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La classe di Deborah: sempre lontana dalle luci dei riflettori, anche per questa festa così speciale

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Sci Alpinocompagnoni day

La classe di Deborah: sempre lontana dalle luci dei riflettori, anche per questa festa così speciale

Compagnoni Day: la famiglia, l'associazione benefica, il silenzio che dice più di mille parole. E il rapporto speciale con Alberto Tomba.

Una classe innata, per una donna capace di emergere anche non volendolo, visto che le luci dei riflettori non hanno mai fatto per lei.

Deborah Compagnoni ha voluto festeggiare i suoi 50 anni in famiglia, lontana da interviste e celebrazioni; ad oltre 21 anni di distanza dal suo ritiro dallo sci, sono abbastanza rare le occasioni in cui la si può vedere in occasione delle gare del circo bianco, magari in quella Cortina dove il marito Alessandro Benetton riporterà i campionati del mondo, oppure nel parterre d'arrivo della Stelvio di Bormio.

I figli, Agnese, Luce e Tobias, ormai sono abbastanza grandi e stanno intraprendendo il loro percorso, con gli studi che permettono alla stessa Deborah di concedersi un po' di tempo per una sua grande passione qual è la pittura. E per portare avanti, ovviamente, l'associazione “Sciare per la vita” che ha creato nel 2002 per supportare la ricerca contro la leucemia che, tre anni prima, portò via la cugina Barbara (anch'essa sciatrice).

Ora l'azzurra più vincente di sempre si sente un po' la madrina delle azzurre che tanto bene stanno facendo negli ultimi anni, anche nei giorni scorsi non ha mancato di fare arrivare i suoi messaggi a Federica Brignone, per complimentarsi nuovamente dopo la conquista della Coppa del Mondo. E poi il rapporto speciale con Alberto Tomba, che ha vissuto con lei tutti i momenti più belli, ma anche il giorno drammatico del gigante di Albertville con il bolognese (reduce dal terzo oro olimpico, pochi minuti dopo il successo di Deborah in super-g) a chiamarla subito dopo l'incidente, e quelli con il tecnico che l'ha affiancata per una vita, il compaesano Tino Pietrogiovanna, o con lo skiman di fiducia, quel Mauro Sbardellotto che, tanti anni dopo, ha vissuto con Federica Brignone la soddisfazione di vincere l'unico trofeo che mancava dalla collezione dello sci italiano femminile e da quella di Deborah Compagnoni.

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