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La Brignone più pura si confessa: "La mia vita semplice, l'amore per lo sci e il sogno più grande"

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Sci Alpinola campionessa azzurra

La Brignone più pura si confessa: "La mia vita semplice, l'amore per lo sci e il sogno più grande"

La campionessa valdostana ha parlato con lo staff di HastaFisio, che la curò nel periodo più duro. E sono usciti aspetti interessantissimi del suo mondo e di una mentalità che l'ha portata in cima al mondo.

La Federica più pura, quella cresciuta con il piacere del divertimento e, passo dopo passo, diventata la Brignone vincitrice della Coppa del Mondo.

Sono tante le interviste e mille le parole e i pensieri espressi dalla campionessa valdostana in questi giorni, ma l'intervento di Fede in occasione di una diretta social con lo staff di HastaFisio, il centro di Asti dove si curò già nel primo periodo duro della carriera, quello post infortunio del dicembre 2012, ci ha svelato un lato molto interessante della persona, ancor prima dell'atleta.

Dai primi sci di plastica, “avevo tipo un anno e mezzo, entrai nel negozio e di fatto obbligai i miei genitori a comprarmeli uscendo con gli attrezzi ai piedi”, al trasferimento da Milano alla Valle d'Aosta per cominciare le scuole elementari e fare sci in una maniera ben lontana dall'ambizione dell'agonismo e dallo stress che ne deriva. “Ho sempre sciato per divertirmi, anche se ero già una competitiva nello spirito. Si sciava in compagnia, allo Sci Club Courmayeur (lo stesso di mamma Ninna Quario), al mercoledì, al sabato e alla domenica. Il bello però è che lo praticavo solo nei mesi invernali, mentre dalla primavera all'estate e sino ad autunno inoltrato, facevo tutt'altro.

Atletica, pattinaggio, nuoto, arrampicata, ginnastica artistica, golf e tennis... lo sport e il movimento sono tutt'ora i miei svaghi, i miei giorni di riposo praticamente non esistono perchè mi diverto ancora a fare tutto questo”.

E quando Federica ha capito che lo sci sarebbe potuto diventare qualcosa di... grosso? “Solo dopo il primo podio in Coppa del Mondo (gigante di Aspen, 28 novembre 2009, ndr). Sino a 19 anni, infatti, avevo una vita tutto sommato normale, perchè ci tenevo a far bene a scuola e poi all'università; io da giovane non vincevo molto, anzi era normale perdere molto più che ottenere dei successi. Ero tra le prime a livello regionale, ma a livello nazionale ben lontana dal vertice. Solo quindicenne, da allieva, ho iniziato ad emergere, poi l'ingresso in comitato e la cura della preparazione atletica e i tanti giorni di sci mi hanno permesso di fare il salto di qualità. Sino a quel momento, ci facevamo una settimana estiva a Les Deux Alpes, l'estate non significava sci perchè i miei genitori non volevano che mi stufassi di questo sport”.

Un grande insegnamento, quello di mamma Ninna e papà Daniele, che hanno visto la loro Federica soffrire eccome, dopo la prima qualificazione alle Olimpiadi (Vancouver 2010) e quell'argento nel gigante mondiale di Garmisch 2011: “Nel 2015 avevo tanti dubbi sulla possibilità di ritrovare il mio livello – la confessione di Fede – e mi sono detta che sarei andata avanti solo facendo tutto per bene con un preparatore che mi seguisse quotidianamente, ma anche la scelta di affidarmi a tante persone nei vari ruoli che servono ad uno sciatore per fare quel clic che, nel mio caso, è scattato con la vittoria nel gigante di Soelden dell'ottobre 2015”.

E se Brignone spiega che “in realtà non avessi idoli da poster in camera, ma in famiglia abbiamo sempre fatto il tifo per tutti i campioni italiani, da Deborah a Isolde, da Albertone a Kristian, e tra le sciatrici straniere mi piaceva tanto Sonja Nef”, l'amicizia con Marie-Michele Gagnon è talmente forte da “essersi fatte la promessa di girare il mondo assieme, una volta terminata la carriera”.

Interessanti anche altri due aspetti dell'attualità nel mondo sciistico di Federica: “C'è tanto stress e il livello è pazzesco, ma se vedo un Kristoffersen andare in giro con 20 paia di scarponi, posso dire che io quasi quasi utilizzo lo stesso per ogni specialità.  Nasco col gigante, ma preferisco il super-g perchè hai una sola chance, non puoi provare e mi piace l'idea di saper valutare un passaggio difficile, usando testa e istinto”. Il rapporto col fratello Davide è “bellissimo, sappiamo separare la parte lavorativa da quella familiare, ma viviamo praticamente 24 ore assieme nel periodo delle gare ed è un supporto straordinario”, mentre è finito quello durato otto anni con lo storico fidanzato, il discesista francese Nicolas Raffort.

Se Fede cambierà dopo questa impresa storica per lo sport italiano? Lei non crede proprio: “Ho sempre visto la Coppa del Mondo generale come il sogno più grande, l'ho realizzato ma io credo e spero di rimanere sempre me stessa, perchè è una delle prerogative più importanti. Voglio avere la mia vita, questa semplicità e i rapporti con famiglia e amici com'è sempre stato anche dopo le prime vittorie e le medaglie”.

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