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Hugo Herrnhof per Neve Italia: “Mass start sulla via dell’ Olimpiade”

Hugo Herrnhof per Neve Italia: “Mass start sulla via dell’ Olimpiade”
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Francesco A. Armillotta

Speed Skating

Hugo Herrnhof per Neve Italia: “Mass start sulla via dell’ Olimpiade”

Sochi si avvicina e il programma olimpico del pattinaggio sia in pista lunga sia in corta, è ben definito. Ora toccherà agli atleti completare il percorso di qualificazione già conclusosi per lo short track e in fase di avanzamento nello speed skating.

Ma guardare al futuro della disciplina sul ghiaccio è un compito in continuo monitoraggio. Per questo lavora l’Isu (International Skating Union) in collaborazione con il Comitato Olimpico. Le proposte a cinque cerchi arrivano a Losanna, proprio dal massimo organo del ghiaccio. A meno di 100 giorni dall’Olimpiade russa, dunque, si pensa già all’appuntamento coreano di Pyeongchang, nel 2018. E le novità per il pattinaggio potrebbero essere corpose. Su tutte, la candidatura della gara di mass start, che potrebbe aggiungersi al programma dell’evento coreano. È questa l’evoluzione principale in corso d’opera. Lo ha confermato il direttore sportivo per il pattinaggio di velocità, Hugo Herrnhof. L’altoatesino, ex atleta azzurro di spessore, ha vissuto la sua carriera agonistica nello short track a cavallo degli anni ‘80 e ‘90, periodo in cui questo sport è entrato nell’élite olimpica. Proprio lui ha regalato il primo oro azzurro nella disciplina (staffetta 5000 m a Lillehammer 1994 con i compagni Carnino e Fagone). Ora, insieme al Consiglio dell’Isu, con presidente un altro italiano, Ottavio Cinquanta, sta cercando di regalare una nuova competizione alla pista lunga.

L’introduzione della mass start già arrivata nel 2012 in Coppa del Mondo, è solo una delle evoluzioni regolamentari e di specialità sul ghiaccio. Ecco le principali novità in cantiere per i prossimi anni. Ce le illustra proprio Herrnhof, in esclusiva per NeveItalia.

 

Hugo Herrnhof, dal suo ruolo nel Direttivo dell’Isu e dalla sua esperienza diretta da atleta sul ghiaccio, ci può aggiornare sulle novità per il pattinaggio? Una la state già sperimentando da tempo e si può dire che la mass start sia a buon punto per poter essere riconosciuta come distanza olimpica?

«Il percorso della mass start sta procedendo bene. L’abbiamo introdotta per la prima volta come evento dimostrativo ai Mondiali Juniores nel 2007 a Innsbruck. Quella è stata la prima prova generale ufficiale per capire se in futuro avrebbe potuto avere un riscontro positivo. C’è da dire che il primo passaggio nelle categorie giovanili è basilare e fa parte di una prassi: è stato così con tutti i formati che abbiamo introdotto dall’Isu, come il Team Pursuit in precedenza, si è sempre iniziato dai più giovani. Sono proprio loro quelli che si prestano meglio alle innovazioni dei regolamenti e non solo. Abbiamo avuto un ottimo successo allora, così da decidere d'introdurre la mass start dapprima nelle gare di Coppa del Mondo, sempre però a livello Junior. Poi, sperimentando con più continuità il formato, sono state introdotte alcune modifiche. Tre anni fa l’abbiamo così inserito nelle gare di Coppa per i Senior, in principio sempre a livello dimostrativo e man mano è diventato parte integrante del calendario ufficiale della Coppa del Mondo ormai da un anno e mezzo. In seguito, è stato approvato definitivamente al congresso Isu del 2012, che la formula della mass start sarà al Mondiale in distanza singola 2015. Ufficialmente le medaglie e i titoli saranno così validi.

Dall’ufficialità in Coppa, all’introduzione nel programma olimpico. Recentemente è stato fatto anche un passo importante con il Comitato Olimpico Internazionale.

«Sì, infatti, nel 2012 abbiamo fatto una prova in chiave Cio ai Giochi Olimpici giovanili di Innsbruck. Era importante mostrarlo in prima persona al Comitato Olimpico. L’allora presidente Jacques Rogge e parte del Consiglio d’amministrazione venuto per l’occasione in Austria ne sono rimasti soddisfatti. Anche se il meteo non è stato dalla nostra parte: nella gara femminile ha iniziato a nevicare e poi a piovere. Ciò ha reso difficoltoso lo svolgimento della prova, come accadrebbe per qualsiasi altro sport sul ghiaccio. Nonostante ciò, quell’esperienza ha avuto un buon successo e l’accoglienza da parte del Cio è stata positiva».

La mossa d’introdurre la mass start ai Giochi giovanili si può dire che sia stata la prova generale per farne avanzare l’iter olimpico?

«Era un passo davvero importante. E c’è sempre da considerare che i Giochi giovanili sono una competizione che permettono sempre l’introduzione di novità. Il format è di per sé diverso dalle Olimpiadi dei “grandi”. E anche per questo il Cio ha accettato subito la proposta Isu di inserirlo in programma. Poi, naturalmente, la possibilità per i vertici del Comitato di vedere la gara dal vivo, non ha fatto altro che accrescerne le quotazioni. Detto questo, il prossimo passo dovrebbe essere la richiesta d’inserimento della mass start nel programma olimpico ufficiale, possibilmente da Pyeongchang 2018».

Con quali tempi?

«Toccherà al presidente dell’Isu, Ottavio Cinquanta, il compito di presentare il progetto al meglio. Sarebbe importante per la Federazione internazionale. Innanzitutto perché il ghiaccio potrebbe avrebbe una medaglia in più sia a livello maschile e sia femminile. Inoltre, cosa non meno importante, darebbe la possibilità ai “rotellisti” di aprirsi le porte verso una competizione olimpica, visto che il pattinaggio in linea non è sport a cinque cerchi. È un fenomeno ormai diffuso quello che vede i pattinatori su strada avvicinarsi al pattinaggio su ghiaccio».

Un fenomeno molto esteso anche in Italia…

«Al momento è così anche nel nostro Paese. L’esempio che ha dato il via a questa possibilità è senz’altro quello di Ippolito Sanfratello, che dalle rotelle è arrivato poi a vincere l’oro a squadre a Torino 2006. Ma non solo in Italia, potremmo avere un incremento mondiale di atleti che potranno partecipare alle Olimpiadi grazie alla mass start. C’è anche da dire che è una gara che si presta davvero molto: non è un caso se molti dei vincitori risultano essere quelli venuti dalle rotelle. È una conseguenza dovuta al fatto che loro sanno come gareggiare in una situazione di gara del genere. Sanno le tattiche di gara, riescono a destreggiarsi in mezzo al gruppo».

Quali sono le differenze tecniche tra mass start e le altre gare in pista lunga?

«Per prima cosa, partendo tutti insieme, l’atleta può avere il vantaggio di sfruttare le scie di chi lo precede. Il che vuol dire risparmio di energie e fatica. Dallo start in poi, si può sempre giocare sulla tattica di gara. Il che implica un valore aggiunto per il pattinatore, che deriva dalla sua furbizia ed intelligenza nel capire dove posizionarsi e in che momento lanciare lo sprint finale. È questo forse l’aspetto che avvantaggia di più coloro che sono abituati a viaggiare in gruppo come i rotellisti. Inoltre è un format che piace molto agli shorttrackisti, che sono già avvezzi al contatto in pista».

E per chi gareggia in pista lunga, potrebbe essere difficoltoso passare alla mass start?

«In parte sì. Essendo abituati a viaggiare in una corsia propria, a non essere disturbati da nessun altro e a impostare un proprio ritmo, indipendentemente dai riferimenti altrui. Non hanno quel “tira e molla” che potrebbe mettere in difficoltà diversi atleti».

Un altro punto a favore della mass start è quello di avere un appeal mediatico-televisivo alto.

«Sì, è un po’ diverso. Da un certo punto di vista, lo si potrebbe considerare come un format più accattivante e spettacolare. Però voglio precisare che non vogliamo assolutamente stravolgere la storia del pattinaggio di velocità: la storia e le tradizioni rimangono. Ma l’idea di un affiancamento per tutte le varianti è interessante».

Ci potrebbero essere giovamenti anche per i colori azzurri.

«Sì, devo dire che gli italiani si sono adattati facilmente. Su tutti, Mirko Nenzi non è andato assolutamente male quando ha partecipato alle mass start. In generale, molti degli italiani si sono divertiti nel cimentarsi in questa nuova gara».

Quanto allo short track, ci sono cambiamenti in vista?

«Non sono previsti grossi cambiamenti nell’immediato futuro. Distanze e gare vanno bene così come sono ora. Un possibile cambiamento, ma non a breve termine, potrebbe consistere nel passare a un Mondiale per singole distanze, ma non si sa ancora. Per il resto stiamo lavorando per un “event coordination”, infatti, mi occuperò molto di questo. Vorremmo fare in modo di fornire uno standard omogeneo a tutte le gare di Coppa del Mondo, tenendo un’uniformazione precisa a livelli di servizio e di programmi di gara. L’obiettivo attuale è quello di mettere un po’ più di ordine, perché ci terremo molto a presentare una Coppa del Mondo che sia molto più appetibile e interessante a livello televisivo. Si potrebbe inserire questo valore aggiunto allo short track, dato che di per sé le gare funzionano già bene. A livello arbitrale, abbiamo dato delle specifiche più precise ai giudici, in modo che possano interpretare le situazioni di gara in una maniera omogenea su eventuali squalifiche da assegnare. Insomma, abbiamo fissato dei parametri più chiari: e questo aiuta anche lo sport. In questo modo, atleti, allenatori e giudici sanno bene i rischi e i benefici leciti».

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