Matilde, Marco, Margot, Matteo: così non si può andare avanti. Papà Lorenzi: "Torniamo nel baratro di quei giorni"

Foto di Redazione
Info foto

Gabriele Facciotti

Sci Alpinociao matteo

Matilde, Marco, Margot, Matteo: così non si può andare avanti. Papà Lorenzi: "Torniamo nel baratro di quei giorni"

La notizia della scomparsa di Matteo Franzoso, che martedì avrebbe compiuto appena 26 anni, deve immediatamente fare riflettere, in maniera sempre più vigorosa, sulle norme di sicurezza nello sci pensando a quanto accaduto contro quella staccionata a La Parva: il 28 ottobre 2024 l'addio a Matilde Lorenzi, alla quale il velocista ligure era molto legato, il 9 marzo e il 24 aprile 2025 trovarono la morte in pista altri due giovanissimi, Marco Degli Uomini e Margot Simond.

Inaccettabile.

No, non si può andare avanti in questo modo, non si può vedere morire un ragazzo così, per una caduta in atterraggio da un salto, andando a quelle velocità a colpire una staccionata in legno, appena pochi metri oltre le due file di reti di protezione.

Matteo Franzoso si è spento oggi a Santiago del Cile, due giorni dopo quel tremendo impatto che gli ha procurato un serissimo trauma cranico: un training maledetto sulle nevi di La Parva, che deve nuovamente portare e con ancora più forza a riflessioni immediate sulla sicurezza in pista, specialmente per gli allenamenti.

Oltre al messaggio di cordoglio della federazione cilena, è arrivato in serata quello della FIS: sui social della Federazione Internazionale, lo stesso Gian Maria Illariuzzi, che nei giorni scorsi ha gareggiato proprio a La Parva in South American Cup, ha risposto in maniera chiarissima. “Dovete imporre regolamenti per le barriere di sicurezza, non esprimere condoglianze dopo”.

I drammi umani, ancora prima che sportivi, sono davvero troppi e solo nell’ultimo anno questo è il secondo per un atleta della nazionale azzurra, ma il quarto avvenuto in contesti sportivi (seppur non in gara): il 28 ottobre 2024 in Val Senales incontrava la morte, durante un allenamento di gigante, la povera Matilde Lorenzi che non aveva ancora compiuto vent’anni. Il 9 marzo 2025 la scomparsa di Marco Degli Uomini, sulle nevi dello Zoncolan prima di fungere da apripista ai campionati regionali Children, mentre il 24 aprile di quest’anno è stato fatale un passaggio nell’ambito dello show Red Bull in Val d’Isère alla giovanissima Margot Simond, promessa dello sci transalpino.

Franzoso era molto legato alla famiglia Lorenzi, gli incroci del destino sanno essere crudeli se pensiamo che Matteo era molto attivo in sostegno della fondazione che porta il nome di Matilde. Adolfo Lorenzi, il papà della polivalente azzurra che il mondo dello sci ha pianto lo scorso autunno, a “La Stampa” aveva parlato, solo poche ore fa quando le condizioni del classe ’99 ligure erano già gravissime, di tutta l’angoscia vissuta dopo l’incidente in Cile. “Siamo sempre stati legati a Matteo, amici della sua famiglia. Quello che è accaduto in pista ci ha riportati alla nostra Matilde, per noi è stato come ritornare nel baratro di quei giorni.

È difficile affrontare questa notizia, speravamo di non dover più commentare disgrazie simili. Volevamo che dopo Mati nessuno provasse il nostro dolore. Ma dopo questo incidente il nostro impegno per promuovere la sicurezza nello sci non potrà che crescere.

Mia figlia maggiore, Lucrezia, è cresciuta insieme con Matteo nella stessa categoria dello Sci Club Sestriere. Entrambi si sono poi trasferiti a vivere tra Cesana e il Colle, anche dopo hanno continuato a vedersi quasi quotidianamente, negli allenamenti o in palestra. Abbiamo iniziato questo percorso insieme. Quello che ora mi è chiaro è che, attraverso la fondazione dedicata a Matilde, che da dieci mesi porta avanti una battaglia per far aumentare la sicurezza degli sport invernali, non dobbiamo fermarci.

Ho visto la pista dove si stava allenando Matteo e ho notato che i frangivento erano attaccati al tracciato e non vi erano vie di fuga. Assurdo. L’atleta che si allena ha bisogno di cercare la sua migliore performance in pista, bisogna garantirgli la sicurezza per farlo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Consensi sui social