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L’opening di Lillehammer sorride a Maren Lundby

L’opening di Lillehammer sorride a Maren Lundby
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Sci NordicoSalto Speciale femminile

L’opening di Lillehammer sorride a Maren Lundby

Il primo week-end di gare del salto femminile a Lillehammer ha visto un dominio incontrastato della padrona di casa Maren Lundby, ma alle sue spalle la novità è una classifica decisamente fluida. In grande spolvero la squadra austriaca, in difficoltà le tedesche.

Nel week-end passato agli archivi a Lillehammer è stata tenuta a battesimo la nona edizione della Coppa del Mondo femminile del salto speciale. La disciplina veniva da un biennio dominato da Maren Lundby e nell’opening stagionale il film ha continuato ad essere lo stesso: la padrona di casa ha dimostrato di avere la forma dei giorni migliori e non c’è mai stata partita con il resto del mondo.

In gara-uno la fuoriclasse norvegese si è imposta con 24.4 punti di vantaggio sulla seconda classificata, avendo realizzato il miglior punteggio in ambedue le serie, mentre il giorno successivo di “sole” 15.3 lunghezze complici condizioni del vento complesse nella seconda manche. Proprio in questo frangente Lundby non è riuscita per poco a far segnare il miglior punteggio, la classica eccezione che conferma la regolarità del suo strapotere.

Va detto che le norvegesi, come un po’ in tutte le discipline nordiche senza differenza di sesso, possono usufruire da diverse settimane di impianti perfettamente innevati, quando la concorrenza si trova ancora a saltare su plastica con eventuali sporadici ritiri in località nordiche. Tutto ciò, abbinato alla solita dominanza fisica ed ai materiali che in Scandinavia sono abitualmente tra i migliori al mondo, ha reso Lundby di un’altra categoria, con le avversarie che hanno corso pensando soltanto alla piazza d’onore.

Va da sé che negli ultimi due anni la venticinquenne di Gjøvik ha avuto il rendimento meno elevato proprio nel primo mese di gare: in prospettiva quanto fatto sulle nevi di Lillehammer fa ancor più paura, perché quando si entrerà nel vivo della stagione si rischierà di avere un’atleta che faccia letteralmente un altro sport. Al momento il primo traguardo raggiunto a livello statistico dalla detentrice della sfera di cristallo è stato quello dei 52 podi in Coppa del Mondo, staccando di due unità Daniela Iraschko-Stolz prendendosi la seconda posizione all-time.

Per la disciplina fortunatamente sono emersi segnali positivi anche dal resto del mondo, seppur in larga parte limitati alla giornata di sabato in cui si è potuto saltare costantemente in condizioni ideali: complessivamente la squadra da battere nell’ouverture norvegese è stata l’Austria, cresciuta esponenzialmente di colpi rispetto alle ultime stagioni, mentre le tedesche hanno evidenziato un ritardo di condizione più elevato di quanto ci si aspettasse.

In casa Rot-Weiß-Rot è piaciuta oltremodo Chiara Hölzl, non a caso al momento seconda solo a Lundby nella generale, che nella seconda competizione è riuscita addirittura a migliorare il terzo posto della prova del sabato. Il talento della ventiduenne di Schwarzach im Pongau non è mai stato in discussione, merito suo nell’essere arrivata  nell’Oppland in peso forma e soprattutto nel mostrare una solidità mentale che molto spesso le era mancata sin ora in carriera.

L’Austria ha complessivamente  vissuto una tappa idilliaca, ricordando la formazione capace di vincere per dispersione la Nations Cup nell’annata 2014-’15: Eva Pinkelnig ha mostrato un livello anche superiore a quello della compagna salisburghese, ma una serie di circostanze non particolarmente favorevoli le ha fatto perdere diversi punti nella giornata conclusiva (avendo chiusto al quinto posto); alla fine la veterana del Vorarlberg si è dovuta accontentare di raccogliere il career-best in gara-uno, avendo chiuso alla piazza d’onore.

Era attesa con curiosità la diciottenne di origini neerlandesi Marita Kramer che effettivamente si è dimostrata molto solida tecnicamente, riuscendo a raccogliere un paio di top-ten nonché i migliori risultati della carriera (rispettivamente 10^ e 9^). Segnali di vita in casa austriaca anche da parte di Jacqueline Seifriedsberger (7^ ed 11^) e dall’altra giovane Lisa Eder (21^ e 24^), mentre ha faticato maggiormente Daniela Iraschko-Stolz (23^ e 15^), mai in corsa per le posizioni che contano.

Che la Germania dei record del 2018-’19 non potesse ripetersi era ampiamente assodato a causa della pletora di atlete che ingrossano le file dell’infermeria, ma un opening così opaco era difficile da prevedere: la migliore a Lillehammer è stata ancora una volta Katharina Althaus, autrice di due sesti posti ma mai nel vivo delle battaglie per il podio, mentre Juliane Seyfarth (15^ e 21^) è apparsa lontana perente dell’atleta capace di vincere su queste nevi dodici mesi or sono. Qualche segnale positivo è arrivato dalle ragazze alla prima vera stagione nel massimo circuito che però andranno pesate maggiormente nelle competizioni su trampolini di minori dimensioni ove sulla carta dovrebbero trovare maggior pane per la loro tecnica.

È solo questione di tempo il ritorno sul podio per Ema Klinec: i risultati dell’autunno sono stati tutt’altro che un bluff, infatti la slovena è piaciuta molto in Norvegia, avendo raccolto un paio di quarti posti sui quali avrebbe anche qualcosa da recriminare. Con la fortuna la ventunenne di Ziri ha storicamente un enorme credito, chissà che questa stagione non sia quella buona per mettere a frutto tutto il suo talento. Leggermente più indietro le altre rappresentanti del Tricorno, in particolare quella Nika Kriznar che da molti è vista come possibile contendente alla sfera di cristallo, non andata oltre l’11^ e la 7^ piazza.

Segnali contrastanti dal team giapponese. Tutto sommato ogni nipponica ha raccolto un risultato importante che tuttavia è stato preceduto o succeduto da uno non così positivo: globalmente non è piaciuta particolarmente Sara Takanashi che nella gara di sabato, in condizioni di vento uguali per tutte, non è andata oltre un nono posto, mentre nella competizione della domenica è riuscita a salire sul terzo gradino del podio sfruttando però una serie di discutibili decisioni della direzione gara che le hanno dato una gran mano; complessivamente Yuki Ito (quarta ex aequo con Klinec e dodicesima) ha rubato maggiormente l’occhio rispetto a Takanashi, ma nel suo caso la dea bendata non è stata così benevola.

Opening di Lillehammer col freno a mano tirato per la squadra italiana ed anche per quella russa. Le azzurre si sono espresse su buoni livelli nei salti di allenamento, senza però riuscire a portare in gara dei salti di pari qualità: la leader del movimento Lara Malsiner è riuscita comunque a portare a casa punti in entrambe le gare piazzandosi 20^ e 26^, Elena Runggaldier ha ottenuto come miglior risultato un 30° posto in gara-uno dopo essere stata squalificata nella manche decisiva, mentre Manuela Malsiner ha prevedibilmente fatto più fatica senza riuscire a raccogliere punti ed addirittura mancando la qualificazione all’ultimo giorno. Le gardenesi non sono in ogni caso le uniche ancora lontane dalla forma migliore, infatti la squadra russa - presentatasi a ranghi ridotti – ha raccolto poco rispetto a quanto fatto nell’ultima stagione, quantomeno fa ben sperare la ritrovata competitività di Irina Avvakumova (14^ e 16^).

La Coppa del Mondo femminile del salto speciale si sposta ora a Klingenthal per affrontare una tappa congiunta al settore maschile: le donne cominceranno a saltare nella Sparkasse Vogtland Arena venerdì 13 in occasione della qualificazione alla gara del sabato.

LILLEHAMMER I – HS 140

1. LUNDBY Maren (NOR) 280.8
2. PINKELNIG Eva (AUT) 256.4
3. HÖLZL Chiara (AUT) 255.3
4. ITO Yuki (JPN) 250.6
4. KLINEC Eva (SLO) 250.6
6. ALTHAUS Katharina (GER) 247.4

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LILLEHAMMER II – HS 140

1. LUNDBY Maren (NOR) 267.1
2. HÖLZL Chiara (AUT) 251.8
3. TAKANASHI Sara (JPN) 251.5
4. KLINEC Eva (SLO) 248.9
5. PINKELNIG Eva (AUT) 240.5
6. ALTHAUS Katharina (GER) 228.7

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