Trojena, il sogno Arabo delle olimpiadi invernali nel deserto, in bilico secondo il Financial Times.

Trojena, il sogno Arabo delle olimpiadi invernali nel deserto, in bilico secondo il Financial Times.
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Trojena, il sogno Arabo delle olimpiadi invernali nel deserto, in bilico secondo il Financial Times.

Il progetto faraonico di Riyadh per trasformare un angolo arido della penisola arabica in una meta sciistica d’alto livello, parte del più vasto megaprogetto Neom, è seriamente in bilico. Secondo quanto riportato sul Financial Times, che cita fonti vicine all’iniziativa, il Regno si trova costretto a considerare l'opzione di spostare i Giochi Asiatici Invernali 2029 in altri Paesi, come Corea del Sud o Cina.

Ritardi, costi in aumento e complessità tecniche

  • Il complesso sciistico di Trojena, concepito come un centro invernale di livello mondiale, prevede 30 km di piste innevate artificialmente e si inserisce nel contesto desertico più estremo.
  • Tuttavia, la costruzione è in forte ritardo, con un aumento dei costi che rischia di compromettere l’intera tabella di marcia.
  • La complessità cresce: per produrre neve artificiale, l'acqua deve essere pompata da una fonte distante – il Golfo di Aqaba – superando un dislivello di 2,6 km. Inoltre, la realizzazione di un lago artificiale profondo 140 m, affidata all’impresa italiana Webuild, non è ancora iniziata a causa del ritardo negli impianti di dissalazione fondamentali.
  • Il progetto "The Vault", destinato ad ospitare servizi ricettivi e di intrattenimento direttamente nella montagna, procede a passo di lumaca. Si prevede che l’installazione di 3.000 cavi di tensione nelle pareti rocciose potrebbe richiedere più di otto anni, dato che i lavori procedono a un cavo al giorno.
  • La logistica non aiuta: le strade d’accesso sono inadeguate — strette, tortuose, con un solo senso per carreggiata — e difficili da percorrere per veicoli di grandi dimensioni. Spesso sono riservate esclusivamente alle operazioni di cantiere.

Piano B: verso la Corea o la Cina?

Fonti coinvolte rivelano che il Regno Saudita ha già avviato discussioni interne per identificare sedi alternative nei casi in cui Trojena non sia pronta in tempo. L’obiettivo sarebbe spostare l’edizione 2029 dei Giochi in Paesi dotati di infrastrutture già esistenti, come Corea del Sud o Cina, rimandando la possibilità di ospitare l’evento a una successiva edizione.

Tuttavia, la decisione finale spetterà al Consiglio Olimpico d’Asia (OCA). A dispetto delle dichiarazioni ufficiali di sostegno da parte della Cina — che, da parte sua, ha affermato di non essere a conoscenza di contatti ufficiali — e della Corea del Sud — anche questa insorge di non essere stata coinvolta — la situazione resta fluida.

Un duro colpo per la visione saudita

Il progetto Trojena è emblema dell’ambiziosa strategia di Vision 2030, voluta dal principe ereditario Mohammed bin Salmān per rilanciare il Paese tramite grandi opere sportive e infrastrutturali, inserendole in un contesto di riconfigurazione dell’economia non petrolifera del Regno.

Il ricorso a opzioni di riserva rappresenta un duro colpo alla narrazione mediatica di una nazione che, ben oltre al petrolio, ambisce a porsi come protagonista degli eventi globali. Le tensioni intercorrono tra ambizione e realtà: costruire una stazione sciistica nel deserto, con neve artificiale, infrastrutture complesse e accessi ostici, è una sfida epocale — e chi la commenta la definisce "quello che nessuno ha mai tentato".

Trojena: visione, difficoltà e resilienza

Secondo i proponenti, Trojena resta un progetto fattibile e fondamentale per l’espansione dello sport invernale saudita. Ma la difficoltà è amplificata dai tempi imposti.

Neom ha annunciato che lo sviluppo di Trojena procede “secondo un piano per fasi, che enfatizza standard internazionali, sostenibilità a lungo termine e risultati per l’eredità”, incanalando domande verso l’OCA.

Altri commenti pubblici affermano: “Stanno cercando di fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima e sono determinati a farlo bene... Non dipende se l’Arabia Saudita è pronta, deciderà l’OCA, in base ai tempi” .

In sintesi, il sogno di Riyadh di ospitare i Giochi Invernali Asiatici del 2029 è sotto scacco: troppi ritardi tecnici, logisticità quasi proibitive e scadenze aggressivamente serrate. Il Regno valuta seriamente sedi alternative in Corea o Cina, ma la decisione finale resta nelle mani del Consiglio Olimpico d’Asia.

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