Il futuro dello sci? Gianluca Rulfi lo vede più bianco che nero: "Ci adattiamo ai cambiamenti"

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Gabriele Facciotti

Sci Alpinol'intervista

Il futuro dello sci? Gianluca Rulfi lo vede più bianco che nero: "Ci adattiamo ai cambiamenti"

Intervistato da Enrico Cattaneo per "Dribbling", a margine dell'opening di Soelden, il direttore tecnico della nazionale femminile ha parlato in particolare dei cambiamenti climatici e di come si sta lavorando per rendere questo sport sostenibile. "La neve artificiale è migliorata moltissimo, anche per il settore turistico. Utilizziamo tanta energia per produrla, è vero, ma vale lo stesso per tanti altri ambiti e l'industria dello sci può andare avanti facendo le cose con ragionevolezza".

Per il futuro dello sci ci sono mille temi sul tavolo, quello della sicurezza è indubbiamente il più “caldo” in questo periodo storico, ma quello dei cambiamenti climatici e della sostenibilità di una disciplina così particolare resta delicatissimo.

Gianluca Rulfi, prima delle gare di Soelden che, lo scorso week-end sul ghiacciaio del Rettenbach, hanno aperto la 60esima edizione della Coppa del Mondo, ne ha parlato nel dettaglio al microfono di Enrico Cattaneo, che ha intervistato il dt della nazionale femminile azzurra per Rai Sport, in un’intervista andata in onda all’interno del programma “Dribbling”.

L’allenatore piemontese, che alla guida della nuova “Valanga Rosa” ha vinto semplicemente tutto negli ultimi anni, ha cominciato la sua analisi parlando proprio del Rettenbach e della sua evoluzione: “E’ stato fatto un grosso lavoro di spianatura qui a Soelden, si nota un’altra conformazione rispetto a quello che è il ghiacciaio normalmente, ormai resta l’avanzo di dove c’era il ghiaccio con i sassi e la morena glaciale”.

A quote più basse rispetto alle gare in ghiacciaio cosa si può fare? “Lo sci si adatta e siamo riusciti a fare ciò che madre natura non può garantire sino in fondo – la risposta di Rulfi – Nonostante i giacobini del green, la neve si spara e l’acqua non si perde, spendiamo in termini di energia ma ci sono i sistemi per recuperarla e questa industria, che crea tanti posti di lavoro, può così andare avanti. Non saremo in buona salute, ma se penso che si utilizza l’energia per fare di tutto, compreso rinfrescare le case in estate, non vedo perché non si possa sparare la neve d’inverno”.

L’evoluzione c’è stata anche all’interno della produzione stessa di neve artificiale: “E’ migliorata molto, anche il turista può sciarci molto bene, cosa che in passato era difficile. E’ chiaro che ci sono costi, per gli atleti cambia perché la neve è molto performante e forse i materiali sono talmente migliorati e difficili da utilizzare, perché le nevi sono più compatte, che si è andati verso una certa esasperazione”.

Fiducia per il futuro? Secondo il direttore tecnico azzurro, “il cambiamento c’è e non siamo negazionisti, ma l’uomo è fatto per adattarsi e lo stiamo facendo al meglio, con ragionevolezza”.

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