Matteo Marsaglia: "La Birds of Prey è sempre stata la mia pista preferita, già prima di vincerci..."

Matteo Marsaglia: “A Beaver Creek riesco sempre a concentrarmi al meglio”
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Max Valle

Sci Alpino

Matteo Marsaglia: "La Birds of Prey è sempre stata la mia pista preferita, già prima di vincerci..."

Lo scorso anno ci ha fatto sognare tutti quanti con la sua prima vittoria in Coppa del Mondo sulla Birds of Prey. Un successo che gli ha dato quella costanza, grinta e determinazione da farlo finalmente emergere e diventare  uno dei migliori atleti delle discipline veloci del Circo Bianco. Quest’anno Matteo Marsaglia, ventottenne romano, proverà di nuovo a essere in cima alla classifica, ma soprattutto cercherà sin da subito di strappare il pass per le Olimpiadi di Sochi vista la forte concorrenza all’interno della squadra azzurra.

Circa due mesi fa sei caduto a Tignes durante un allenamento procurandoti una distorsione del perone, come ti senti adesso?

Sto abbastanza bene, ho ancora un po’ di fastidio, ma ho visto di peggio in passato come anche tanti miei colleghi. Mi ha bloccato un po’ la preparazione, per un mese mi sono dovuto fermare sia con la preparazione atletica che con gli sci. Ho ricominciato a sciare quando sono arrivato qui in America, a Copper Mountain.  Tutto sommato gli allenamenti sono andati abbastanza bene, non ho forzato subito, sono andato per gradi. Sono abbastanza contento. Ora devo tenerlo un po’ sotto controllo e non esagerare.

A Beaver Creek lo scorso anno hai conquistato la tua prima vittoria in Coppa del Mondo. Che effetto ti fa tornare a gareggiare sulla Bird of Prey?

Beaver Creek è una località che mi è sempre piaciuta sin dalla prima gara di Coppa del Mondo che sono venuto a fare qui. La pista è sempre stata la mia preferita, già prima di vincerci. Fa sempre piacere tornare qua.

Che ricordi hai di quel giorno?

Mi vengono in mente i tanti sacrifici ripagati in un minuto e mezzo di gara. Era una splendida giornata, di quelle che piacciono a me, con il sole, la pista perfetta, condizioni uguali per tutti, dal numero 1 al numero 70. Non potevo chiedere di più come prima vittoria.

Una pista dove quest’anno ti piacerebbe vincere

Una pista che ho sempre amato, anche se si disputa la discesa e non il supergigante, è quella di Bormio. Non so se in discesa arriverò agli stessi livelli del supergigante, ma mi piacerebbe fare bene sia perché è in Italia, sia perché è una pista che conosco da tanto tempo, prima che arrivassi in Coppa del Mondo di sci. Quando ero nella squadra giovanile ero spesso convocato per fare l’apripista per la gara di Coppa del Mondo.

La squadra di velocità ha già dimostrato di essere in ottima forma a Lake Louise con la vittoria di Dominik Paris in discesa libera. C’è competizione all’interno della squadra?

C’è competizione positiva, quella competizione che ci ha fatto crescere e ci ha fatto arrivare a quel livello che abbiamo raggiunto in queste ultime due/tre stagioni. Avendo degli avversari così forti in squadra, ogni giro di allenamento è come se fosse una gara. Ognuno ha le sue caratteristiche, siamo tutti molto diversi. C’è chi va forte in alcune condizioni, chi in altre, quindi è un aiuto anche sotto questo punto di vista. Io, ad esempio, ho imparato molto da Dominik Paris in certe condizioni e lui da me in altre, così come tutti gli altri. È veramente una fortuna trovarsi all’interno di una squadra cosi forte: non ci sono tante squadre in Coppa del Mondo con cinque atleti che hanno già ottenuto una vittoria.

Forse a Beaver Creek ti vedremo gareggiare anche in gigante. Tua sorella Francesca ha già dimostrato di essere migliorata tanto in questa disciplina portando a casa i primi punti in carriera in questa specialità. Tu che sensazioni hai invece?

Il gigante è una disciplina che non ho mai abbandonato. La tecnica si impara facendo questa specialità che per me è fondamentale. Tra le porte larghe bisogna allenarsi sempre tanto e bene. Quando mi alleno bene in gigante vado forte anche in superG e vado bene pure in discesa. Non l’ho mai abbandonata questa disciplina proprio per l’idea di arrivare a fare qualche punto. Quest’estate a Ushuaia mi sono concentrato molto sul gigante che su una pista come quella di Beaver Creek mi si addice abbastanza come caratteristiche. L’obiettivo è di prendere spunto da mia sorella e prendere qualche punticino anche in gigante.

L’anno scorso sei arrivato secondo nella classifica di superG. Questa stagione punterai più sulla coppetta di specialità o sulla medaglia olimpica?

È difficile nel nostro sport avere degli obiettivi cosi precisi. Personalmente mi metto in testa di migliorare, di non lasciare nulla al caso, di continuare a crescere di giorno in giorno e di riuscire a portare in gara il meglio di me. Quando arrivo al traguardo e sono sicuro di aver dato il meglio di me, sono soddisfatto. Sicuramente l’obiettivo di quest’anno è un pochino indirizzato più sul discorso olimpico. Il momento della massima forma cercherò di farlo arrivare nel periodo delle Olimpiadi. Con una squadra cosi forte e agguerrita sarà importante andar bene già da queste prime gare per prendere il pass olimpico visto che i posti sono solamente quattro.

 

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