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Peter Gerdol ci racconta la Coppa del Mondo più discussa e guarda avanti: "Paralleli, combinate..."

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Sci Alpinol'intervista

Peter Gerdol ci racconta la Coppa del Mondo più discussa e guarda avanti: "Paralleli, combinate..."

L'intervista esclusiva di NEVEITALIA al chief race director del settore femminile. Tanti i temi affrontati, dagli infortuni alle cancellazioni finali, sino ai cambiamenti regolamentari.

Ha vissuto un primo anno del tutto particolare, da gran capo della Coppa del Mondo femminile.

Peter Gerdol ha avuto a che fare con un finale di stagione complicatissimo, dalla mancata disputa della combinata di La Thuile alle gare di Ofterschwang saltate per mancanza di neve, ma soprattutto l'allarme Coronavirus e la conseguente cancellazione delle ultime sette prove tra Are e le finali di Cortina.

Niente spettacolo finale tra Brignone, Shiffrin e Vlhova, ma il chief race director italiano (nativo di Camporosso di Tarvisio, dove si trova anche in questi giorni di quarantena) scelto la scorsa primavera al posto di Atle Skaardal, si dice soddisfatto della sua prima avventura nel massimo circuito, dopo aver guidato per 5 anni la Coppa Europa.

L'abbiamo contattato per farci raccontare il suo punto di vista su vari temi, a partire dallo stop definitivo arrivato la sera prima dello slalom parallelo di Are, il momento in cui si è conclusa la Coppa del Mondo vinta da Federica Brignone.

Gerdol, che sensazioni ha avuto in una stagione così particolare e per certi versi drammatica? Era il suo primo anno alla guida della Coppa del Mondo ed è successo... di tutto.

“Non voglio farmi condizionare nel giudizio da questo finale unico nella storia, perchè sino a fine febbraio abbiamo vissut una stagione certamente difficile da gestire, ma positiva considerato che nei vari siti di gara abbiamo trovato condizioni buone e tanta neve, pure troppa in certe occasioni come in Val d'Isère o Rosa Khutor. Serviva reagire subito per fare tutte le gare e siamo riusciti a recuperare con due trittici a Bansko e Crans-Montana. Ho trovato quel che mi aspettavo dopo le mie esperienze in Coppa Europa, poi da La Thuile le priorità sono cambiate”.

Prima che dover gestire piste e organizzazione, ha dovuto parlare con medici e autorità sanitarie...

E' così, il confronto con i comitati organizzatori e di conseguenza con i responsabili a livello sanitario è stato necessario per l'emergenza Coronavirus. Non facile, ma ci siamo adattati fin quando ad Are è successo quanto sapete: le regole del gioco erano chiare, avevamo già stabilito che in caso di positività o problemi da quel punto di vista, tutto si sarebbe fermato. E così è stato, c'è poco da recriminare”.

C'è chi ha contestato (Livio Magoni in primis, ndr) i mancati recuperi del gigante e dello slalom di Ofterschwang, così come il fatto che siano saltate le ultime dieci gare in programma. Si potevano trovare altre soluzioni?

Ofterschwang aveva un piano per trasportare la neve con i camion, ma due giorni prima del controllo neve ci eravamo già resi conto che il caldo, con previsioni negative, non avrebbe consentito di preparare un tracciato buono. Sono arrivate varie proposte, le abbiamo esaminate tutte ma non c'erano chances, visto che in Germania non c'era neve, in Svizzera e Austria la disponibilità per gareggiare, in Italia il problema Coronavirus che sembrava quasi circoscritto al nostro paese. Jasna? Un discorso che non è mai esistito, non abbiamo ricevuto alcuna richiesta dalla federsci slovacca. Tutto qua”.

Ci sono state polemiche anche per le gare di Garmisch, in particolare con gli incidenti di Rebensburg e Goggia in super-g. Dall'altro lato, però, avete messo la sicurezza davanti a tutto cancellando gare tra Val d'Isère e Rosa Khutor. Quanto è stato complicato gestire situazioni così differenti?

Va detto che la Kandahar non è una pista semplice e gli incidenti sono capitati ad atlete importanti, quindi è chiaro che se n'è parlato maggiormente. Mi sento di dire, però, che pur nelle difficoltà di quel tracciato, sono stati errori individuali e anche nelle riunioni successive a quella domenica, è stato riconosciuto come sia stato fatto il massimo per tutelare le atlete. Credetemi, sono il primo a cui fa molto male quando assistiamo a certi infortuni”.

La nuova formula della combinata, senza l'inversione dopo la manche di velocità, ha certamente mantenuto i valori tecnici con le più forti a giocarsela. Televisivamente, però, l'interesse non può che calare con il risultato acquisito dopo 4-5 atlete nella manche di slalom...

E' vero, è il problema principale e un tema che verrà affrontato nelle prossime riunioni per capire come migliorare da questo punto di vista, perchè è chiaro che su questo piano la nuova regola non funziona. Dal punto di vista sportivo, ci sono tante ragazze brave in entrambe le discipline e quindi i valori sono quelli, con inversione o senza...”.

I paralleli, invece, continuano a far discutere. A Sestriere si è parlato di gara decisa dal sorteggio della pista.

Io credo che in questo format si stia migliorando. Innanzitutto siamo arrivati ad uniformare la disciplina, siamo vicini al compromesso ideale. Con la traccia del GPS i percorsi sono identici, il problema sorge quando la pista può rovinarsi su qualche porta. Doppia manche sino alla finale? E' un tema da discutere anche con le tv, perchè come sapete il problema non è necessariamente la durata complessiva della gara, quanto i tempi “morti” da gestire”.

Che idea si è fatto del trionfo finale di Federica Brignone?

Io ritengo che la validità della sua vittoria non si possa discutere: aver disputato il 75% delle gare è un dato buono, purtroppo ci siamo trovati di fronte ad una situazione del tutto imprevedibile. Sulle 30 gare, Brignone ha fatto più punti di tutte le altre: l'assenza di Shiffrin non toglie nulla ai meriti di Federica, che è stata brava in tutte le discipline come non è riuscito ad altre atlete”.

E' preoccupato per la mancata disputa delle finali di Cortina quale test event verso i Mondiali 2021?

Direi di no, perchè a Cortina sanno lavorare molto bene e non avranno grossi problemi a livello di gestione tecnica, considerata l'esperienza accumulata e le tante gare disputate a livello femminile. Noi come FIS faremo ulteriori sopralluoghi rispetto a quelli già previsti, più che altro perchè non abbiamo avuto la possibilità di testare le parti logistiche dell'evento, la zona d'arrivo differente, le premiazioni, i trasporti”.

La sua agenda ai tempi del Coronavirus ha tante pagine bianche in più?

Abbiamo sospeso le consuete ispezioni primaverili, solitamemente utili con la presenza della neve. Le faremo tra estate e autunno, ma tutte le riunioni di preparazione le faremo in conference call, a partire già dalle prossime settimane. La tecnologia ci aiuta e non rimarremo fermi, almeno rispetto ad altri sport abbiamo la fortuna di poter programmare una nuova stagione, anziché dover concludere quella attuale”.

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