Era un maledetto lunedì, il 13 novembre 2017: ricordiamo David Poisson e tutti quei ragazzi che ci hanno lasciato

Morto David Poisson a seguito di una in allenamento a Nakiska
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2013 Getty Images

Sci Alpinoil ricordo

Era un maledetto lunedì, il 13 novembre 2017: ricordiamo David Poisson e tutti quei ragazzi che ci hanno lasciato

Per tutti era "Kaillou", amatissimo dai colleghi e dai compagni di nazionale. Quella sera di 8 anni fa, quando in redazione arrivò la notizia della sua morte dopo una caduta in allenamento a Nakiska, si pensò subito a Regine Cavagnoud, che ci aveva lasciato 16 anni prima. Nell'ultimo anno, da Matilde Lorenzi a Matteo Franzoso, lo sci ha vissuto pagine tristissime che non devono ripetersi: DP, e tutti quegli atleti che stavano vivendo la loro passione, Forever.

Era un lunedì sera, quel maledetto 13 novembre 2017.

Due anni prima, la Francia aveva vissuto in quella stessa data il dramma degli attentati di Parigi, la notte del massacro al Bataclan. A migliaia di km di distanza, otto anni fa esatti attorno all’ora in cui scriviamo questo ricordo, nella ski area di Nakiska una caduta ci portava via David Poisson, uno dei grandi veterani della nazionale transalpina di velocità, un leader e una persona, ancor prima che atleta, davvero amata in seno all’Equipe de France.

Attorno alle 21.00 europee, arrivò dal Canada la notizia che “Kaillou”, come lo chiamavano tutti, era morto in seguito al violentissimo impatto contro un albero, dopo aver sfondato le reti di protezione in quella seduta di allenamento in velocità che risultò fatale al 35enne nativo dell’Alta Savoia. Un dramma che colpì il team francese 16 anni dopo l’addio a Regine Cavagnoud, quando si stavano preparando le gare inaugurali di Lake Louise.

Quattro anni e mezzo prima, David aveva vissuto la sua giornata più bella con quella medaglia di bronzo nella discesa mondiale di Schladming, alle spalle di due campionissimi come Svindal e Paris.

Lui non era un fuoriclasse, in Coppa del Mondo ha ottenuto un solo podio a fine 2015, su un’altra discesa dove di coraggio ce ne voleva tanto, quella di Santa Caterina Valfurva vinta dal suo compagno e amico Adrien Theaux. Non era un fuoriclasse, ma aveva un cuore grande e, otto anni più tardi, siamo ancora qui a chiederci perché i suoi cari, a partire dalla mamma Jeannette, debbano piangere un ragazzo che stava solo vivendo la sua passione, il suo lavoro.

Proprio colei che ha dato la vita a David, due mesi fa, ha sentito di dover nuovamente intervenire dopo la morte di Matteo Franzoso: le parole di Jeannette Poisson, come quelle dei genitori di Matilde Lorenzi o della famiglia di Margot Simond, non devono passare inosservate.

Era un lunedì, quel maledetto 13 novembre 2017, in Italia si pensava alla partita della nazionale di Ventura contro la Svezia, quello 0-0 a San Siro che costò la qualificazione ai Mondiali. Mentre nei salotti tv esplodeva la polemica e cominciavano i processi mediatici, il mondo dello sci piangeva David. DP, Forever.

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