cose non ci convincono, non dobbiamo esitare a tornare indietro prima che sia troppo tardi! La montagna non scappa, rimane sempre li a disposizione in un'altra occasione con condizioni più favorevoli. La rinuncia è spesso un’atto di coraggio! »

Come consideri l'evoluzione dei dispositivi di a supporto del soccorso delle vittime da valagna avvenuta degli ultimi anni? 
«C’è stata una discreta evoluzione (ridicola se confrontata alle evoluzioni tecnologiche di altri strumenti elettronici…)negli apparecchi artva, e negli zaini airbag ma non è questo il vero obbiettivo. Bisogna evolvere nella cultura della montagna!! le persone devono acquisire le competenze per muoversi in sicurezza su un itinerario invernale ed evitare al massimo il rischio di essere travolti da una valanga.

Secondariamente devono imparare molto bene l’utilizzo di tutti i dispositivi che permettono un autosoccorso efficacie, nei tempi utili a salvare vite umane. »

Un consiglio per chi si avvicina al mondo del freeride o dello scialpinismo?
« Investite del tempo e qualche soldo nell’apprendere le conoscenze iniziali e necessarie affidandosi ai professionisti, dopo di che vivere la montagna e le proprie esperienze sempre con un pizzico di timore che non guasta mai … ti aiuta a tenere alta la guardia! »

Vediamo quindi quali sono gli accessori necessari a chi decide di avventurarsi fuori dai tracciati battuti:

- Artva (Apparecchio ricerca travolti valanga): si tratta di un ricetrasmettitore che si indossa sotto la giacca e che va tenuto acceso in modalità di trasmissione fino alla fine dell’uscita. In caso di valanga, chi non è stato travolto potrà individuare attraverso il suo apparecchio, impostandolo in modalità di ricezione, il punto in cui si trova il compagno sotto la neve che indossa l’Arva. Considerando che le probabilità di sopravvivere a una valanga fino a un quarto d’ora dal seppellimento sono del 90 %, uno strumento di questo tipo è imprescindibile per una gita sulla neve, oltre che obbligatorio per legge.
- Sonda: per localizzare una persona sepolta da una valanga e stabilire la profondità in cui si trova. È importante che sia rigida, facile da assemblare e lunga almeno 200 cm.
- Pala: in caso di valanghe, fondamentale per disseppellire velocemente una persona che è stata travolta. Alla pala di plastica, meglio preferire quella in metallo con manico telescopico che permette di tenerla nello zaino.
- Zaino con sistema “airbag”: attivabile nel momento in cui si viene coinvolti nella valanga, permette di aumentare il proprio volume complessivo, migliorando le probabilità di rimanere in superficie e non rimanerne sepolti.
- Casco: deve essere leggero, confortevole, stabile e con un sistema di chiusura semplice, in modo da poterlo sganciare facilmente anche con i guanti. È importante che abbia una buona aerazione e possibilmente un paraorecchie rimovibile per evitare il rischio di lasciarlo a casa nelle calde giornate primaverili.
- Cellulare carico: fondamentale se ci si perde o in caso di incidenti per chiamare i soccorsi, se si ha la fortuna di trovarsi in una zona con copertura di rete. I moderni smartphone vengono in aiuto anche con la funzionalità bussola e il sensore GPS satellitare, che permette di utilizzare applicazione specifiche con mappe anche ben dettagliate.
- Mappa: quando si scelgono percorsi fuori pista nuovi ma anche quando si scia in posti che si pensa di conoscere alla perfezione è sempre utile avere con sé una cartina. In caso di peggioramento delle condizioni atmosferiche, anche se ci troviamo in luoghi famigliari è infatti facile entrare in confusione e non trovare più la strada.
- Avalung: si tratta di un boccaglio per respirare sotto la neve, che va tenuto in bocca prima di essere travolti dalla valanga. Funziona in base a un sistema che sfrutta l’aria presente nella neve, la filtra e dirotta l’anidride carbonica dietro la schiena: grazie a questo apparecchio è possibile prolungare l’autonomia sotto la valanga di un’ora.

Insomma vediamo di fare del nostro meglio per non finire come il protagonista de L’ultima discesa: il film basato sull’esperienza estrema vissuta dal campione olimpionico di hockey su ghiaccio Eric LeMarque, in uscita l’8 febbraio.

Nel film, per la regia di Scott Waugh, con Josh Hartnett nei panni del protagonista e il premio Oscar Mira Sorvino, Eric rimane bloccato nella remota e gelata zona dell’High Sierra in California per ben 8 giorni, dopo essere stato sorpreso da una tormenta di neve mentre faceva snowboard fuori pista. Guarda il trailer

 

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L' ultima discesa - Trailer Italiano Ufficiale

M2 Pictures, Giovedì 4 Gennaio 2018