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Staffetta donne dalla caduta al bronzo! Le azzurre a podio dopo otto anni

Staffetta donne dalla caduta al bronzo! Le azzurre a podio dopo otto anni
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Short TrackShort Track - Sochi 2014

Staffetta donne dalla caduta al bronzo! Le azzurre a podio dopo otto anni

La Valtellina (e di conseguenza l’Italia) con i pattini non vuole proprio smettere di regalare soddisfazioni. Ma stavolta il merito territoriale va dato alla valle lombarda rappresentata da una staffetta che vale il bronzo. Una valle che lavora e va veloce, così veloce che tra pochi giorni si riporterà a casa, assieme ai trionfi della Fontana, altre quattro stupende medaglie di bronzo. E anche stavolta non mancano i brividi nella finale della staffetta donne. Il quartetto tutto valtellinese formato da Arianna FontanaLucia PerettiMartina Valcepina ed Elena Viviani conquista un posto nella gloria dello short track olimpico. Così, dopo otto anni, la staffetta italiana eguaglia quella di Torino 2006 (nella quale peraltro corse anche la Fontana).

 Una gioia arrivata dopo una nuova caduta e nuovi brividi all’Iceberg Palace di Sochi. Un bronzo che sembrava sfumato causa la preclusione (fortunatamente non confermata dopo l’arrivo) per le azzurre di giocarsi il podio finale. L’oro va alla favorita Corea (Cho, Park, Shim e Kim trionfano col tempo di 4’09’’498) davanti al Canada. Ma è decisiva la squalifica della staffetta cinese, seconda al traguardo, ma penalizzata dai giudici dopo la convulsa lotta finale con le coreane. L’Italia passa così in pochi secondi dal rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere, alla realtà da podio.

Gara tesa sin da prima dello start. Lo testimonia la partenza falsa delle coreane (con la Park). Valcepina, Fontana, Peretti e Viviani rimangono in corsa per qualsiasi risultato. Finché la Fontana cade ai -12 giri dai 3000 metri conclusivi. L’Italia perde mezzo giro. Ma la dinamica è quantomeno sospetta: Shim è davanti alla stella azzurra dopo il suo cambio: l’asiatica allarga una gamba e si mette nella traiettoria della valtellinese, che stava lanciando la Peretti. L’Italia perde irrimediabilmente (questa è almeno la sensazione mischiata a certezza immediata) le possibilità di medaglia attestandosi in ultima posizione. Troppo lontana dalle prime tre squadre. Ma le gare di short track non finiscono mai. La bellezza e l’incertezza di questo sport è condensata nella voglia di rinunciare mai. Così, dopo la volata finale Corea-Cina, decisa dallo strapotere della Shim Suk-Hee, i giudici puniscono la Cina. Le azzurre passano dal profondo dispiacere alla gioia per un risultato che era nelle corde di una squadra che lavora da più di un quadriennio e che ha scalato gradualmente i ranking a suon di risultati. Un risultato condiviso con i tecnici, ma soprattutto con Cecilia Maffei, esperta staffettista di riserva che purtroppo non potrà ritirare il bronzo, perché non scesa sul ghiaccio tra semifinale e finale. Il regolamento parla chiaro.

Con il bronzo della staffetta, inoltre, Arianna Fontana entra ufficialmente nella storia delle italiane più vincenti ai Giochi. La freccia valtellinese raggiunge la sua quinta medaglia ai Giochi Olimpici invernali (la terza a Sochi 2014), eguagliando il bottino di una grandissima degli sport invernali come Gabriella Paruzzi. Ma potrebbe non fermarsi qui. Perché venerdì prossimo si potrà giocare una nuova possibilità di podio nei 1000 metri, dove si è qualificata in apertura di giornata per i prossimi quarti di finale. Assieme alla compagna di bronzo in staffetta Martina Valcepina.

Già, perché oltre alla gioia del bronzo, la penultima giornata olimpica di short track era partita con le batterie dei 1000 metri donne. Va avanti la Valcepina, impegnata in una serie molto difficile, con la vincitrice della Coppa di specialità 2014, Shim Suk-Hee. La 22enne di Cepina parte subito tenendo la coda della coreana, ma dopo soli due giri, la giovane azzurra è costretta a subire l’aggressività dell’attacco della cinese Liu Quihong. Attacco che ne pregiudicherà in maniera scorretta la gara, costringendola all’ultima piazza. I giudici, infatti, dopo il reclamo dei tecnici italiani, avanzeranno ai quarti la portacolori italiana, squalificando la cinese.

Bene Arianna Fontana. La stella azzurra dosa con intelligenza le sue energie e, ormai come ci ha abituato, passa le batterie con facilità estrema. La bimedagliata individuale a Sochi, aspetta pochi giri alle spalle delle sue avversarie, si tiene lontana da possibili sorprese, fino a piazzare il suo attacco decisivo ai meno 6 giri, con doppio sorpasso esterno. La Fontana saluta la compagnia e chiude in testa col tempo di 1’32’’983 (davanti alla francese Pierron) la sua fatica.

Purtroppo non arriva l’en plein delle azzurre. Niente passaggio del turno per Elena Viviani. L’esordiente ai Giochi finisce quarta ed è eliminata dopo la sua batteria. La Viviani inizia con una partenza guardinga e controlla, davanti a una delle favorite, la britannica Christie. Poi si riporta in corsa dopo essere il sorpasso alla polacca Maliszewska. Subisce (così come tutte le altre atlete) il passaggio fantastico della Christie che si “prende” la qualificazione con un salto che le vale ben tre posizioni. La 21enne di Isolaccia concluderà poi all’ultimo posto. Ma si prenderà la soddisfazione da medaglia poco più tardi.

Tra le donne, è da segnalare un nuovo record olimpico. L’1’28'’771 della canadese Valérie Maltais stabilisce primato in batteria. La 23enne sfrutta una gara iniziata a ritmi veloci, ma la Maltais dà una dimostrazione di forza da record con un’importante accelerata conclusiva.

Due gli uomini impegnati nelle batterie dei 500 metri. Nessuno dei due azzurri supera lo scoglio della qualificazione. Il primo in ordine di apparizione, Anthony Lobello, è subito condizionato e punito per una partenza falsa. Oltre al primo inconveniente, il suo scatto iniziale viene condizionato anche da un contatto con l’ungherese Liu Shaolin. Rimarrà staccato dalla bagarre per i primi due posti. Passeranno il canadese Cournoyer e l’olandese van de Wart. Può avere qualche rimpianto l’italoamericano. Sia perché poteva essere valutata fallosa l’azione dell’ungherese e soprattutto perché la sua batteria era una tra le più equilibrate.

Eliminazione anche per Yuri Confortola, proprio come ai Giochi di quattro anni fa. L’azzurro scatta al quarto posto dopo lo start e i suoi compagni in batteria Liang Wenhao, Lee Han-Bin ed Eduardo Alvarez non impostano una gara estremamente veloce. La posizione di Confortola, però, lo condiziona inevitabilmente. Dopo la caduta (gratuita) dell’americano Alvarez, il valtellinese potrebbe attaccare il coreano Lee negli ultimi due giri. Ma non trova lo spunto giusto e chiude solo terzo.

L’avvenimento “scioccante” è un altro. Il ghiaccio dell’Iceberg Skating Palace tradisce ancora una volta, dopo la caduta nei 1000, il favorito numero uno Charles Hamelin. Il canadese, campione di Vancouver 2010 abbandona la possibilità di difendere il titolo dopo una scivolata. Ancora una volta un errore assolutamente non provocato a un giro dalla conclusione, mentre si apprestava a vincere agevolmente la sua batteria. Un vero colpo allo spettacolo, che non vedrà un duello che prometteva scintille con Victor An e un invito al russo-coreano a cercare altri rivali per l’oro che sia assegnerà venerdì 21.

Proprio il 21 febbraio sarà l’ultima data in cui i Giochi assegneranno medaglie per lo short track. Oltre ai 500 maschili (nessun italiano qualificato ai quarti) e i 1000 donne (Fontana e Valcepina in azione), si assegnerà il titolo della staffetta maschile. Di certo, l’Olimpiade della pista corta è già da ricordare per i colori italiani. L’auspicio che le soddisfazioni non siano ancora finite, è più che fondato.

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