Da Olimpia a Cervinia, un giorno di Fede nel segno del destino: Brignone, le prime risposte sono buone

Da Olimpia a Cervinia, una mattinata nel segno del destino, visto che negli stessi minuti in cui veniva acceso il sacro fuoco nel cuore della Grecia per avviare il percorso verso i Giochi di Milano Cortina 2026 (con Stefania Belmondo e Armin Zoeggeler primi tedofori azzurri, QUI i dettagli della cerimonia), Federica Brignone tornava in pista, 237 giorni dopo il terribile infortunio del gigante degli Assoluti.

Dal 3 aprile al 26 novembre, un viaggio di sofferenza e determinazione fuori dal comune, per rimettere gli sci ai piedi sulle sue nevi, da Plan Maison per qualche giro in campo libero che ha riacceso la speranza di tutti gli appassionati di vedere la campionissima azzurra poter tornare in tempo per le Olimpiadi di casa.

Se Fede potrà essere più o meno competitiva, solo questi due mesi abbondanti potranno dircelo, è chiaro che l’approccio deve essere cauto ma le primissime risposte sono state positive, dopo aver rotto il ghiaccio con il fratello e coach Davide al fianco, con lo skiman Mauro Sbardellotto e lo staff federale a supporto, dopo aver ricevuto il via libera dalla commissione medica FISI presieduta dal dottor Andrea Panzeri, che intervenì sulla gamba sinistra di Brignone in quella difficilissima serata della scorsa primavera, alla clinica La Madonnina di Milano.

Poi il durissimo periodo, durato praticamente sino a pochi giorni fa, di riabilitazione nelle strutture del J Medical di Torino, e l’inizio di una nuova fase con sci da turismo per fare il primo passo, prima di tornare ad alternare il fondamentale lavoro in palestra a quello in pista, dove solo con i veri allenamenti capiremo se Federica potrà reggere i carichi necessari per competere.

Tornerà già a gennaio? Se lo chiedono tutti, è chiaro che in ottica olimpica sarebbe determinante. Ancora qualche settimana di lavoro mirato e ci si potrà avvicinare.