Trentino, stagione 2018/2019. In calo le presenze italiane (-4,7%), in crescita le presenze straniere (+2,2%)

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Trentino, stagione 2018/2019. In calo le presenze italiane (-4,7%), in crescita le presenze straniere (+2,2%)

L’Istituto di statistica della provincia di Trento ha pubblicato i dati relativi al turismo invernale della stagione 2018/2019. Rispetto alla stagione precedente (da record), vi è stato un calo. In particolar modo le strutture alberghiere hanno subìto una diminuzione degli arrivi del 3,2%  e delle presenze del 2,7%.

Le presenze alberghiere, che  rappresentano  l’81,4% del  totale  dei  pernottamenti  rilevati  nel complesso delle strutture ricettive (escludendo alloggi privati e seconde case), pur in diminuzione rispetto  alla  stagione  precedente,  si  inseriscono  comunque  in  un  trend  di  costante  crescita osservata nelle dinamiche delle ultime stagioni. Il risultato dell’inverno 2018/2019 costituisce il secondo miglior risultato degli ultimi 10 anni.

I pernottamenti registrati si attestano sopra ai 7 milioni; il 55,9% del movimento è composto da presenze italiane.

I mesi centrali dell’inverno sono caratterizzati da variazioni  negative,  mentre  i periodi  di  coda mostrano dati in crescita: nello specifico, dicembre chiude con un +2,2% e aprile con un +9,7%. I risultati di aprile sono chiaramente  influenzati  dal  posizionamento  della  Pasqua.  Il  mese  di febbraio  si  conferma  il  periodo  con  il  maggior  numero  di  pernottamenti  (oltre  un  milione  e ottocentomila).

Per le presenze italiane si osserva una diminuzione del 4,7%, più marcata nel settore alberghiero. Le principali  regioni  di  provenienza  si  confermano essere  Lombardia,  Emilia-Romagna,  Lazio, Veneto e Toscana. In  crescita  invece  le  presenze  straniere  che  si  incrementano  rispetto  alla  stagione  invernale precedente del 2,2% e consolidano così la loro quota di mercato nel complesso del movimento turistico provinciale  (44,1%  del  totale  delle  presenze).  Si confermano ai primi  posti  i  turisti polacchi, tedeschi, cechi, inglesi e belgi.

L’andamento nei singoli territori è generalmente  negativo;  in  contrapposta crescita  le  zone  di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Valsugana-Tesino, Valli di Sole, Peio e Rabbi e Altopiano di Pinè e Valle

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