Nicolò Robello, un super velista che ha portato il mare (e il Genoa) nella vita di Elena Curtoni

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Nicolò Robello / Elena Curtoni

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Nicolò Robello, un super velista che ha portato il mare (e il Genoa) nella vita di Elena Curtoni

Abbiamo intervistato il marito della campionessa azzurra, fresco vincitore con lo Yacht Club de Monaco di un evento storico come l'Admiral's Cup: Nicolò ci ha raccontato dei suoi inizi proprio sugli sci, di come ha conosciuto Elena ("è colpa dei fratelli Marsaglia!"), del tifo rossoblu che ora ha contagiato pure la discesista valtellinese ("lo staff medico e tutta la squadra sono stati splendidi a supportarla dopo l'infortunio di Sankt Moritz"). E Nicolò ci ha raccontato mille altre cose.

Una storia d’amore, una doppia storia di sport che unisce due mondi, quelli dello sci e della vela, solo all’apparenza così distanti.

Elena Curtoni ha sposato nel maggio 2021 Nicolò Robello, velista professionista di alto livello che abbiamo avuto il piacere di intervistare, approfittando di un’occasione speciale visto che, solo poche ore fa, il campione genovese ha conquistato con il Team Jolt dello Yacht Club de Monaco nientemeno che un trofeo prestigioso come l’Admiral’s Cup, tornata in calendario dopo oltre vent’anni e vinta dalla realtà monegasca alla prima partecipazione.

Robello ha un palmares di profilo elevatissimo, se pensiamo che già nel 2007 ha partecipato ad una grande avventura come la Louis Vuitton Cup (l’anticamera dell’America’s Cup, il trofeo per eccellenza della vela mondiale), a bordo dell’equipaggio di Mascalzone Latino; il suo ruolo è storicamente quello di pitman, il drizzista che gestisce le vele, e per Nicolò ci sono vari titoli mondiali in bacheca con la Maxi Yacht Rolex Cup di Porto Cervo, ma anche il trionfo del 2021 nella storica Les Voiles de Saint Tropez con il team di patron Patrizio Bertelli (e nel 2024 è arrivato il capolavoro nel Mondiale dei 12 metri in Francia), ovvero l’imprenditore che alla guida di Luna Rossa sta provando a portare l’America’s Cup nella bacheca dello sport italiano.

A Napoli, nel 2027, ci sarà un’occasione formidabile per tutto il movimento, e con Nicolò Robello non possiamo che partire da lì, dal sogno più grande: “Il mio ruolo, di fatto, non esiste più sulle attuali imbarcazioni, certo è un peccato perché l’America’s Cup è il top, ma al tempo stesso voglio dire che per Napoli e l’Italia sarà un’occasione bellissima e dovremo fare tutti il tifo”.

Nel 2026, ovvero nel prossimo mese di febbraio, a bordo pista sull’Olympia delle Tofane, tutto il sostegno del velista ligure sarà per la moglie; sì, perché dopo l’amarezza di Pechino 2022, quando in uno dei momenti migliori della carriera Elena non è riuscita a centrare l’obiettivo della medaglia olimpica, i Giochi di Milano Cortina rappresentano un’occasione formidabile per una delle grandi punte della “Valanga Rosa”. Elena, tra l’altro, nella conca ampezzana ha vinto la sua seconda gara di Coppa del Mondo (nel 2022 in super-g), è salita sul podio in discesa l’anno successivo ed è davvero rinata, anche se già aveva concluso quarta nella “sua” Sankt Moritz, la pista del grave infortunio all’osso sacro del dicembre 2023, sfiorando il podio nel super-g dello scorso gennaio vinto da Federica Brignone.

Da Regoledo, frazione di Cosio Valtellino, al cuore di Genova: Elena Curtoni si è trasferita in pianta stabile in riva al mare dopo il matrimonio con Nicolò, ma è il marito a raccontarci tutto perché così abbiamo voluto “dispiegare” questa storia di vita, proprio come una vela. “Partiamo dal fatto che in realtà i nostri due sport sono più vicini di quanto si possa credere, la maggior parte dei velisti ha tanta passione per la montagna, viceversa gli sciatori trovano un fascino immenso nella vela, le similitudini sono tante tra la natura e l’imprevedibilità, la capacità di trovare sempre il modo di sfruttare un ostacolo come opportunità, non vivendolo come un problema”.

Nicolò, la tua carriera è cominciata… “sulla neve, anch’io! Ho sciato fin da ragazzino, ma sono arrivato al primo anno Giovani e mi sono fatto male, dovendo ad un certo punto scegliere sapendo che la massima aspirazione sarebbe stata quella di diventare maestro. Sono cresciuto nello Sci Club Sestriere e nel mito di Tomba, tanto che ai Mondiali del 1997 facevo il lisciatore, li ho vissuti tutti in pista, un’esperienza unica.

Durante i Giochi di Torino 2006 già vivevo a Valencia per preparare la Louis Vuitton Cup, d’altronde avevo cominciato giovanissimo con le prime vere regate assieme ai pro nel 2000. Il mio punto di riferimento è un mito come Vasco Vascotto, al quale devo grossissima parte della mia carriera.

Da tanto tempo, però, sono legato da un forte rapporto di amicizia con la famiglia Marsaglia: sì, ho conosciuto Elena tramite Francesca, che è stata sua compagna di stanza sin da quando avevano 16-17 anni, e Matteo visto che andavo a vedere le gare di entrambi. Nello specifico, sono state le finali di CdM del 2015 a Méribel il momento in cui ci siamo avvicinati, ma in realtà poi c’è voluto tempo…

Lei ha vissuto a Mandello, visto che faceva la preparazione atletica a Lecco, ed è stato un continuo spostamento sino al 2022”.

Cosa significa vedersi così poco per lunghi periodi dell’anno? “Devo dire che siamo bravi a gestire tutto questo, ci aiuta molto anche il fatto che, quando lei è in piena stagione, non è così per me e viceversa. I momenti più intensi, anche a livello mentale, sono agli opposti; alle gare, a parte negli Stati Uniti, cerco di esserci sempre e dobbiamo sfruttare in maniera creativa ogni momento da poter vivere assieme, anche nei week-end in cui lei compete ci sono pochissimi minuti a disposizione. Poi torniamo a casa, lei riposa e la trasferta in auto è importante in quei periodi”.

Abbiamo visto Elena spesso a Marassi, tra maglie e sciarpe rossoblu. Insomma, è diventata una tifosa del Genoa e la responsabilità è… tutta tua? “Ebbene sì, ma bisogna raccontare bene tutto quanto. Lei non era mai stata allo stadio, si è subito divertita alla prima occasione ma il “turning point” è stato il post infortunio di Sankt Moritz. Tramite i dottori Panzeri (presidente della commissione medica FISI) e Zangrillo, all’epoca presidente del Genoa, Elena ha avuto un supporto enorme, splendido e pieno di affetto da tutta la società, in primis lo staff medico nel suo percorso di fisioterapia.

Alessandro Corsini (responsabile sanitario del Genoa FC), che Elena aveva già avuto in FISI ad inizio carriera, è stato fondamentale e da mister Gilardino a tutta la squadra, si è creato un bellissimo legame in quei mesi a Pegli”.

Elena si ritrova davanti due annate fondamentali, con Milano Cortina 2026 e poi l’inverno che porterà ai Mondiali di Crans-Montana, altro contesto tecnico dove potrà puntare molto in alto. Cosa farete delle vostre carriere, sono così differenti anche in termini di arco temporale? “Sì, io proseguirò sicuramente ancora qualche anno quando Elena deciderà di smettere, per la vela è tutto un po’ diverso. Di certo, sarà più comodo per entrambi e magari faremo qualche sciata in più assieme, anche se c’è un patto non scritto tra di noi: lei non mi chiede di andare in barca e io al tempo stesso di sfidarla sugli sci!”.

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