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Anche il CAI tra gli ''Enti inutili non economici'' della finanziaria 2008

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Tecnica

Anche il CAI tra gli ''Enti inutili non economici'' della finanziaria 2008

Secondo una norma della finanziaria 2008 in discussione in parlamento per il contenimento della spesa pubblica dovrebbero essere eliminati i "piccoli enti pubblici non economici" con organico inferiore ai 50 dipendenti. E' probabilmente un occasione per molti per scoprire che il Club Alpino Italiano, oltre alle attività dei 305 mila soci volontari, ha anche 25 dipendenti statali che lavorano nella sede centrale dell'Ente Pubblico.

Tutti noi ci auspichiamo che il Club Alpino Italiano, con i suoi 144 anni di storia, non debba temere per il suo futuro. Il CAI è un esempio di efficienza e virtuosismo rappresentato dai 305 mila soci che lavorano tutti in regime di assoluto volontariato. Lo sottolinea in modo forte il Presidente del CAI, Annibale Salsa, in una lettera inviata alle maggiori cariche istituzionali del paese. Lo Stato destina al CAI un contributo di 3/4 milioni di euro all'anno, inferiore al 30% del suo bilancio (dati bilancio 2006).

La quota di contributo pubblico viene in parte impiegata per il pagamento del personale dipendente, che ha un compito di gestione tecnica e amministrativa con la finalità del coordinamento statale delle 489 sezioni e le 305 sottosezioni sparse in tutto il territorio nazionale. Il Presidente Salsa nella sua lettera sottolinea che il CAI si occupa di varie attività socialmente utili, tra cui:
- gestione di oltre 750 rifugi e bivacchi;
- mantenimento in efficienza dei sentieri su tutto il territorio nazionale;
- formazione di guide ed istruttori;
- sostenimento di alcuni progetti di valorizzazione della montagna;
- sostegno al fondo stabile per il mantenimento in efficienza dei rifugi.

Al Club Alpino Italiano appartiene inoltre in Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e speleologico, la cui attività e valenza nell'ambito della società civile ricevono costate ed ampio riconoscimento e che consente (sempre tramite l'attività dei volontari) di assicurare formazione, promozione e interventi tempestivi agli infortunati negli ambiti territoriali meno accessibili.

Se con la finanziaria 2008 verrà confermata la soppressione dell'ente CAI, occorrerà interrogarsi su un nuovo assetto societario; C'è chi si chiede che cosa dovrà fare il CAI rivisto in una prospettiva privatistica, soprattutto per mantenere la struttura centrale: Si dovrà ripensare il ruolo delle strutture immobiliari che oggi fanno capo all'ente? Eventualmente rivedere le tariffe dei 23000 posti letto dei tantissimi bivacchi e rifugi?

Il contributo pubblico potrebbe comunque essere erogato sotto altre forme, anche considerando che lo Stato ha attribuito per legge al CAI alcune attività istituzionali di controllo del territorio. Forse un nuovo assetto potrebbe evitare al CAI di dover essere in futuro annuverato tra gli "Enti Pubblici Inutili" e magari favorirebbe la nascita di altri soggetti che potrebbero svolgere un ruolo equiparabile a quello svolto oggi dal CAI.

La lettera del Presidente del CAI alle principali cariche istituzionali
Il bilancio CAI dell'esercizio 2006

 

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