Termina il raduno dei velocisti in Cile, i pensieri di Franzoni e Bosca lasciando quella neve che ha fatto tanto male

Termina in queste ore il lungo raduno dei velocisti azzurri della nazionale maschile in Cile, diventato tristissimo dopo una sola settimana, per quanto accaduto lo scorso 13 settembre con la tragedia avvenuta in allenamento, sulle nevi di La Parva, con la morte di Matteo Franzoso un paio di giorni dopo quel tremendo impatto in pista.

Mentre il gruppo WC2, compreso Christof Innerhofer che aveva lasciato il Sudamerica dopo aver detto addio al compagno di squadra, ha ricominciato ad allenarsi allo Stelvio nei giorni scorsi, per Casse e gli altri uomini jet del team di CdM è finito il lavoro dopo quattro settimane di training, mentre lascerà il Cile a breve anche Sofia Goggia, che ha svolto a La Parva l’ultimo blocco di allenamento.

Dominik Paris, invece, si è spostato a Ushuaia per le giornate conclusive della sua lunga trasferta tra Argentina e Cile, dedicandosi pure ad una giornata di slalom al fianco di Alex Vinatzer e gli altri specialisti italiani delle discipline tecniche presenti nella Terra del Fuoco dove anche le velociste azzurre (Pirovano, Curtoni e le sorelle Delago) viaggiano verso la conclusione dei lavori, dopo che hanno già salutato Ushuaia nell’ultima decina di giorni le slalomiste e le gigantiste.

Guglielmo Bosca ha voluto dedicare un post social alla conclusione della trasferta cilena, pensando subito a Matteo Franzoso: “E’ stato difficile restare, ma lo è ancora di più partire. Qui è come se fossi ancora tra noi, eppure so che, ovunque saremo, tu sarai sempre con noi”.

Anche Giovanni Franzoni, che aveva già salutato il velocista ligure al quale era legato da un forte rapporto di amicizia, tramite una storia instagram ha citato Marco Aurelio rimuginando sul dolore e al tempo stesso cercando di trovare la forza per un futuro che non sarà semplice per tutta la squadra azzurra, ma nel quale è necessario trovare uno spiraglio: “Non puoi decidere se il destino sarà crudele, non puoi fermare la pioggia ma puoi scegliere come camminarci dentro – ha scritto il classe 2001 gardesano - Il dolore arriva, la perdita arriva, l’ingiustizia arriva ma non conta quello che accade, conta il significato che tu gli dai e allora capisci che la libertà non è avere il controllo sul mondo ma sul tuo mondo interiore.

Puoi non governare il caos fuori di te ma puoi sempre governare i tuoi pensieri e forse proprio lì si nasconde la forza più grande che un uomo possa avere. Trasformare ciò che lo colpisce in ciò che lo rende indistruttibile.

Sei sempre nei miei pensieri”.