Conferme e ritorni per l’Italia nel primo weekend di gare nordamericane

Conferme e ritorni per l’Italia nel primo weekend di gare nordamericane
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Conferme e ritorni per l’Italia nel primo weekend di gare nordamericane

Le due gare maschili di Lake Louise e le tre femminili di Beaver Creek regalano all’Italia un bilancio decisamente positivo. A fare la voce grossa ancora una volta è la squadra della velocità maschile e in particolare Dominik Paris.

L’Italjet è reduce dalla più grande stagione della sua storia e tuttora sembra obiettivamente molto difficile che si possa ripetere ma l’inizio sulle nevi canadesi dell’inverno olimpico è stato decisamente confortante. Paris fa ancora parecchia fatica in superG ma in discesa sta dimostrando di gradire tutte le piste e tutti i terreni. Parla poco ma fa i fatti in pista. Ha solo 24 anni e le stagioni migliori della carriera le ha ancora davanti. Come dicono Claudio Ravetto e Gianluca Rulfi, i suoi limiti sono ancora inesplorati.

Ma anche i suoi compagni di squadra non stanno a guardare: tre di loro, Christof Innerhofer, Werner Heel e Peter Fill, hanno già ottenuto un piazzamento tra i primi dieci. Inner è stato quarto nel superG, Heel settimo in discesa e Fill ottavo in superG. Un inizio così, specialmente su una pista e con una neve non adatta alle caratteristiche degli azzurri escluso l’universale Paris, era sperabile ma francamente tutt’altro che scontato date anche le difficoltà che hanno incontrato i nostri velocisti in Sudamerica e i problemi alla schiena che periodicamente tormentano Inner. Adesso arriva la Birds of Prey di Beaver Creek, pendio decisamente più gradito all’Italia rispetto a quello di Lake Louise. Se due più due fa quattro…

In campo femminile è stato il weekend dei grandi ritorni. Ad esempio quello di Elena Fanchini, terza in discesa sulla Raptor di Beaver Creek, che mancava il podio dalla vittoria a Lake Louise del 2 dicembre 2005, cioè da otto anni, otto anni in cui ha dormito, come lei ha detto anche troppo severamente verso se stessa.

A parte l’argento mondiale in discesa a Schladming dello scorso febbraio sua sorella Nadia, quinta in superG, non arrivava tra le prime dieci di una gara di velocità dal terzo posto nel superG di Haus mi Ennstal del 10 gennaio 2010, cioè tre settimane prima del suo infortunio più grave patito a St. Moritz e che le ha fatto perdere praticamente due anni.

L’ultimo bentornato va a Federica Brignone, settima in gigante, la sua gara, dopo un anno quasi completamente perso per una cisti al piede. Bene anche Francesca Marsaglia, a punti in gigante al decimo tentativo col ventiduesimo posto, la "romana di San Sicario" ha fatto vedere che tra i pali larghi può fare anche meglio.

Infine, attendendo gli acuti delle veterane Daniela Merighetti e Denise Karbon, i progressi di Elena Curtoni e il pieno recupero di Irene Curtoni e Manuela Moelgg, non può passare inosservata la settima piazza in superG di Sofia Goggia alla settima gara di Coppa del Mondo.

La bergamasca ha l’atteggiamento e la grinta giusta e non disdegna la polivalenza, se comincerà a limitare gli errori può arrivare tra le migliori in tre specialità: discesa, superG e gigante. E non dimentichiamo che a Schladming oltre al quarto posto in superG è arrivata settima in supercombinata difendendosi piuttosto bene tra i pali stretti dello slalom…

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