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Stati generali della Montagna

Stati Generali della Montagna
Tecnica

Stati generali della Montagna

Tra il 20 ed il 21 novembre si terranno al Centro Congressi del Lingotto di Torino gli Stati generali della Montagna organizzati dalla UNCEM (Unione Nazionale Comuni comunità Enti Montani).


Si tratta della seconda volta di questa importante istituzione nella città olimpica. La prima era stata nel 2001 ed aveva prodotto un documento che tracciava la rotta per l’ingresso nella modernità delle comunità montane. Erano stati elaborati tre piani di intervento politico su livello nazionale, europeo e regionale.

Il piano nazionale si preoccupava di promuovere il varo di una legge sulla montagna “inserendo in essa i necessari meccanismi per tradurre in mercato, occupazione e capacità reddituale per gli abitanti della montagna le risorse montane, ad iniziare dalla risorsa acqua (che deve garantire il ritorno del suo valore aggiunto ai territori produttori) e alle forme di compensazione per l'utilizzo del territorio montano per infrastrutture funzionali al benessere nazionale ed internazionale” (*).
Il piano europeo era mirato per "l'inserimento della specificità montana nella nuova Costituzione europea e la concretizzazione di una specifica direttiva comunitaria per il periodo di programmazione 2007-2013 in nome del ruolo di integrazione che la montagna svolge per l'intero continente". (*)
Il piano regionale prevedeva “l'assegnazione di una specifica garanzia di rappresentatività delle aree montane in funzione del loro territorio” (*).


Sono passati cinque anni e cosa è successo? La Costituzione Europea ha fatto la fine che tutti sappiamo...
Bè, bando al pessimismo. Si ha di nuovo l’occasione per guardarsi in faccia tra le comunità montane e parlare di quale strada perseguire per uno sviluppo economico dei centri.

Nelle due giornate torinesi si parlerà di infrastruttture, ambiente, nuove tecnologie, fonti rinnovabili, turismo e sport.
Dal depliant di presentazione possiamo leggere:
La montagna è terreno comune dove sperimentare un nuovo modello di sviluppo economico così da garantire pari opportunità di crescita ai nostri cittadini. Lo sviluppo della montagna è, infatti, profondamente legato ai percorsi di riforma istituzionale, ad una più equa e solidale ripartizione territoriale delle risorse e dell’autonomia finanziaria e fiscale delle istituzioni locali, secondo un modello di federalismo che offra la possibilità ai territori di organizzarsi con criteri e modelli autonomi per convergenti obbiettivi di crescita...


Al dibattito contribuiranno gli interventi di alcuni importanti personaggi quali Manuela di Centa (campionessa olimpica dello Sci di Fondo e Parlamentare), Leonardo Domenici (sindaco di Firenze e presidente dell’ANCI), Vannino Chiti (Ministro dei Rapporti con il Parlamento), Giuseppe de Rita (presidente del CENSIS) e Linda Lanzillotta (Ministro per gli Affari Regionali).


Da appassionati veri di montagna dobbiamo guardare con serietà al dibattito che si terrà, perchè si getteranno le basi per come si svilupperà un’importante fonte di turismo e cultura ed un essenziale centro di fonti energetiche rinnovabili. Ma noi italiani spesso ce ne dimentichiamo. Le montagne occupano il 54% del nostro territorio. Nelle montagne ci sono le nostre radici. Siamo un popolo di Santi, poeti e navigatori... e montagnini... non dimentichiamolo.

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(*) tratto dal documento finale degli Stati generali del 2001.
Ulteriori informazioni: www.uncem.it.

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