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Tra sci e impianti: la replica di Roda al Fatto Quotidiano e quella di Goggia e Brignone alla Lucarelli

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Tra sci e impianti: la replica di Roda al Fatto Quotidiano e quella di Goggia e Brignone alla Lucarelli

Il presidente federale durissimo, in risposta all'accusa di aggirare i divieti del Governo. E il post della giornalista contro la riapertura degli impianti scatena le due campionesse.

Sta facendo discutere a tutti i livelli la situazione legata alla chiusura, praticamente totale, dei comprensori sciistici anche per tutto il periodo natalizio.

E a tal proposito ieri ha acceso ulteriormente la miccia a livello social un post della giornalista Selvaggia Lucarelli, sull'inopportunità di andare a sciare con 700 morti al giorno, riferendosi a gente che “meriterebbe di finire un paio di minuti sotto la neve, senza respiro”. “E magari lo skypass smette di essere la priorità di fine anno”, con annessa gaffe sul biglietto per accedere agli impianti di risalita che ha scatenato l'ironia di Sofia Goggia e Federica Brignone.

Decisamente dura anche la replica del presidente federale Flavio Roda, rivolta alla direzione de “Il Fatto Quotidiano” con richiesta a Marco Travaglio di un'immediata rettifica. La pubblichiamo integralmente.

Egr. Direttore, in relazione al video e articolo intitolato “Piste da sci chiuse, ma con la card Fisi anche il principiante diventa “atleta di interesse nazionale” aggirando i divieti del governo”, pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano, la Federazione che dirigo esige chiarezza e richiede immediata pubblicazione delle note seguenti a rettifica di quanto riportato.

La FISI coordina e regolamenta l'attività sportiva degli agonisti (si noti, agonisti) di 15 discipline invernali di tutte le età: dalle categorie dei bimbi ai Master, ne regolamenta gli allenamenti e le competizioni. In una stagione standard, non viziata dalla attuale pandemia, ciò significa oltre 7.000 gare in un inverno. Questa attività è svolta su tutto il territorio nazionale, ed è possibile svolgerla tramite una capillare organizzazione territoriale, composta da Comitati Regionali, Provinciali e da oltre 1.100 Sci Club.

Si sta parlando di attività sportiva, non di turismo sulla neve. E' del tutto errato il significato dell'articolo (nonché del video) che intende far passare la FISI e la sua tessera come una via facile per bypassare le normative e poter sciare in libertà, in tempi in cui – peraltro – le stazioni sono chiuse. Chi ha risposto alle domande del giornalista non ha la benché minima cognizione di quelle che sono le direttive federali in materia di allenamenti e competizioni. Per poter andare ad allenarsi, un atleta di “interesse nazionale” di qualunque categoria, deve essere inserito dal Presidente del suo Sci Club o del suo Comitato Regionale in una squadra agonistica, sotto la guida di uno staff tecnico. E soprattutto deve essere convocato: deve cioè ricevere un documento che gli dice in quali giorni e con quali orari potrà andare ad allenarsi e in quale località, visto che sono pochissime le località che ospitano gli atleti e solo per fini agonistici, esattamente come è indicato nell'ultimo Dpcm.

Non esiste che un qualunque appassionato o addirittura un principiante, come si dice addirittura nel titolo dell'articolo, possa andare a sciare semplicemente facendo la tessera FISI. E chi lo ha detto nelle interviste ha sbagliato. E anzi la FISI è la prima a condannare questo genere di atteggiamenti, dettati probabilmente da troppa faciloneria, che non rientrano nelle direttive federali. Lo scopo di una Federazione sportiva è quello di far crescere giovani talenti perché possano un giorno far proseguire la grande tradizione agonistica che le Nazionali italiane portano in tutto il mondo. Così facendo diventano gli ideali testimonial per tutto il comparto montano che di sport, e del suo indotto, vive da almeno cinquant'anni.

E per un atleta, tutto ciò vuol dire: rispetto delle regole, tanto lavoro, molti sacrifici soprattutto in giovane età, senza la certezza di avere dallo sport tutte le soddisfazioni attese, perché solo pochi riescono a diventare campioni. Tutto ciò la FISI lo fa nel modo più serio da 100 anni. Buttare tutto in burletta, facendo passare la tessera FISI come un mezzo per truffare lo Stato, oltre che sbagliato, è offensivo per tutti coloro che di sport vivono e per i cui valori si battono da anni”.

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