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Ad un anno dall’inizio della vicenda, la FIS ha sciolto le riserve sull’utilizzo delle maschere per l’ossigeno in gara, optando per il divieto. Gli atleti potranno dunque continuare ad usarle soltanto in allenamento.
Giovedì 27 Ottobre 2016
La questione era sorta nell’autunno del 2015, quando i finlandesi si erano presentati in Val Senales muniti delle maschere. “Quando ti passano di fianco, sembrano Darth Vader”, aveva commentato all’epoca Charlotte Kalla, dando voce ad una perplessità molto diffusa. Non esistevano tuttavia norme – né FIS, né WADA – che ne impedissero l’impiego. Durante il Tour de Ski, la Finlandia aveva anzi ricevuto il via libera per utilizzarle anche in gara.
La FIS, pur titubante, aveva dato l’assenso confidando che fosse la WADA, in un secondo tempo, ad introdurre una regola contro la pratica. Al contrario, in estate, l’Agenzia Mondiale Antidoping si è pronunciata in senso opposto, asserendo che l’ossigeno non era da considerarsi doping in alcun caso. Soltanto allora la federazione internazionale si è attivata per proibire la pratica in occasione delle gare, badando a non pubblicizzare la decisione.
Oskar Frånberg, uno dei ricercatori ai quali si deve la realizzazione delle maschere, ha spiegato di avere appreso dell’introduzione del divieto soltanto di recente, studiando il regolamento. “Nessuno ci aveva informati dell’esistenza di questa norma”, ha dichiarato Frånberg. “La FIS si era messa in una situazione difficile, perché confidava che fosse la WADA ad equiparare questa pratica al doping, e invece non è accaduto. Credo sia per questo che hanno voluto far passare la decisione sotto silenzio: non volevano perdere la faccia”.
Da parte sua, la federazione internazionale ha affidato la sua spiegazione a Sarah Fussek, coordinatrice anti-doping: “Posso confermare l’esistenza della nuova regola che vieta l’utilizzo delle maschere per l’ossigeno in gara. Lo scorso anno ci sono state molte discussioni al riguardo, perciò abbiamo voluto chiarire una volta per tutte la situazione proibendole espressamente”.
Frånberg ha comunque affermato di condividere la decisione della FIS, ritenendo che le maschere possano fornire beneficio anche se utilizzate soltanto in allenamento: “Grazie al nostro prodotto, l’atleta può lavorare al meglio sui ghiacciai. Inoltre previene problemi respiratori, poiché evita che vengano inalate grandi quantità di aria fredda”. Frånberg non ha resistito a concludere con una provocazione sul caso Johaug: “La maschera protegge anche dalle scottature alle labbra”.
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Matteo Novarini© RIPRODUZIONE RISERVATA
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