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La dura presa di posizione del Bob Club Cortina: "Perchè ricostruire Cesana sarebbe la fine per il nostro sport"

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Milano Cortina 2026la lettera

La dura presa di posizione del Bob Club Cortina: "Perchè ricostruire Cesana sarebbe la fine per il nostro sport"

La lettera della storica realtà ampezzana, che si è vista privata della nuova pista per i Giochi Olimpici, riguardo la possibilità che le gare del budello di Milano Cortina 2026 vengano "recuperate" nell'impianto di Torino 2006.

Una dura presa di posizione, entrando nei dettagli di un progetto, quello del quale si vocifera da qualche giorno, che vedrebbe Cesana rientrare nella prossima edizione dei Giochi invernali, “sostituendo” Cortina che avrebbe dovuto avere la sua pista per bob, skeleton e slittino.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che il Bob Club Cortina ha redatto quest'oggi spiegando “perchè ricostruire la pista di bob di Cesana vuol dire mettere la parola fine agli sport di velocità su ghiaccio italiani”.

Ecco la nota: “La disciplina del bob è presente a Cortina già dai primi anni dopo la Prima guerra mondiale, grazie a quello che allora si chiamava “Club Sportivo Dolomiti Cortina”, poi diventato “Sci club Cortina” nel 1930. Dal 1948 esiste invece il Bob Club Cortina. Nel 1937 vennero organizzati i primi campionati mondiali di bob a Cortina, seguiti poi da innumerevoli altre gare di caratura internazionale, tra cui le Olimpiadi del 1956. La pista di bob di Cortina è sempre rimasta in funzione dal 1923, grazie alla determinazione degli amministratori locali e ai contributi statali, tranne una piccola parentesi a fine anni '70.

Dopo la realizzazione degli impianti di refrigerazione, sono stati organizzati i Campionati del Mondo del 1981 e negli anni successivi, fino ai primi anni 2000, diversi appuntamenti di Coppa del Mondo. Il Bob Club Cortina vanta risultati unici a livello internazionale e la Stella d'oro al merito sportivo del Coni. Oltre a ciò, vanto del club è l'aver formato gran parte degli atleti che si sono poi distinti con i colori della nazionale italiana. Ai tempi della candidatura delle Olimpiadi del 2006, i vertici del Bob Club Cortina avevano avanzato la proposta di utilizzare l'impianto esistente per tale evento, anziché costruire una nuova pista in Italia: la motivazione era che poi sarebbero state chiuse entrambe.

Purtroppo sono stati facili (e inascoltati) profeti...

Dalla chiusura della pista nel 2008, il Bob Club Cortina ha continuato a formare nuovi atleti, ha sostenuto con propri fondi e attrezzature l'attività della Fisi, ha contribuito in maniera importante allo sviluppo del para bob ed all'attività internazionale di questa disciplina. Gli sport del bob, skeleton e slittino sono molto sentiti a Cortina, in quanto tutti gli ampezzani hanno praticato almeno una di queste discipline o hanno avuto un amico o parente coinvolto. Questo ha fatto sì che è sempre stato facile trovare sostegno dei residenti e volontari per le attività in pista, attività nelle quali sono sempre state coinvolte molte persone anche dalle valli limitrofe e da tutta la provincia di Belluno.

C'erano inoltre molti club nei paesi vicini che con tenacia si sfidavano nelle competizioni sul ghiaccio. La pista di Cortina è stata demolita nel 2023 ed è pronta per essere ricostruita, con tanto di progetto esecutivo e finanziamento approvati, mentre per la pista di Cesana si ipotizza di spendere 40-50 milioni di euro (non certamente i 33 che abbiamo visto finora), che si sommerebbero ai 110 già spesi, per rimettere in funzione un impianto che ha già fallito una volta e che sicuramente non ha il bacino di utenza di Cortina, soprattutto per la parte turistica che, come evidenziato dagli studi economici, contribuisce in maniera importante ad abbassare il deficit di bilancio.

Queste attività turistiche erano già presenti dagli anni '90 e con un impianto rimodernato verrebbe di molto ampliata l'offerta ludico-sportiva. Invece si sta ipotizzando di puntare ad avere l'unica pista in un posto privo di storia, privo di appassionati e, di conseguenza, senza quel “cuore pulsante” che fa andare avanti tutti gli sport minori. Non costruire la pista a Cortina costituirebbe come hanno sottolineato tante realtà, un danno economico per Cortina e per tutto il movimento (bob, slittino e skeleton) e poi, vogliamo mettere in evidenza un aspetto del quale finora si è parlato poco o nulla: che futuro avrà il “rudere” (ci duole il cuore usare questo termine) della “Monti”?

Si è pensato al ripristino ambientale dell'area o basta non costruire la nuova pista perché la “sostenibilità” sia realizzata? La pista di Cesana è stata messa in funzione in tempo per le succitate Olimpiadi 2006 con un costo di circa 110 milioni di euro (esorbitante per l'epoca). Costruita su un versante soleggiato, ha da subito evidenziato i gravosi costi di gestione che sicuramente un piccolo comune come Cesana non poteva sostenere. Infatti, nel 2011, venuti a mancare i sostegni delle istituzioni, ha chiuso i battenti come tante altre strutture costruite per quell'evento (quelle per il salto, il biathlon, il freestyle).

Tra gli addetti ai lavori si sa benissimo che la pista di Cesana non ha futuro e che questo ingombrante manufatto ha bloccato lo sviluppo di quell'area (erano stati ideati, tra gli altri, progetti per la costruzione di un resort e di uno skipark) perché nessuno poteva prendersi in carico i costi di demolizione. Ora, ci chiediamo: l'Italia vuole ripetere lo stesso errore del 2006? Segnaliamo, inoltre, che la volontà dei politici locali, confermata in parlamento dall'onorevole Berruto nel corso dell'intervento del 24 ottobre, è quella di farsela demolire subito dopo l'evento olimpico, a spese dello stato, per liberare l'area a sviluppi futuri.

È questa la sostenibilità di cui tanto si parla? Costruire la pista a Cesana anziché a Cortina significa mettere la parola “fine” agli sport di velocità sul ghiaccio che tante medaglie, olimpiche e mondiali, hanno dato alla nostra nazione”.

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