Anche il mondo dello sci celebra Sinner, il messaggio di Lindsey Vonn: "Orgogliosa di te, amico mio"

Un trionfo epocale per il tennis italiano, più in generale per l’intero movimento sportivo nazionale, quello firmato da Jannik Sinner che ha conquistato per la prima volta nella storia tricolore in singolare, il torneo più ambito.

Alla 138esima edizione di Wimbledon, ecco il capolavoro del numero 1 al mondo, che si è preso il quarto Slam in carriera battendo in finale Carlos Alcaraz, bi campione in carica sull’erba londinese e che sinora aveva vinto tutte le cinque finali disputate nei major, l’ultima delle quali proprio contro Sinner al Roland Garros.

Anche il mondo dello sci ha celebrato quanto fatto da Jannik, pensando al passato in pista del classe 2001 che, prima di lasciare Sesto Pusteria per diventare un giocatore con la racchetta in mano a Bordighera, alla scuola di Riccardo Piatti, prometteva benissimo pure sulla neve. La Federazione Internazionale ha subito pubblicato il suo messaggio per congratularsi con l’azzurro, rilanciata da tantissimi atleti prima che arrivasse, a mezzo social, anche il post di Lindsey Vonn. Lo sappiamo, la fuoriclasse del Minnesota è legata a Jannik da uno splendido rapporto d’amicizia, tanto che i due si sono regalati qualche giornata assieme sugli sci. “Orgogliosa di te, amico mio – ha scritto LV84 - Che torneo per te e la tua squadra, e il percorso è solo all’inizio.

Congratulazioni anche a Carlos Alcaraz, non vedo l'ora di vedere tante altre finali in futuro, siamo fortunati ad assistere a questa prossima generazione”.

“Quella con Carlos è una bellissima rivalità in campo e al tempo stesso c’è un bel rapporto al di fuori – le parole di Sinner nel post partita per ringraziare il rivale Alcaraz di questa nuova immensa sfida – È un momento molto speciale, vedere la mia famiglia e il team qui è incredibile. Grazie soprattutto a mio fratello Mark, che è venuto qui solo perché non c’è la F1 questo week-end (ha scherzato Jannik riferendosi all’assenza in occasione della finale di Roma, quando il fratello era a Imola, ndr).

Per arrivare a tutto questo c’è stato un grande lavoro soprattutto emotivo, perché la sconfitta di Parigi non è stata facile da digerire, ma alla fine non importa come vinci o come perdi, soprattutto nei tornei importanti, devi capire cosa non ha funzionato e lavorare su quegli aspetti. Usare la sconfitta e continuare a lavorare, è uno dei motivi per cui sono qua con questo trofeo”.