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Manfred Moelgg e una voglia intatta: "Proseguirò con il solito spirito. Futuro da allenatore? Perchè no..."

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Manfred Moelgg e una voglia intatta: "Proseguirò con il solito spirito. Futuro da allenatore? Perchè no..."

L'highlander azzurro, intervistato dagli amici del Milano Ski Team, guarda al rientro nella prossima stagione e ripercorre una carriera tutt'altro che finita.

Un “Happy Hour sportivo” per raccontare e raccontarsi, in pieno periodo di quarantena ma anche di recupero fisico, per un Manfred Moelgg che lavora come un matto per rientrare nella prossima stagione, dopo lo choc per l'infortunio subito nella 2^ manche del gigante di Adelboden dello scorso 11 gennaio, con la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro.

Con lo staff di Milano Ski Team, il campione marebbano ha confermato ancora una volta di “lavorare per tornare, anche se capiremo a settembre come sarà la situazione. Siamo a buon punto, sudo in palestra a casa e pedalo tanto con gli amici su Zwift”.

Dai bivi di inizio carriera (“tra calcio e sci il dubbio è stato minimo, non è che giocassi così bene col pallone tra i piedi...”), ai rapporti con due fratelli legati al mondo della neve. “Con Manuela abbiamo vissuto assieme un certo percorso agonistico, lei ha sempre avuto una tenacia straordinaria. Se devo indicare il pregio di Michael, invece, è certamente la pazienza: mi segue come skiman da anni e non ha un ruolo facile, quindi ha tantissimi meriti in certi risultati”.

Un viaggio nel circo bianco vissuto praticamente per intero (fa eccezione solo la stagione 2008/09) con la stessa casa di sci, Fischer, certamente un caso particolare a questi livelli: “Semplicemente mi trovo bene con questo tipo di sci e il legame con l'azienda, che è molto familiare, è importante anche perchè ho sempre lavorato con gli ingegneri per pensare un attrezzo che si adattasse bene alle mie caratteristiche. In questo campo l'evoluzione è continua, ma anche nell'ultima stagione avevamo trovato un buon feeling prima che l'infortunio fermasse tutto. E' bello capire come funziona il tutto e lavorarci poi con Michael: con mio fratello ci mandiamo spesso anche a quel paese perchè avere a che fare con me non è semplice, ma l'intesa e la fiducia sono uniche e ci aiutano”.

Quattro le Olimpiadi vissute da Manni, capace chissà di arrivare a giocarsene una quinta, a Pechino 2022, a 39 anni: “L'esperienza più bella speravo fosse Torino, ma avevo problemi alla schiena e non sono riuscito a viverla come avrei voluto. Vancouver è stata forse la più bella, anche per l'atmosfera che c'era al contrario di Sochi. PyeongChang, infine, molto particolare perchè non c'era quasi pubblico, ma dove arrivavo con tante speranze per cogliere quella medaglia che mi è sempre mancata”.

Se la Coppa del Mondo di slalom è stato un momento cruciale, “e forse solo a fine carriera mi renderò conto di quanto abbiamo fatto come team per vincerla, perchè è davvero difficile”, Moelgg non ha dubbi parlando dell'atleta che più l'ha impressionato in oltre 17 anni in Coppa del Mondo. “Penso che Marcel Hirscher abbiamo mostrato a tutti noi il livello che si può raggiungere. Era impressionante come non sbagliasse mai, è stato capace di innalzare la competitività in maniera spaventosa”.

Infine la possibilità di intraprendere una carriera da allenatore, una volta appesi gli sci al chiodo: “Perchè no, mi piacerebbe partendo dalla crescita dei ragazzi degli sci club. Ora penso a fare l'atleta e quindi non voglio avere altri pensieri, perchè la mia avventura non è ancora finita...”.

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