Gros, Thoeni, Stricker, Schmalzl e Pietrogiovanna, un capolavoro nel gigante bavarese che portò quello squadrone dritto nella storia. Un ricordo che merita.
Venerdì 7 Gennaio 2022
Li chiamarono i cinque di Berchtesgaden, nel giro di pochi giorni (l'idea fu di un grande giornalista come Massimo Di Marco) diventarono i simboli dello sci italiano trasformandosi nella “Valanga Azzurra” che, in quegli anni, stava dominando il circo bianco.
Piero Gros, Gustav Thoeni, Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna, in serie dal primo al quinto posto nel terzo gigante di quella stagione di Coppa del Mondo, sulle nevi di Berchtesgaden, 7 gennaio 1974; mai più come quel giorno in Baviera, nella storia del nostro sci, con il norvegese Haker primo degli “umani”, alle spalle dello squadrone guidato (era la sua seconda annata al timone di comando) da Mario Cotelli, scomparso nel novembre 2019 dopo aver vissuto coi suoi ragazzi un'epopea unica, fatta di titoli mondiali e olimpici, ma soprattutto di quelle cinque sfere di cristallo consecutivo, dal 1971 al 1975, con il poker di Gustav Thoeni e la gemma di Pierino Gros, proprio al termine di quel 1973/74 illuminato dal magico 7 gennaio.
Con Massimo Sperotti a “recuperare” gli alfieri azzurri per una foto storica, inaspettata visto che Pietrogiovanna, il “Tino”, fu capace di una rimonta straordinaria per completare una cinquina leggendaria.
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