C'è grande incertezza sul futuro del bob azzurro. La FISI non ha ancora ufficializzato la composizione delle squadre nazionali e gli atleti al momento si allenano per conto proprio.
Il carabiniere di Pieve di Cadore è fortemente intenzionato a proseguire la propria carriera agonistica, nonostante un'ultima stagione tutt'altro che brillante, ma chiede certezze da parte della Federazione, "Serve un progetto a lungo termine per ricreare un movimento importante. Non sarà impresa facile ma è necessaria. Per concretizzarla occorre trovare gente nuova e ricostruire la squadra, lavorando tanto sulla spinta, tallone d'Achille da ormai troppo tempo."
Le parole di Bertazzo sono l'ennesima dimostrazione di quanto il sistema del bob italiano abbia ormai toccato il fondo e che mai come in questo momento sia necessario operare un drastico cambiamento. Non bisogna dimenticare che la crisi di questa disciplina, che in passato ha dato tanto allo sport italiano, parte da molto lontano e che il suo apice si è manifestato nel corso delle ultime due stagioni.
Tralasciando l'affair doping di Frullani che ha ulteriormente macchiato l'immagine della squadra italiana, appare evidente che il mondo del bob azzurro abbia sbagliato a focalizzarsi nell'ultimo triennio principalmente su un unico equipaggio, che a conti fatti ha raccolto solamente un tredicesimo posto nei grandi appuntamenti, piuttosto che iniziare a seguire con maggiore interesse la possibile ascesa del giovane talento altoatesino Patrick Baumgartner campione olimpico giovanile o a garantire più spazio in ambito internazionale all'interessante team femminile pilotato da Serena Capponcelli.
Inoltre, è importante sottolineare come anche all'interno delle varie squadre ci sia del malcontento, prova ne sono le continue frecciatine che nel corso degli anni gli atleti italiani hanno rivolto contro i propri colleghi e tecnici spesso utilizzando i più famosi social network.BOB, SCELTI DAI LETTORI
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