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La storia delle Olimpiadi invernali - Oslo 1952, i Giochi della patria degli sport bianchi

La storia delle Olimpiadi invernali - Oslo 1952, i Giochi della patria degli sport bianchi
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OlimpiadiOlimpiadi - Sochi 2014

La storia delle Olimpiadi invernali - Oslo 1952, i Giochi della patria degli sport bianchi

Sesta puntata del romanzo olimpico invernale, i Giochi nella capitale norvegese furono anche quelli dell'oro di Zeno Colò e del bronzo di Giuliana Minuzzo, prime medaglie italiane, entrambe in discesa, nello sci alpino.

Il 21 giugno 1947 la 40a sessione del CIO di Stoccolma decide la località che ospiterà la sesta edizione dei Giochi olimpici invernali. A vincere è una grande città, la norvegese Oslo, che viene premiata dai membri del Comitato olimpico internazionale con 18 voti prevalendo sull'italiana Cortina d'Ampezzo, che ne raccoglie 9, e sulla statunitense Lake Placid, che ne intasca uno solo. Questa è la prima e tuttora unica volta che la capitale di uno stato ospita un'Olimpiade bianca ed è la prima volta che delle gare, segnatamente alcune di quelle dello sci alpino, si tengono a più di 100 km dalla città ospitante. I Giochi bianchi arrivano finalmente in quella che è considerata la patria degli sport invernali. Le nazioni partecipanti sono 30, tornano alle Olimpiadi il Giappone e la Germania dopo il castigo del 1948, la squadra tedesca è nominalmente unificata tra est e ovest, in realtà non è presente nessun atleta della parte orientale. Non ci sono le due Coree, che sono nel pieno della loro guerra fratricida, mentre l'Unione Sovietica continua a snobbare i Giochi malgrado il comitato olimpico nazionale, fondato dodici mesi prima, sia stato subito riconosciuto ufficialmente dalla 45a sessione del CIO il 7 maggio 1951 a Vienna, il gigante comunista guidato da Stalin si deciderà a partecipare solamente l'estate successiva ai Giochi olimpici di Helsinki.

Per la prima volta in un'Olimpiade invernale c'è la staffetta dei tedofori, oltre 90, che portano la fiamma olimpica al Bislett Stadion, lo stadio olimpico, costruito nel 1922. La fiamma viene accesa due giorni prima della cerimonia d'apertura non a Olimpia ma a Morgedal, nel caminetto della casa di Sondre Norheim (1825-1897), considerato il padre dello sci moderno e inventore dello stile telemark. L'ultimo tedoforo, colui che accende per la prima volta il tripode in un'Olimpiade bianca, è Eigil Nansen, ventenne nipote del famoso esploratore Fridtjof Nansen (1861-1930), il cui libro-resoconto sull'attraversamento sugli sci della Groenlandia risalente alla fine del diciannovesimo secolo fu il primo grande contributo alla diffusione planetaria di questi meravigliosi attrezzi. La cerimonia di chiusura, che nelle precedenti edizioni era quasi un’appendice alle ultime gare, è un evento ufficiale distinto e separato dagli altri e per la prima volta la bandiera olimpica invernale, ribattezzata “bandiera di Oslo”, passa nelle mani della città che ospiterà la successiva edizione dei Giochi bianchi.

Gli eventi che assegnano titoli olimpici sono 22 come a St. Moritz ma in otto sport e non in nove: sparisce di nuovo dal programma, e stavolta per lunghissimo tempo, lo skeleton, al suo posto si disputa la prima gara olimpica di fondo femminile della storia, una 10 km, che vede una tripletta finlandese con vittoria di Lydia Wideman. Unico sport dimostrativo il bandy, una via di mezzo tra l'hockey su ghiaccio e il calcio: le squadre sono di undici giocatori, i tempi sono due da 45 minuti e il portiere può parare la palla solo con le mani. Inoltre due nuove prove di sci alpino, i giganti maschile e femminile, sostituiscono le combinate, tra le donne vince la 19enne statunitense Andrea Mead-Lawrence che poi si ripeterà nello slalom malgrado una caduta nella prima manche, tra gli uomini trionfa il beniamino di casa Stein Eriksen, il primo grande personaggio dello sci alpino: bello, forte, con fama di playboy, sarà secondo in slalom, vincerà tre ori ai Mondiali del 1954 poi si trasferirà negli Stati Uniti per fare l’istruttore e il direttore di varie scuole di sci ed è anche considerato l’inventore delle regole dello sci acrobatico, meglio conosciuto come freestyle.

Due ragazzi austriaci provenienti dallo stesso paese, Lech am Arlberg, salgono sul gradino più alto del podio: Othmar Schneider si aggiudica lo slalom maschile, Trude Beiser, già seconda quattro anni prima e nel frattempo diventata signora Jochum, vince la discesa femminile nella quale Giuliana Minuzzo, 20enne vicentina di Marostica, diventa la prima donna italiana medagliata ai Giochi invernali acciuffando il bronzo. L’abetonese Celina Seghi è quarta in slalom collezionando la sua terza “medaglia di legno” olimpica in carriera, due quarti posti in gigante e slalom li ottiene anche il suo concittadino Zeno Colò che però, lui che è stato oro in discesa e in gigante e argento in slalom ai Mondiali di Aspen 1950, a 31 anni si prende una soddisfazione immensa battendo tutti nella discesa maschile sulla ghiacciatissima Norefjell, il toscano, con la sua posizione "a uovo" poi perfezionata da Jean Vuarnet, è il nostro primo oro nello sci alpino ma non potrà partecipare alle successive gare internazionali in quanto considerato professionista per aver legato il suo nome a una giacca e a un modello di scarponi da sci.

I padroni di casa della Norvegia fanno la loro parte nello sci nordico maschile: Simon Slåttvik vince la combinata, Arnfinn Bergmann la gara di salto con gli sci alla quale assistono allo stadio di Holmenkollen 120000 persone, Hallgeir Brenden la 18 km, ma la Finlandia risponde da par suo col trionfo nella staffetta e nella 50 km con Veikko Hakulinen, 27enne boscaiolo esordiente assoluto ai Giochi che entrerà nella storia dello sci di fondo. Nella storia del pattinaggio di figura ci entra sempre di più Dick Button, lo statunitense conferma l’oro di St. Moritz ancora una volta riuscendo a completare correttamente nel programma libero un salto mai riuscito a nessuno, un triplo, in questo caso un rittberger. Nell’artistico femminile è la britannica Jeannette Altwegg a trionfare davanti alla statunitense Tenley Albright, la cui incredibile storia racconteremo nella prossima puntata. Nella gara a coppie sono i coniugi tedeschi Ria e Paul Falk a vincere, così come alla Germania vanno i due titoli del bob. Andreas Ostler è il primo pilota ad aggiudicarsi la gara a due e quella a quattro nella stessa edizione dei Giochi ma ci sono molte polemiche perché i due equipaggi sono “extralarge”, cioè i loro membri sono molto più pesanti di quelli delle altre nazioni e la velocità dei loro bob ne beneficia, tant’è che la federazione internazionale si vedrà costretta a introdurre dei limiti di peso ben precisi.

Nell’hockey su ghiaccio sesto trionfo in sette tornei a cinque cerchi per il Canada, che in queste sette edizioni ha collezionato 37 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta in 41 partite. Ma il re dei Giochi di Oslo è Hjalmar Andersen, 28enne di Trondheim che non viene schierato sui 500 metri del pattinaggio di velocità vinta dallo statunitense Kenneth Henry ma che poi trionfa sulle altre tre distanze, 1500, 5000 e 10000, l’ultima con distacco record sul secondo classificato, 24”8, tuttora il più ampio mai registrato in una gara olimpica di pattinaggio veloce. Da notare in questo sport le prime medaglie, tre argenti, dell’Olanda alle Olimpiadi invernali, paese che in seguito diventerà a tratti dominante sulla pista lunga. Oltre agli ottimi risultati e alle due medaglie nello sci alpino per l’Italia ci sono i sesti posti nella staffetta del fondo e nell’artistico maschile per il milanese Carlo Fassi, il nostro più grande pattinatore di figura, oro europeo nel 1953 e 1954 e bronzo mondiale nel 1953 e in seguito allenatore di molti grandissimi campioni e campionesse.

 

Riepilogo

6a edizione dei Giochi Olimpici invernali

Città ospitante e data di svolgimento: Oslo (Norvegia), 14-25 febbraio 1952

Atleti partecipanti: 693 (584 uomini, 109 donne)

Nazioni partecipanti: 30

Italiani partecipanti: 33 (28 uomini, 5 donne)

Portabandiera italiano: Fides Romanin (sci di fondo)

Titoli assegnati: 22 in 8 sport

Apertura ufficiale: sua altezza reale principessa Ragnhild

Giuramento olimpico degli atleti: Torbjørn Falkanger (salto con gli sci)

Ultimo tedoforo: Eigil Nansen

Il medagliere

Norvegia: 7 ori 3 argenti 6 bronzi

Stati Uniti: 4 ori 6 argenti 1 bronzo

Finlandia: 3 ori 4 argenti 2 bronzi

Germania Unificata: 3 ori 2 argenti 2 bronzi

Austria: 2 ori 4 argenti 2 bronzi

Canada: 1 oro 1 bronzo

Italia: 1 oro 1 bronzo

Gran Bretagna: 1 oro

Olanda: 3 argenti

Svezia: 4 bronzi

Svizzera: 2 bronzi

Francia: 1 bronzo

Ungheria: 1 bronzo

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