Neveitalia ha incontrato l'allenatore delle discipline tecniche finlandesi Alessandro Serra che dal maggio 2014 sta cercando di riportare nell'elite mondiale un movimento che dopo i ritiri di Palander e Poutiainen ha visto perdere attenzioni in patria ed uscire dalle posizioni di vertice di questa disciplina.
Fin da quando è entrato nello staff tecnico della FISI, ad inizio anni 2000, il coach Alessandro Serra si è sempre occupato con ottimi risultati dei giovani ragazzi italiani.
In più di quattordici anni in FISI ha praticamente occupato tutte le posizioni possibili. Squadra B, C, FuturFISI o Coppa Europa.
Tuttavia dopo le Olimpiadi di Sochi, la federazione non incluse Serra nell'organigramma degli allenatori per la nazionale maggiore, nonostante la richiesta del coach, dando per scontata la sua presenza nei livelli inferiori del movimento nazionale.
Per il piemontese di Cesana Torinese fu stato un colpo inaspettato considerato l'impegno profuso coi giovani ragazzi azzurri. Sotto la sua guida i vari Heel, Nani, De Aliprandini e Tonetti - solo per citarne qualcuno - hanno in breve tempo spiccato il volo passando dalla Coppa Europa e arrivando stabilmente alle posizioni di vertice di Coppa del Mondo.
Ma in quella stessa primavera per Alessandro, chiusa una porta se ne e' subito aperta un'altra con la chiamata del presidente della Federazione Finlandese Marko Mustonen per rilanciare il movimento Suomi. Del mondo dello sci alpino finnico coach Serra aveva già buona conoscenza avendo dato la sua collaborazione e aiuto ai ragazzi finlandesi in termini di logistica e supporto per i loro allenamenti sui ghiacciai italiani.
Accettata al sfida e oramai prossimo a iniziare la sua quarta stagione nella Finlandia dell'alpino, Alessandro fa il punto della situazione del proprio movimento nelle discipline tecniche con uno sguardo a ciò che la FIS dovrebbe fare per rendere ancora più spettacolare il circus della Coppa del mondo.
Quali differenze principali ha riscontrato, come mentalità, approccio alle gare, metodi di allenamento in questi suoi primi 3 anni dai ragazzi italiani ai finlandesi dell'alpino ?
"Difficile parlare di differenze. Mi sto rendendo conto che le necessità degli atleti sono sempre le stesse, che siano finlandesi italiani o di altre nazionalità. Sicuramente la mentalità Finlandese, per certi versi più calma, molto riflessiva, è piuttosto diversa dalla mia, più entusiastica e istintiva. Abbiamo dovuto lavorare molto in profondità per trovare un punto d’incontro redditizio per la prestazione. In queste stagioni il lavoro più profondo è stato fatto sull’approccio all’allenamento. Abbiamo sicuramente cambiato la metodologia. Abbiamo curato l’efficacia della prestazione, cercando il limite in ogni run e in ogni gesto tecnico, senza badare a eventuali errori. Tutta la prestazione, fisica e tecnica è ora molto più al limite, grazie ad un cambio nella tecnica sciistica, nella preparazione e nell’attitudine dello staff degli allenatori. Nell’approccio alla gara stiamo ancora lavorando per trovare il giusto equilibrio tra cattiveria agonistica e sicurezza nella prestazione ed è per questo motivo che è da 2 stagioni che ho deciso di stare in partenza vicino agli atleti".
Durante i sei mesi estivi come si svolge la vostra attività di coach? Va lei spesso in Finlandia per affinare la preparazione fisica assieme ai suoi ragazzi oppure i vostri stage vengono svolti sui ghiacciai alpini ?
"Bisogna distinguere bene tra preparazione atletica e allenamenti sciistici. Da 2 stagioni a questa parte la Federazione ha stipulato un accordo con SantaSport, il centro di “alta prestazione sportiva” di Rovaniemi. Le linee guida sulla preparazione atletica vengono dettate dai tecnici di questo centro, ma il mio contributo consiste nel portare la mia esperienza maturata in Italia e implementare le linee guida. Per esempio la scuola finlandese è molto all’avanguardia su allenamenti di forza e stabilità, ma nelle ultime stagioni abbiamo sicuramente migliorato resistenza e forza eccentrica che sono capisaldi nella preparazione fisica in Italia. Abbiamo un allenatore nel mio staff dedicato a seguire la preparazione atletica quotidiana con i ragazzi, ma comunque partecipo spesso anche io agli allenamenti a secco che svolgiamo a Rovaniemi nel periodo estivo.Per quanto riguarda gli allenamenti sciistici, quest’anno visto il cambio di materiale in gigante , abbiamo deciso di rimanere sui ghiacciai alpini europei privilegiando la quantità di giornate sulla neve invece della qualità andando in Sud America o Nuova Zelanda".
Sicuramente Marcus Sandell e' il più talentuoso gigantista finlandese e per via degli infortuni non ha ancora espresso pienamente tutto il suo notevole potenziale. Come sta andando la sua riabilitazione e che previsioni può darci sul suo ritorno a pieno ritmo nel circuito di Coppa del Mondo?
"Marcus sta lavorando a pieno ritmo per rientrare al livello che gli compete. Il recupero si sta svolgendo nei tempi previst, e dovrebbe rientrare sugli sci verso fine agosto. Sta svolgendo la fase di recupero senza fretta, rispettando i tempi tecnici per il recupero di un’operazione tanto importante. Il lato positivo è che Marcus non ha subito un trauma quando si è fermato, è stata una decisione ponderata ma inevitabile, in quanto i problemi che erano la conseguenza dell’incidente avvenuto nel 2009 erano diventati insostenibili. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di essere al cancelletto di partenza di Solden, in quanto un atleta deve avere un traguardo ben definito per programmare il suo lavoro fisico ma sopratutto mentale. Però gareggerà solamente se sarà davvero pronto per competere ad alto livello".
Lei che lo conosce molto bene e l'ha seguito da vicino negli ultimi 4 anni, può descriverci meglio “Mare” Sandell sia come gigantista che come ragazzo al di fuori delle piste da sci ?
"È un talento sconfinato. Ha un tocco sulla neve che non avevo mai visto prima, una sensibilità e un'intelligenza motoria fuori dal comune. Quello che mi impressiona di continuo è la sua dedizione al lavoro, la sua tenacia quotidiana, la sua forza mentale. Solo vivendoci fianco a fianco si può capire quanto dolore in ogni momento della sua vita e della sua carriera gli abbiano provocato i postumi dell’incidente del 2009. Nonostante tutto non ho mai visto Marcus mollare, non ha mai saltato un giorno di allenamento e anche nelle giornate in cui il dolore era troppo forte "Mare" andava in palestra a fare allenamenti a secco. La motivazione di Marcus è grande quanto la sua resistenza al dolore: stupefacente. Marcus era nei top 15 in gigante sciando circa la metà, o anche meno, dei suoi avversari. L’esperienza gli ha insegnato come gestire il suo corpo e la sua performance, ma ha bisogno di una guida, una persona o un team di cui fidarsi per poter esprimere tutto il suo potenziale. Al di fuori dello sci è una persona decisamente piacevole, calma e riflessiva. Sinceramente ogni tanto per scuoterlo un pò di più provo a dirgli che deve essere un pò più egoista per eccellere tra i migliori".
Probabilmente nel prossimo periodo , in Finlandia le squadre di salto e fondo dovranno fare i conti con riduzioni di budget in conseguenza del non positivo andamento dei mondiali di Lahti 2017. Voi dell'alpino come state affrontando dal lato economico questa stagione che porterà alle Olimpiadi di Pyeongchang?
"Le ristrettezze oramai fanno parte del budget quotidiano. Da quando sono arrivato qui 4 anni fa SkiSportFinland ha fatto dei passi enormi per risanare la situazione economica e dare alle squadre il giusto supporto. Il Direttore Sportivo Mustonen sta lavorando quotidianamente su questo aspetto.Per quanto riguarda la programmazione delle Olimpiadi di Pyeongchang la Federazione ha fatto uno sforzo particolare per soddisfare le mie richieste e costruire uno staff adeguato alla preparazione delle Olimpiadi, anche perchè Marcus, a causa dei tempi di recupero dall'infortunio, avrà necessariamente tempistiche e allenamenti differenti da Torsti e Piirinen. Sicuramente lo stop forzato di Sandell ci obbligherà a ottimizzare al massimo il lavoro in autunno e inizio inverno per recuperare il tempo perso nei test dei nuovi materiali effettuati in primavera e in estate, mentre con gli altri due potremo cercare di migliorare la performance da subito".
A inizio stagione scorsa, a causa di un grave infortunio la Finlandia ha perso definitivamente il miglior prospetto giovane sul quale faceva più affidamento per il futuro, vale a dire il campione junior Santeri Paloniemi . Vede altri giovani finnici - ragazzi e ragazze – di prospettiva nel panorama giovanile finlandese ?
"Sicuramente il ritiro di Santeri è stata una grave perdita per lo sci Finlandese. In Finlandia abbiamo numeri talmente esigui che non possiamo permetterci di perdere atleti talentuosi. Torsti e Piirinen, anche se non sono vincitori di Campionati del mondo junior, stanno crescendo abbastanza bene e sono arrivati allo scalino più imponente della loro carriera, ovvero il passaggio tra l’essere vincitori di Coppa Europa a essere sciatori di Coppa del Mondo. Questo è l’ostacolo più difficile da superare ed è lo scalino dove la maggior parte dei buoni atleti rischiano di rimanere incagliati. Torsti e Pirinen stanno lavorando davvero forte, la loro convinzione è cambiata, vedremo se soddisferanno le mie aspettative che sono decisamente alte, in quanto credo molto in loro. Sembrano esserci altri atleti interessanti nel panorama finlandese, ma per dimostrare il loro reale valore dovranno confrontarsi in gare Fis Europee e sopratutto in Coppa Europa, solo allora si avrà un quadro generale più chiaro sul loro reale valore. Nel settore femminile sicuramente Rikka Honkanen ha un buon potenziale e Nella Korpio sta crescendo bene".
Nelle ultime 3/4 stagioni di sci alpino si sono moltiplicati in maniera esponenziale gli infortuni. Lei che spiegazione da e quali correttivi apporterebbe?
"Rispondere a questa domanda non è così facile. Sicuramente il vincolo con la neve sempre più saldo, dovuto alla combinazione sci/piastra/attacco/scarpone, produce forze e velocità decisamente più elevate rispetto solo a qualche anno fa. Probabilmente siamo arrivati al limite della sopportazione fisica e spesso gli atleti si rompono senza nemmeno cadere. La forza muscolare degli atleti e la tecnica sciistica permettono di sfruttare al massimo questi materiali, ma a scapito della sicurezza. Soluzione? Non saprei. Sicuramente tornare ai 30 mt di raggio delle sciancrature in gigante aiuterà per i problemi alla schiena, ma le velocità di percorrenza delle curve aumenteranno notevolmente e di conseguenza le forze che agiscono sugli atleti. Vedremo".
Se lei fosse il direttore della Coppa del Mondo di sci alpino che cosa vorrebbe che cambiasse, o quali miglioramenti farebbe al circuito per avere maggiore appeal mediatico?
"Sono convinto che un mix tra storia e innovazione sia necessario per rilanciare il nostro sport. La riscoperta dei paralleli va in questa direzione. Sono tifoso di questo format fin dal suo debutto di qualche anno fa. Anzi secondo me il fatto di portarli nelle città, nelle piazze, o negli stadi, sarà la chiave di volta del loro successo. Lo sci che si sposta vicino alle masse e non viceversa. Troppe volte ci 'nascondiamo' in cima alle montagne in posti troppo lontani e inacessibili per i tifosi. In fondo in una gara di sci un tifoso vede il suo campione solo una o due manche. Troppo poco. Nel parallelo puoi vedere competere i big diverse volte e mediaticamente avrebbero un esposizione decisamente maggiore. Si può anche pensare a giganti e slalom in 3 manche. Discese in 2 manche o tipo Gara1 e Gara2 in Superbike. Bisogna iniziare a metter sul piatto qualcosa di nuovo, la spettacolarizzazione delle riprese televisive, la telemetria stile F1 applicata agli atleti, ovvero lo show televisivo deve essere un must in futuro, e questo spero venga capito presto dalla Fis. Dobbiamo ricordare che noi siamo sport, ma dobbiamo sempre trovare un compromesso con lo spettacolo per sopravvivere e venderci meglio".
Più letti in scialpino
Shiffrin si allena nella sua Copper Mountain: il focus è sul gigante, ma la rivedremo nella velocità?
Dopo qualche settimana di stacco, la fuoriclasse statunitense ha ripreso il lavoro primaverile in pista, allenandosi nella località che a fine novembre tornerà ad ospitare la Coppa del Mondo (ad appena una cinquantina di km da casa Shiffrin): per lottare verso la sesta sfera di cristallo, nei prossimi mesi capiremo se Mikaela tornerà ad impegnarsi anche in super-g.
3