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Torino 2006. Da comprimario di lusso a campione olimpico, il trionfo di Michael Greis nella 20 km

Torino 2006. Da comprimario di lusso a campione olimpico, il trionfo di Michael Greis nella 20 km olimpica
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Getty Images

BiathlonBiathlon - 10 anni fa

Torino 2006. Da comprimario di lusso a campione olimpico, il trionfo di Michael Greis nella 20 km

L'11 febbraio 2006 sulla pista di Cesana San Sicario si apre il programma del biathlon ai XX Giochi olimpici invernali. Va in scena la 20 km maschile, gara che si risolve con il trionfo di un "comprimario di lusso" e in cui l'Italia sogna a lungo le medaglie.

Essendo prova olimpica il contingente di tutte le nazioni è limitato a 4 atleti. Alcuni Paesi devono pertanto effettuare scelte dolorose.

In particolare in casa Germania il capo allenatore Frank Ullrich assicura il posto a Sven Fischer, Michael Greis e Michael Rösch, mentre l’ultimo pettorale viene deciso nei giorni antecedenti alla gara tramite un autentico spareggio interno fra Alexander Wolf e Ricco Gross. È proprio quest’ultimo a strappare il biglietto per la competizione a Cinque cerchi, mentre il ventisettenne di Oberhof – che solo un mese prima indossava il pettorale giallo – è costretto a rimanere a bordo pista.

Fra le superpotenze hanno decisamente meno grattacapi la Norvegia e la Russia. Certo, restano fuori il giovanissimo Emil Hegle Svendsen o uomini del calibro di Nikolay Kruglov e Sergei Rozhkov, tuttavia parlano i risultati e dati alla mano in ambedue le nazioni ci sono quattro concorrenti più qualificati. 

Si annuncia una prova molto lunga poiché i favoriti optano per strategie differenti. Per esempio i francesi e i russi scelgono pettorali bassi, al contrario i norvegesi optano per partire con numeri alti. Dal canto loro i tedeschi diluiscono i propri portacolori.

Al termine di una competizione ricca di colpi di scena è proprio la Germania ad aggiudicarsi la prima medaglia d’oro di Torino 2006. Il nuovo campione olimpico dell’Individuale è infatti Michael Greis che, alla vigilia, si collocava sulla linea di confine tra il ristretto novero dei favoriti e quello più ampio degli outsider.

Il bavarese realizza una performance a cui è difficile replicare poiché tiene un passo sostenutissimo sugli sci e al contempo manca un unico bersaglio. I due uomini in grado di far meglio nel fondo sbagliano più di lui e di conseguenza nessuno può contrastarlo.

Alla luce di quanto messo in mostra durante l’inverno in corso il successo di Greis non è certo una sorpresa. Dati alla mano l’atleta di Nesselwang deteneva la seconda media punti più alta del circuito, derivante però da tanti piazzamenti di prestigio (sette volte tra i primi sei in dieci gare disputate), senza alcuna affermazione.

Addirittura quello odierno è solamente il secondo successo della carriera del ventinovenne dell’Ostallgäu che, curiosamente, aveva ottenuto la sua unica vittoria proprio nell’Individuale pre-olimpica disputata a San Sicario il 9 febbraio 2005.   

Stesso posto, stesso format, un anno dopo e per Greis arriva la giornata di grazia e con essa l’oro olimpico. Sembra la consacrazione del comprimario di lusso in seno a una squadra tedesca le cui star restano i veterani Sven Fischer e Ricco Gross, che a Torino 2006 sanno di avere l’ultima opportunità della carriera per conquistare il successo a Cinque cerchi, e in cui il pittoresco Michael Rösch catalizza maggiormente l'attenzione.

Oggi però gli altri teutonici restano lontani dal podio. Il primo è piuttosto opaco sugli sci e conclude solamente diciassettesimo. Il secondo invece fa leva sulla sua precisione, ma una penalità in chiusura gli preclude la gloria e lo relega in undicesima piazza. Il terzo, infine, non perviene neppure causa 6 errori.

Sono due invece i bersagli mancati che impediscono al grande favorito Ole Einar Bjørndalen di confermare il titolo conquistato a Salt Lake City 2002. Lo scandinavo non ha rivali nel fondo, ma deve accontentarsi della medaglia d’argento a 16” da Greis. Quantomeno il trentaduenne di Simostranda è bravo a raddrizzare la propria gara trovando due poligoni puliti dopo aver sbagliato nei primi due.

Per la medaglia di bronzo va in scena un duello virtuale tra due veterani tirati a lucido. Alfine il gradino più basso del podio è occupato dal trentaseienne norvegese Halvard Hanevold, al tiro autore di una prova analoga a quella di Bjørndalen, che nel giro conclusivo riesce a resistere per soli 8 decimi al ritorno del trentanovenne russo Sergei Tchepikov. Quest’ultimo vede sfumare in extremis la possibilità di tornare sul podio olimpico già calcato a Calgary 1988, Albertville 1992 e Lillehammer 1994!

Quinta piazza per la grande sorpresa di giornata. Lo slovacco Marek Matiasko, fratello maggiore di quel Miroslav tutt’ora in attività, disputa la cosiddetta gara della vita e sfiora addirittura una clamorosa medaglia, alfine mancata a causa di un errore all’ultimo tiro.

Discorso simile per Christian De Lorenzi, che fa sognare l’Italia in un periodo in cui i podi erano merce rara. Il venticinquenne valtellinese flirta con il bronzo prima di mancare un bersaglio in chiusura e attestarsi al settimo posto, subito alle spalle del francese Julien Robert, l’unico degli 88 partenti a realizzare lo shoot-out.

In precedenza anche René Laurent Vuillermoz aveva stuzzicato le fantasie azzurre. Il valdostano era uscito addirittura con il miglior tempo dal primo poligono ed era rimasto in corsa per i metalli fino alla sessione conclusiva, dove però tre penalità lo fanno sprofondare in venticinquesima posizione.

L’Italia inserisce comunque due uomini nella top ten poiché il trentottenne Wilfried Pallhuber comincia male, ma poi risale progressivamente la china fino a una prestigiosa nona piazza. L’ultimo azzurro impegnato, Paolo Longo, si classifica cinquantacinquesimo.

Oltre al già citato Fischer, la grande delusione della gara è Raphael Poirée. Il francese, ancora alla caccia del primo oro olimpico della carriera, appare opaco sugli sci e soprattutto sbaglia troppo a terra, concludendo mestamente ventesimo.

I due grandi sconfitti rimangono comunque nelle prime due posizioni della classifica generale di Coppa del Mondo (all’epoca le gare dei Giochi olimpici avevano valore anche per la Sfera di cristallo). Poirée difende infatti il pettorale giallo con 415 punti seguito da Fischer a 381. Greis si riporta al terzo posto con 379, scavalcando Rösch fermo a 376. Intanto Bjørndalen risale al quinto posto con 343…   

Per Greis arriva la classica ciliegina sulla torta poiché oltre all’oro olimpico conquista anche la Coppa del Mondo di specialità dell’Individuale in quanto la 20 km odierna è anche l’ultima della stagione.

Gli uomini torneranno in pista il 14 febbraio, per la sprint. Prima però toccherà alle donne che il 13 febbraio disputeranno la loro individuale.

POS

|

ATLETA

|

NAT

|

TIRO

|

TEMPO

1

|

GREIS Michael

|

GER

|

0+1+0+0

|

54:23.0

2

|

BJOERNDALEN Ole Einar

|

NOR

|

1+1+0+0

|

+16.0

3

|

HANEVOLD Halvard

|

NOR

|

1+1+0+0

|

+1:08.9

4

|

TCHEPIKOV Sergei

|

RUS

|

1+0+0+0

|

+1:09.7

5

|

MATIASKO Marek

|

SVK

|

0+0+0+1

|

+1:25.6

6

|

ROBERT Julien

|

FRA

|

0+0+0+0

|

+1:36.4

7

|

DE LORENZI Christian

|

ITA

|

0+0+0+1

|

+1:41.0

8

|

TCHEREZOV Ivan

|

RUS

|

1+0+0+1

|

+1:42.7

9

|

PALLHUBER Wilfried

|

ITA

|

1+0+0+0

|

+1:45.4

10

|

HAKKINEN Jay

|

USA

|

2+0+1+0

|

+1:47.9


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