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Giovanni Borsotti: "Ora sto bene. Voglio giocarmi la qualifica per i Mondiali di Åre"

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Giovanni Borsotti: "Ora sto bene. Voglio giocarmi la qualifica per i Mondiali di Åre"

Giovanni Borsotti, gigantista 27enne di Bardonecchia, è tornato ad allenarsi in Val Senales con la squadra dopo essere stato fermo un mese e mezzo a causa di una trombosi venosa profonda al braccio che non gli ha permesso di essere convocato per la gara di apertura di Sölden.
Ecco cosa ci ha raccontato Giovanni sul suo piccolo infortunio e sui suoi propositi per la stagione di Coppa del Mondo  2018/2019.

Giovanni è stato risolto il problema al braccio?

Sì, il problema è stato risolto e penso definitivamente. Ho cambiato medico curante, sono in cura a Torino da un chirurgo vascolare che mi vorrà vedere dopo tutto il periodo di gare di dicembre. Lui mi ha comunque assicurato che non corro nessun tipo di rischio. In queste due giornate di sci in Val Senales mi sono sentito davvero bene ed è stata la conferma di non avere più problemi.

Sei tornato ad allenarti dopo un mese e mezzo di stop…

Sì, perché siamo tornati dall’Argentina il 22 settembre e ho rimesso gli sci tre giorni fa in Val Senales.  In questo mese e mezzo di stop ho continuato ad allenarmi dal punto di vista atletico, ma a bassi ritmi. Mi sono allenato per conto mio a casa. Ho avuto il sostegno del mio preparatore Cristiano Durante che ogni giorno mi dava un programma da seguire. Ho fatto soprattutto un lavoro aerobico.

In Val Senales come sono andati gli allenamenti?

È andata benissimo, sarebbe stato un bellissimo allenamento anche se avessimo trovato brutto tempo. Piuttosto che stare a casa, qualsiasi condizioni avessi trovato sarebbe stato perfetto.  Abbiamo trovato delle condizioni veramente ottimali. Mancava un po’ di visibilità, ma la neve era perfetta e simulava molto quella che poi andremo a trovare in America. Una neve molto aggressiva, abbiamo fatto un bel lavoro.

Quindi ti rivedremo nel gigante di Beaver Creek?

Sì, l’obiettivo è quello. Con Alessandro Serra stiamo facendo un certo tipo di lavoro. Non stiamo forzando e non stiamo bruciando i tempi. L’obiettivo non è solo partecipare al gigante di Beaver Creek, ma anche quello di arrivarci in forma come ero prima che mi succedesse questo inconveniente.

Prima del problema al braccio, come era andata la preparazione estiva?

Gli allenamenti erano andati bene, ma questo dolore al braccio si è manifestato dopo due settimane che ero in Argentina. Era stato un po’ sottovalutato da tutti e quindi avevo continuato ad allenarmi ritardando forse i tempi di guarigione.

Una pista dove ti piacerebbe fare bene?

Mi piace molto la pista di Val d’Isere e la Gran Risa che è la pista di casa.

La squadra di gigante maschile fa fatica a raggiungere buoni risultati. Cosa manca secondo te?

Dopo anni di vittorie con Massimiliano Blardone, penso che in ogni disciplina ci sia un cambio generazionale che adesso è avvenuto e già da questa stagione saremo noi, con un team nuovo e tutto rivoluzionato, a fare dei buoni risultati.

Quali sono i tuoi obiettivi per questa stagione?

Se questa domanda mi fosse stata fatta una settimana fa che ero a letto avrei risposto guarire. Adesso rispondo di riuscire a scalare la classifica il prima possibile per qualificarmi e giocarmi qualcosa ai Mondiali di Are.

Cosa pensi della candidatura Milano - Cortina per le Olimpiadi del 2026?

Nel 2006 ero troppo giovane e non ho potuto partecipare alle Olimpiadi di Torino. Penso che qui in Italia potremmo offrire davvero tanto e per noi atleti sarebbe una cosa bellissima.

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