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Darya Domracheva a NeveItalia: "Diventare la più vincente di sempre? Perchè no!"

Darya Domracheva a NeveItalia: 'Diventare la più vincente di sempre? Perchè no!'
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Darya Domracheva a NeveItalia: "Diventare la più vincente di sempre? Perchè no!"

A due settimane dall'inizio della Coppa del Mondo di biathlon, NeveItalia.it ha intervistato Darya Domracheva, vincitrice di 3 ori olimpici a Sochi 2014. La bielorussa, 28 anni, ha parlato di Klaus Siebert e del nuovo tecnico Alfred Eder, di cosa ha cambiato nella tecnica di tiro, di come il biathlon resti un rifugio, delle problematiche delle nazioni non appartenenti alla Zona Schengen e della possibilità di diventare la più vincente di sempre.

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Come è andata la sua preparazione estiva? Ha avuto problemi di qualche tipo?
"Fortunatamente durante l'intera estate ho potuto allenarmi secondo i programmi. Certo ho avuto qualche piccolo e breve malanno, ma niente che abbia stravolto la mia preparazione".

Parliamo dei cambiamenti avvenuti nel suo staff. Dopo 6 anni non lavora più con Klaus Siebert e Alfred Eder è il nuovo coach della Bielorussia femminile. Cosa ci può dire riguardo questo cambiamento?
"Sono stati sei anni molto belli con Klaus, tutta la squadra gli è molto grata per il tempo concessoci e la passione con cui ha lavorato con noi. Però la vita ogni tanto ci pone davanti situazioni inaspettate. Klaus ci ha supportato durante tutti questi anni e ora lui ha bisogno del nostro supporto più che mai, cercheremo di farlo anche a distanza. Però al tempo stesso lo sport professionistico non si ferma e ogni squadra ha bisogno di un allenatore, uno specialista di alto livello che sappia come lavorare con gli atleti. È stato bello che Alfred abbia accettato il nostro invito e cercheremo di ottenere risultati pesanti durante l'inverno per lui e per tutti i nostri allenatori".

Il vostro direttore sportivo Andrian Tsybulsky ha detto che l'ingaggio di Eder è stato pensato anche per apportare stabilità al tiro. Può darci qualche dettaglio in più al riguardo?
"Con Alfred abbiamo organizzato allenamenti molto meticolosi. Il piano non è molto differente da quello di Klaus, ma sono state apportate alcune piccole modifiche. Tutto sta andando bene e ci intendiamo ottimamente. Riguardo il mio tiro, capiremo presto il mio livello. Abbiamo cambiato alcune piccole cose che però possono essere importanti, per esempio nella mia posizione di tiro a terra e sul calciolo della carabina".

Andrian Tsybulsky ha anche detto che il suo obiettivo non è un mistero e si tratta di quella Sfera di cristallo su cui non ha ancora messo le mani. Pensa che sinora le sia mancato qualcosa per vincerla, oppure il fatto di non averla mai conquistata è solo figlio di situazioni poco favorevoli?
"Sicuramente l'anno scorso alcune cose hanno influenzato in negativo la mia classifica generale. Per esempio la sospensione dell'inseguimento di Östersund dove ero in testa e il fatto che le gare olimpiche non abbiano assegnato punti per la Coppa del Mondo. Però io preferisco guardare avanti, quanto successo nel 2013-'14 è storia e parte della mia biografia, meglio tenerlo buono per un libro! Ora sto scrivendo una nuova pagina nel libro della mia vita. Nuova stagione, nuovo capitolo!"

Abbandoniamo lo sport per un attimo. Lei era già una star, ma a febbraio è diventata la prima sportiva a essere eletta "Eroe della Bielorussia", ovvero a ottenere la più alta onorificenza del suo Paese. È cambiato qualcosa nella sua vita dopo i successo di Sochi 2014, la sua popolarità è cresciuta ulteriormente?
"Sicuramente la mia popolarità è cresciuta sia in Bielorussia che all'estero. È incredibile il numero di messaggi ricevuti dai tifosi, e sento di godere di molte più attenzioni dalle persone attorno a me. Lo status di Eroe della Bielorussia non ha cambiato la mia vita, continuo a fare sport, ma mi rendo conto che il mio tempo libero si è ridotto. Devo fare molta più attenzione ai miei programmi e pianificare accuratamente le situazioni che non riguardano il biathlon. Ho partecipato in alcuni progetti interessanti di recente, sono diventata Goodwill Ambassador del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. Di sicuro sempre più persone e aziende vorrebbero avermi nei loro eventi, ma la mia vita improntata sullo sport, con molto allenamento e molti raduni, è un rifugio e mi evita molte pressioni esterne".

Lei è sempre in prima linea quando si parla di solidarietà e ne ha dato prova anche ai fan italiani supportando il progetto dello sciclub Focolaccia e dell'associazione umanitaria YRA di Lucca per aiutare i bambini di Gomel. Recentemente lei ha lanciato una raccolta fondi per aiutare Tatiana Miskevych. Può spiegare cosa sta succedendo?
"È una storia che riguarda una ragazza russa che in passato ha praticato sci di fondo e biathlon. Ora è mamma di due bambini, ma qualche tempo fa ha scoperto di avere un cancro alla pelle. Quindi è stata operata e sta seguendo la riabilitazione, ma le cure in Russia sono molto costose. Speriamo tutto vada per il verso giusto. Questo è il suo profilo Facebook, dove si possono vedere le sue foto e quelle dei suoi bimbi. Sul mio profilo invece ci sono le informazioni nel caso qualcuno volesse effettuare una donazione.

In febbraio in Bielorussia si disputeranno i Mondiali junior, inoltre è stato costruito un nuovo impianto a Vitebsk, vicino al confine russo. Quindi state investendo molto sul biathlon. Una tappa di Coppa del Mondo è utopia?
"Sì la Bielorussia sta investendo parecchio, e c'è una ragione specifica: ci sono nuove regole riguardo i visti del trattato di Schengen. Ora gli atleti delle nazioni che non aderiscono al trattato non possono stare nella zona-Schengen più di 90 giorni ogni sei mesi. Questo significa che gli atleti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Kazakistan, Cina, Sud Corea e molte altre nazioni potrebbero non avere la possibilità di partecipare a tutte le tappe di Coppa del Mondo. Se vogliamo che il biathlon diventi uno sport veramente globale dobbiamo porre attenzione a queste problematiche. Raubichi potrebbe essere una perfetta soluzione per questa situazione e sarebbe un'ottima cosa per lo sviluppo del biathlon disputare metà delle competizioni nella zona-Schengen e l'altra metà in nazioni al di fuori di essa dove il biathlon è molto popolare. Raubichi potrebbe davvero essere un luogo su cui puntare. Geograficamente è al centro dell'Europa, è a mezz'ora di auto dall'aeroporto e a quaranta minuti dalla stazione dei treni di una città di 2 milioni di abitanti come Minsk. Le strutture sono di prima qualità e il biathlon in Bielorussia è popolarissimo, agli Europei del 2003 ci furono 50.000 spettatori. Quindi io spero e credo che si possa avere una tappa di Coppa del Mondo".

Lei è probabilmente la biathleta più veloce in assoluto sugli sci. Miriam Gössner e Kaisa Mäkäräinen hanno già tentato la strada dello sci di fondo. Lei ha intenzione di provarci?
"Potrebbe essere interessante, anche perché io l'ho già praticato molto tempo fa e ho cominciato la carriera da fondista. Forse mi potrete vedere in una gara di sci di fondo molto presto, dipenderà dal mio programma di allenamenti. Però devo dire che amo molto di più il biathlon ed è la mia vera passione".

Lei ha 28 anni ed è già tra le sette biathlete più forti di sempre, ma guardiamo oltre. Lei ha 19 vittorie e Magdalena Forsberg 42. Potrebbe diventare un obiettivo a lungo termine quello di superare la svedese?
"Ha ha! Perchè no? Ma forse l'obiettivo non è poi così a lungo termine..."

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