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Nicola Rodigari dopo l’infortunio: “Farò di tutto per andare a Sochi”

Nicola Rodigari dopo l’infortunio: “Farò di tutto per essere presente a Sochi”
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Francesco A. Armillotta

Short Track

Nicola Rodigari dopo l’infortunio: “Farò di tutto per andare a Sochi”

Nicola Rodigari tornerà presto a pattinare perché la Nazionale di short track ha bisogno di lui. E viceversa. Questo è l’auspicio che guarda all’appuntamento olimpico di febbraio dopo il grave infortunio che ha colpito il 32enne di Tirano, durante la Coppa del Mondo a Torino. Così ha detto a Neveitalia, dando prova di non aver perso la speranza.

Il responso dopo il trauma subìto giovedì al PalaTazzoli è stato impietoso: frattura del perone, senza (fortunatamente) interessamento della tibia. Compromessa la qualificazione alle gare olimpiche individuali, Nicola può sperare in un recupero per far parte della gara a squadre a cinque cerchi. Proprio lui non vorrà mancare, visto che nella stessa gara (ai Giochi di Salt Lake City 2002), conquistò una storica medaglia d’argento nella staffetta 5000m. Inseguirà il sogno dei Giochi in Russia dopo aver deciso di ritirarsi nel 2011, salvo poi ritornare sui suoi passi.

Oggi l’azzurro è stato operato a Milano per stabilizzare la frattura all’osso della gamba destra. I tempi di recupero prevedono un mese senza poter pattinare. Solo da metà dicembre il valtellinese potrà riprendere la marcia verso il recupero.

Quella di Rodigari è stata la prima sfortuna che ha patito il clan azzurro. Le fatalità sono proseguite con la caduta di Tommaso Dotti in semifinale della staffetta di domenica: per fortuna il milanese ha subìto “solo” un brutto taglio sopra la caviglia destra. Stamane è partito con la comitiva azzurra per Kolomna, in vista delle seconde sessioni di qualifiche per Sochi 2014. In base al suo recupero, lo staff italiano valuterà le possibilità di schierarlo per la quarta prova di Coppa del Mondo in programma per questo fine settimana.

Tornando a Rodigari, si può dire che la dinamica dell’incidente è stata una fatalità: nella batteria dei 500m, il cinese Yu Jiyang ha causato la caduta dell’azzurro, sfortunato nel non riuscire ad evitarlo per pochi centimetri. La collisione a velocità elevata si è conclusa frontalmente contro le protezioni. Rodigari, chiaramente amareggiato, se ne è fatto presto una ragione «Sono i rischi del mestiere- ha detto l’azzurro, con la gamba ingessata, ma tornato i suoi compagni il giorno dopo l’infortunio - Finché in questo sport non ti succede nulla, non si pensa ad eventualità simili. Però nello short track è risaputo, basta una caduta di più atleti insieme per esporsi a rischi di questo genere. Un po’ di sfortuna c’è stata nel mio caso, anche se le conseguenze potevano essere peggiori. Spesso, infatti, le fratture riguardano tibia e perone».

L’azzurro ripercorre gli attimi dell’impatto: «Appena caduto credevo di essermi rotto qualcosa, non sentendo subito molto male pensavo che fosse solo una distorsione. Ma la scena, una volta tolto il pattino in infermeria, era inequivocabile. In passato ho avuto anche altri infortuni, un taglio prima di Salt Lake 2002 e successivamente un problema alla spalla. Non avevo mai avuto traumi così gravi agli arti inferiori, tali da precludermi le possibilità di pattinare. Tutto starà nel vedere il decorso post-operatorio e i successivi tempi di recupero, ma se ci sarà anche solo una possibilità di andare a Sochi, farò di tutto per sfruttarla. Se già la sfida di partecipare alla mia quarta Olimpiade era stimolante, adesso diventa tutto più difficile e allo stesso tempo ambizioso».

Proprio in previsione olimpica, l’argento nel 2002 pensa inevitabilmente a un suo ritorno per dare una spinta alla causa della staffetta. Complice anche il risultato positivo raggiunto dai compagni Confortola, Lobello, Reggiani e Viscardi (quarti nella finale A di Torino), che a Kolomna avranno ottime possibilità di staccare il pass senza rischi eccessivi. «Vorrò mettere i pattini ai piedi il prima possibile per aiutare la squadra. Nel frattempo ho cercato di tenermi su di morale, venendo a vedere dal vivo le loro gare. Inizialmente il mio infortunio ha scombussolato anche loro, ma sono stati bravi a rimanere concentrati».

L’obiettivo è nella testa e nel mirino. E Rodigari pensa alla decisione di riprendere l’attività proprio in funzione di Sochi: «Il bisogno di gareggiare si era fatto sentire – spiega - Dopo aver ripreso l’anno scorso, non credevo davvero di essere così competitivo da riemergere come punto fermo di questa squadra. E anche il gruppo mi ha dato motivazioni ulteriori: è un giusto mix tra i veterani e i più giovani. Penso anche all’esperienza di Yuri Confortola, giunto alla piena maturità dopo il brutto infortunio del 2010 e in cerca di rivincite. Il mio stimolo per ritornare è tutto per la staffetta: la gara più bella, la si corre in quattro e mi piacerebbe dare una mano anche i ragazzi più giovani all’esordio».

La voglia di realizzare il poker olimpico è più forte che mai. Nicola saprà lottare per il suo sogno: il primo a crederci è lui. Ma la squadra gli potrà garantire quel supporto che potrà fare la differenza. Un arrivederci sul ghiaccio, fino all’appuntamento di Sochi, il 13 febbraio 2014. Una data in cui la staffetta maschile azzurra potrebbe esordire sul ghiaccio olimpico. Rodigari compreso.

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