Questo sito contribuisce alla audience de

Waldner a 360° tra calendario, infortuni e un circo bianco "per il quale tutti dobbiamo adattarci e compattarci"

Foto di Redazione
Info foto

2023 Getty Images

Sci Alpinol'intervista

Waldner a 360° tra calendario, infortuni e un circo bianco "per il quale tutti dobbiamo adattarci e compattarci"

Intervista decisamente ricca di spunti quella dei colleghi di "Ski Racing Media" al gran capo della Coppa del Mondo maschile, al timone da dieci anni e che ha vissuto l'inverno più difficile di tutti, in un mare di polemiche tra cancellazioni e gestione degli atleti. Ecco le sue riflessioni su tanti temi.

Ad aprile sarà un decennio dal suo insediamento a capo del massimo circuito degli uomini, dopo una lunghissima gavetta e aver vissuto il mondo della neve in tutte le sue sfaccettature.

Markus Waldner, come il collega (anch'egli italiano) Peter Gerdol, sta per concludere, con le finali di Saalbach, una stagione complicatissima tra cancellazioni, polemiche per gli infortuni, calendari da rivedere e quant'altro. Il chief race director altoatesino ha parlato di questi temi ai colleghi di “Ski Racing Media” in occasione della tappa di velocità a Kvitfjell (l'intervista è stata pubblicata nelle scorse ore); Waldner, che ha raccolto l'eredità di Gunther Hujara, ha ammesso che “il calendario è in sovraccarico (il presidente FIS, Johan Eliasch, ha optato per ciò a partire dalla scelta della doppia trasferta nordamericana), ne siamo consapevoli e, come ho già detto anni fa, meno gare è la soluzione migliore e anche quella preferita dagli atleti, l'impatto della fatica su di loro è evidente”.

E' cambiato anche un altro aspetto, ovvero la pianificazione a lungo termine: prima si stilavano calendario per quadriennio, “ora anno dopo anno, mentre era importante per gli organizzatori avere un quadro a più ampio raggio per poter fare i loro investimenti – continua Waldner – La situazione è radicalmente cambiata, le decisioni vengono prese all'ultimo momento in primavera e ci stiamo trasferendo in nuove location di gara, certamente un aspetto positivo ma che va preparato in ogni dettaglio.

Per entrare nel calendario di Coppa del Mondo, prima dovevi garantire standard di alto livello partendo da gare di Coppa Europa, Nor-Am, rassegne giovanili e quant'altro, ora questo processo è cambiato passando direttamente a nuovi resort e questo non va bene”, ha detto con grande sincerità.

Le venti cancellazioni (con quindici gare non disputate) di questo 2023/24 come si spiegano? “In passato abbiamo sempre avuto gare annullate a causa della mancanza di neve o di problemi meteorologici, ma quello che ho visto negli ultimi due anni va oltre. Il tempo è cambiato in periodi molto brevi: nell'arco di due giorni, abbiamo riscontrato -15°C a Kitzbuehel e +15°C a Schladming, questa è la realtà con la quale convivere, dal pieno inverno passiamo a situazioni estive con forti precipitazioni, dobbiamo iniziare ad adattarci per davvero e capirlo tutti, anche gli atleti”.

Per il dirigente di Bressanone, l'esempio degli slalom femminili di inizio stagione a Levi è ottimale per capire su quali gare puntare e in quale periodo. “Il rischio di perdere quelle gare è decisamente minore, dobbiamo essere intelligenti con la pianificazione del calendario e osservare il corso della natura. Sappiamo in quali continenti e località possiamo gestire una gara, o almeno ridurre il rischio di annullamento. E' fondamentale per il nostro futuro, ma c'è altro”.

Waldner si riferisce alla capacità organizzativa in termini di investimenti: “Il modo per affrontare il cambiamento climatico è investire. Gli impiantisti devono puntare sui sistemi di innevamento e raffreddamento di ultima generazione, ovvio che tutto ciò sia legato al denaro ma è l'unica soluzione per affrontare i periodi estremamente caldi che stanno arrivando.

Prima di Natale, se si è fortunati, tante località hanno tre o quattro giorni in cui possono produrre neve. È necessario disporre di un sistema di innevamento così efficiente da poterne realizzare abbastanza per essere pronti, in Val Gardena e Alta Badia hanno investito così tanto che riescono a produrre neve in 48 ore”.

E ancora, sul calendario: “Quando lo costruiamo, dobbiamo considerare il carico di viaggio e l'equilibrio tra le discipline veloci e tecniche, ma soprattutto la distribuzione delle gare, ovvero non avere tre blocchi di discese e super-g in fila, in modo che l'atleta possa recuperare. E' molto importante, ci sono stati davvero tanti, troppi infortuni”.

Gli stessi atleti si sono riuniti per discuterne, Waldner è consapevole delle critiche che i protagonisti del circo bianco rivolgono alla FIS a partire dalla scelta di Zermatt-Cervinia, passando per le doppie discese a Wengen e Kitz. “E' positivo che i ragazzi abbiano parlato insieme, a livello interno. Tra di loro sono sulla stessa lunghezza d'onda e hanno discusso molti punti, vogliono avere voce in capitolo nella pianificazione del calendario e questo è un chiaro diritto. Dopotutto, sono loro che corrono e tutto quello che dicono è giustificato”.

C'è anche il tema della sicurezza e delle protezioni in generale, pensiamo solo a quanto accaduto a Kilde in quella caduta sul Lauberhorn che si è rivelata drammatica; il consiglio FIS ha definito l'obbligo degli airbag a partire dalla stagione 2024/25, poi c'è anche il discorso legato alle tute anti taglio. “Il miglior sciatore del mondo usa l'airbag e si sente a suo agio – ha risposto in merito Waldner, riferendosi a Marco Odermatt - Quindi non si tratta di uno svantaggio aerodinamico, sono sicuro al 100% che un sistema di quel tipo può assorbire le forze e ridurre le lesioni gravi”. Sul tema, però, non tutti gli atleti sono concordi.

E poi c'è la questione materiali, si è andati talmente in là con la resa nelle prestazioni che nessuno è più disposto a tornare indietro. I rischi aumentano e noi, seppur consapevoli che il nostro amato sci rimarrà sempre uno sport pericoloso, dobbiamo fare di tutto per ridurli il più possibile”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
139
Consensi sui social