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Défago ha già "accorciato" la discesa del Cervino: "Avremo 1000 mt in meno, non temo per gli atleti"

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Défago ha già "accorciato" la discesa del Cervino: "Avremo 1000 mt in meno, non temo per gli atleti"

Parla al "Blick" il campione olimpico, che sta disegnando per conto della FIS lo storico percorso trans nazionale, che diventerà più breve del Lauberhorn. Lo stesso Franz Julen rassicura: "A novembre è una gara fattibile in termini di meteo".

Si continua a parlare della grande novità che la Coppa del Mondo potrebbe accogliere entro un paio d'anni, ovvero lo “Speed Opening” sul Cervino, per una discesa (ma si gareggerebbe anche in super-g) che sarebbe la prima a coinvolgere due nazioni, Svizzera e Italia, e sarebbe dovuta diventare la più lunga del mondo, superando i 4,5 km del Lauberhorn di Wengen.

Sarebbe, appunto, perchè il “Blick”, nel pezzo odierno a firma di Marcel W. Perren, spiega come il responsabile per conto della FIS, il campione olimpico di discesa a Vancouver 2010, Didier Défago, ha già optato per un taglio rispetto all'idea del percorso originale, che partirà da quota 3899 mt per arrivare a Laghi Cime Bianche (2814 mt d'altitudine). “Ho accorciato la pista di ben 1000 metri, raggiungeremo un tempo di percorrenza attorno ai 2'20. La preoccupazione degli atleti? Non ci saranno molti tratti di scorrevolezza come si dice, una quindicina di secondi che rappresentano qualcosa di meno rispetto a Kitzbuehel o Beaver Creek”.

Nei giorni scorsi, sempre al quotidiano elvetico si erano espressi temendo una lunghezza esagerata, con relativa fatica immane, gli stessi Dominik Paris e Beat Feuz, considerando pure una partenza quasi a quota 4000 mt. Lo stesso Franz Julen, presidente del CdA di Zermatt Bergbahnen e uno dei padri del progetto, che coinvolge le varie società di impianti, le regioni e le federazioni svizzera e italiana, ha voluto rassicurare sulla sostenibilità del progetto sotto ogni punto di vista: “Le statistiche meteorologiche a lungo termine ci indicano che novembre è molto stabile in termini di tempo e questo progetto soddisfa anche le esigenze più elevate in termini ambientali, perchè gran parte delle infrastrutture esistono già.

I turisti stanno sciando sul 95% della pista, quindi sono necessari solo aggiustamenti molto minori, nessuna foresta verrà disboscata. Due terzi del percorso sono su ghiacciaio, quindi possiamo beneficiare di molta neve naturale. Se sarà necessaria neve artificiale sul tratto finale, questa potrà essere prodotta da un sistema già esistente”.

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