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Il leone Roberto Nani rilancia: "Sogno ancora il podio in Coppa del Mondo, è lì che voglio arrivare"

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Sci Alpinol'intervista

Il leone Roberto Nani rilancia: "Sogno ancora il podio in Coppa del Mondo, è lì che voglio arrivare"

Dario Puppo ha intervistato il gigantista di Livigno per ripercorrere quanto successo negli ultimi anni e guardare al futuro già... cominciato sulle nevi di Carosello 3000.

Roberto Nani non ha alcuna intenzione di mollare, anzi i propositi sono davvero importanti per quella stagione 2020/21 che rappresenterà per lui, dopo qualche assaggio in quella passata, il vero rilancio in Coppa del Mondo.

Il 31enne livignasco, infatti, è reduce da un anno durissimo, cominciato dall'esclusione dalla nazionale e quindi dalla scelta di trasferirsi nell'emisfero australe per abbassare i propri punteggi; la risalita è partita con i primi podi in Coppa Europa, poi la chiamata di nuovo in CdM per prendere parte ai giganti in Alta Badia, a Garmisch e Hinterstoder. Niente punti, ma la fiducia è cresciuta tanto che l'8 febbraio a Berchtesgaden, Nani è tornato a vincere a oltre otto anni di distanza da quei primi due successi nel circuito continentale, arrivati però in slalom...

Ha sorpreso la scelta federale di inserirlo solo tra gli atleti di “interesse nazionale” per la prossima annata, con il posto fisso per i giganti di Coppa del Mondo garantito dal podio nella classifica di specialità della Coppa Europa 2019/2020; è vero, il leone di Livigno non si è più visto da tempo ai livelli del 2015, quando raggiunse l'apice con il 6° posto mondiale a Beaver Creek e il 4° a Soelden (dopo altre due top 5 in CdM), ma le qualità non sono in discussione e la motivazione per tornare in alto non mancano davvero.

L'ha confessato lo stesso Nani al nostro Dario Puppo, nel corso dell'intervista rilasciata in occasione di “The Weekly Interview”: “L'esclusione dalla nazionale è stata un po' inaspettata, è vero, ma ho ben chiari i miei obiettivi e credo non influirà molto – ha spiegato Robi – Mi spiego meglio: non affronterò i primi raduni con la squadra dallo Stelvio, ma già tra luglio e agosto dovrei aggregarmi e penso che perderò poco, anche perchè ho avuto l'opportunità di allenarmi sulla neve a Livigno durante maggio.

Non è stato piacevole saperlo tra comunicati e social, ma io so cosa fare e che strada devo percorrere per tornare in alto: la passione è ancora tanta e penso di poter dare molto per qualche anno. Nell'estate 2019 mi sono rimesso in gioco a mie spese dopo quasi 10 anni in Coppa del Mondo, ho investito su me stesso e quella tra Australia e Nuova Zelanda è stata anche una bella esperienza con vari colleghi italiani”.

L'obiettivo per la prossima stagione? E' molto chiaro: “Penso a Soelden e fare da subito bene in CdM, rientrando innanzitutto in top 15. Cogliere il primo podio rimane l'obiettivo e ci credo eccome, perchè sento di averne la possibilità come nei migliori anni. Lavoro per questo”.

Nani ha ripreso ad allenarsi in pista sin dallo scorso 4 maggio, aiutato dal fratello e con la grande possibilità, unico atleta italiano di livello a poterlo fare, offerta da Livigno con una neve ancora eccezionale: “Mi considero fortunato, praticamente a maggio si sono allenati solo scandinavi, austriaci, lo stesso Pinturault. Un grazie enorme va alla società Carosello 3000, ho trovato piste in condizioni ottimali nonostante le temperature. Cominciavamo presto al mattino, utilizzando la motoslitta visto che gli impianti di risalita erano ovviamente chiusi; siamo riusciti a fare 12-13 giorni effettivi di buon sci e posso dirmi soddisfatto, ho testato un po' di materiale e sicuramente è un vantaggio rispetto ad altri.

Ora staccherò per un mese con l'allenamento sugli sci, ripartendo dalla parte atletica, e poi vedremo tra Stelvio, Saas-Fee e Les Deux Alpes quali opzioni saranno possibili da luglio”.

L'azzurro ha parlato anche della scelta di Roberto Saracco, per certi versi clamorosa, di abbandonare il ruolo di allenatore responsabile della squadra maschile di gigante a team già definiti: “Non me l'aspettavo, ma è un dispiacere perchè questo gruppo non ha potuto avere continuità in questi anni e il suo addio non fa certo bene. Lo dico perchè considero Roberto un tecnico molto valido e mancherà a tutti, ma avrà fatto le sue valutazioni e la scelta va capita e accettata.

Roberto Lorenzi rimarrà il punto di riferimento e io penso che questa squadra, dopo i fasti degli anni di Simoncelli e Blardone, possa tornare là davanti. Qualche segnale c'è stato, come l'uno-due di De Aliprandini e Borsotti nella prima manche di Adelboden, che vidi da casa in quanto malato dopo il raduno pre gara a Ponte di Legno; fu emozionante e spero che nel giro di pochi anni diventi possibile trovare continuità di risultati”.

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