Roberto Nani ha deciso: troppi i guai alla schiena, a 33 anni l'addio allo sci agonistico

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Roberto Nani ha deciso: troppi i guai alla schiena, a 33 anni l'addio allo sci agonistico

Il gigantista azzurro lascia con 90 pettorali in Coppa del Mondo e quel 4° posto di Soelden 2015, pochi mesi dopo aver sfiorato il podio mondiale a Beaver Creek. Il calvario dell'ultimo anno, dopo le gare di Bansko del febbraio 2021 che rimarranno il suo finale di carriera. Le parole di Roberto.

Roberto Nani ha deciso. Basta con lo sci agonistico, dopo aver provato in mille modi a rientrare, nonostante i problemi alla schiena ormai cronici e l'intervento dello scorso anno.

A 33 anni, lo specialista livignasco lascia ufficialmente il circo bianco, lui che negli ultimi 12 mesi non è più riuscito a gareggiare, dopo i due giganti di Coppa del Mondo disputati a fine febbraio 2021 in quel di Bansko, finendo sotto i ferri e rimettendo gli sci alla fine della scorsa estate, senza ritrovare quelle sensazioni necessarie per competere ai massimi livelli.

D'altronde, fin quando il fisico l'ha sostenuto, Nani è stato un ottimo protagonista della nazionale, punto di riferimento del gigante nelle annate del finale di carriera di Max Blardone, ottenendo il miglior risultato in Coppa del Mondo (90 i pettorali totali indossati nel massimo circuito) in quello splendido 2015, 4° a Soelden dopo aver sfiorato il podio mondiale, sesto a Beaver Creek nel gigante iridato del precedente mese di febbraio.

Una partecipazione olimpica, a Sochi 2014, e la sensazione che senza tutti quei problemi alla schiena, nel pieno della maturità agonistica, le cose sarebbero potute andare molto diversamente. “Avrei voluto scrivere questo post dopo una bella stagione o una gara, ma dopo l'operazione dello scorso marzo, la riabilitazione è stata lunga e difficile e così ho dovuto prendere una decisione definitiva – le parole di Roberto a mezzo social - Da oggi si volta pagina, non farò più l'atleta, scelta che purtroppo è maturata con il tempo vedendo che il fisico non rispondeva più come volevo. Ci ho riflettuto molto con la consapevolezza che avrei potuto dare ancora a questo sport, vedendo come stava andando la stagione prima di essere operato alla schiena, ma quando il corpo dice basta non puoi fare altro.

Da bambino ho cominciato a sciare per divertimento senza troppe pressioni e aspettative ma con tanta voglia di divertirmi e dare il meglio di me. Non ho raggiunto a pieno tutto quello che volevo e questo mi rattristisce, ma sono contento comunque di essere stato per diversi anni nei top 10 al mondo e di aver corso contro atleti che hanno fatto la storia dello sci. Tutto frutto di una grossa passione, consapevolezza, e una palla di fuoco dentro di me che alimentava il tutto. La cosa che mi rende più fiero è che nella mia carriera non c'è stata una scorciatoia, anzi mi sono guadagnato tutto sul campo, grazie all'aiuto di amici e professionisti che nel tempo mi sono stati vicini.

Una carriera con tanti momenti di soddisfazione ma molti anche quelli di sconforto, che comunque vuoi o non vuoi devi affrontare e trovare nuove energie per andare avanti e fare tutto ancora meglio. Ringrazio di cuore tutte quelle persone che hanno contribuito a farmi vivere un sogno, a tutte quelle persone che mi hanno sostenuto nel mio percorso e anche quelle che hanno reso la strada meno facile ma sicuramente più forte. Un abbraccio a tutti i colleghi che ho avuto in pista e fuori, sarete sempre un ricordo fantastico.

Ringrazio Livigno che mi ha sempre sostenuto, il Centro Sportivo Esercito che sono stati i primi a credere in me, le aziende piccole e grandi che ho avuto al mio fianco. A tutti voi fans che nel bene e nel male eravate lì a tifare per me. Ma un grazie enorme va alla mia famiglia, senza loro tutto questo non sarebbe stato possibile”.

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