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La Traversata delle Alpi sci ai piedi dal Monte Mangart (UD) a Garessio (CN)

Partenza dal Mangart - Photo by Luca Vuerich
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Luca Vuerich

Sci Alpinismo

La Traversata delle Alpi sci ai piedi dal Monte Mangart (UD) a Garessio (CN)

Il cuneese Paolo Rabbia, sulle orme di Bonatti, ha concluso sabato 28 febbraio la sua impresa: ha attraversato le Alpi, 1750 chilometri con gli sci ai piedi: dal monte Mangart, al confine con la Slovenia, a Garessio, nelle alpi Marittime al confine tra Piemonte e Liguria
Ottantamila metri di dislivello in salita con gli sci ed uno zaino di 16 kg.

Rabbia era partito lo scorso 29 dicembre dal monte Margart nei pressi di Tarvisio, affrontando ogni giorno incognita e avventure diverse; i primi giorni sempre tra -10° e -20°, poi è andata meglio, anche se il vento e il freddo hanno spesso complicato la sua tabella di marcia.

Alcune tappe del viaggio (dalla cronistoria di gazzetta.it):
1 gennaio - Da Ugovizza (Alpi Giulie), in compagnia del fotografo Luca Vuerich (cinque ottomila già scalati), l’alpinista piemontese e il fotografo sono arrivati fin sotto al passo Cercevesa, e bloccati dall'oscurità hanno deciso che era meglio fermarsi in una vecchia malga. Oggi la risalita fino alla forcella Cercevesa in circa 4 ore, percorso veramente impegnativo a causa della vegetazione che impediva di procedere comodamente. Nel pomeriggio la discesa fino al paese di Timau con l'obiettivo domani di arrivare in Austria al rifugio Valentina.

4 gennaio - In veneto: Oggi Paolo Rabbia è approdato a Sappada (Belluno). Dal rifugio Valentina abbiamo risalito la valle e siamo ridiscesi al rifugio Pichel Hutte, e da qui scesi fino a Forni Avoltri e risaliti a Sappada. E' stata una tappa molto dura dal punto di vista meteo, in Austria il cielo era coperto e soffiava un vento forte e freddo proveniente da Nord. Paolo è comunque molto contento, domani camminerà in Veneto: in 6 giorni è arrivato dalla Slovenia fino al Veneto.

9 gennaio - In Alto Adige: Paolo oggi, dopo avere fatto il passo di Giovo, è arrivato dopo una tappa di 40 km a Moso in Passiria, tra il Brennero e la Val Senales. Ieri ha avuto un leggero infortunio al legamento collaterale del ginocchio sinistro. Oggi ha preso antidolorifici ma a giorni gli verrà consegnato un tutore da usare in discesa. Da martedì è previsto maltempo quindi ora ha fretta di arrivare allo Stelvio.

24 gennaio - Lombardia e Svizzera: Da Moos in Passiria, dove mi trovavo l'11 scorso, ho poi effettuato la salita in sci del Similaun (3600) in compagnia di Diego Giovannini, l'autore del record dell'estate scorsa sui 4000 delle Alpi. Poi ho lasciato l'Alto Adige attraverso il passo dello Stelvio e passando per Bormio e Livigno sono arrivato in Svizzera nella zona del Bernina. Da qui in poi il tempo è via via peggiorato e ho scelto di risalire la valle superiore del Reno per arrivare, attraverso l'Oberalppass, ad Andermatt, dove mi trovo tuttora dopo aver dovuto rinunciare stamani ad attraversare il passo del San Gottardo per via di una violentissima bufera che mi ha obbligato a fare marcia indietro. Ora le condizioni in quota sono critiche per via dei grossi accumuli provocati dal vento e sono obbligato ad attendere un paio di giorni per cercare di raggiungere Airolo e proseguire verso la val Formazza.

28 gennaio - Piemonte: Paolo oggi è partito da Crampiolo, nel Parco Naturale dell'Alpe Devero (1800 m), comune di Baceno (Verbania), e ha raggiunto l'Alpe Veglia (1780 metri, pernotterà nel bivacco invernale del Rifugio Cai Città di Arona) comune di Varzo (Verbania), passando per la Bocchetta di Scatta d'Orogna (2440 m) e per il Passo di Valtendra (2491 m). Per buona parte del tragitto è stato accompagnato da tre militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Domodossola. Nella giornata di domani ha intenzione di raggiungere il Passo del Sempione passando per la Bocchetta d'Aurona (2848 m).

Febbraio - Piemonte e Valle d'Aosta: Paolo attraversa i momenti peggiori sul San Gottardo, in mezzo a una bufera terribile: «mi sono perso ma l'istinto mi ha permesso di ritornare dalla via con la quale ero arrivato fin lì e di rifugiarmi ad Andermatt».
Sempre in neve fresca o ghiacciata, uno sci all'estremo: «solo tre volte sono passato su piste battute ed è stato una liberazione». Il punto più alto sul quale è passato è stato sul Breithorn, 4165 metri.
Al Rosa e al Bianco ha dovuto rinunciare perché le condizioni metereologiche erano impossibili. «Attorno al monte Bianco ci sono passato per cinque giorni e non sono nemmeno mai riuscito a vederlo in mezzo alla tormenta».

28 Febbraio - Arrivo a Garessio: Le ultime valli prima dell'arrivo erano messe sempre con il versante di salita con la neve fresca e con neve ghiacciata a croste che si rompeva in discesa. «E' stato un calvario»

Prima di lui questo giro in solitaria era riuscito all'alpinista esploratore e reporter Walter Bonatti negli anni '50, a cui è tra l'altro intitolato il Rifugio Walter Bonatti in Val Ferret.

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