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Sogno coppa svanito, il gigante e il super-g olimpici pure, a Sofia ora serve un'altra corsa pazza

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Sogno coppa svanito, il gigante e il super-g olimpici pure, a Sofia ora serve un'altra corsa pazza

Goggia, i venti giorni della speranza (ridottissima) per partecipare alla discesa olimpica: prove al via il 12 febbraio, il ruolo di portabandiera messo da parte per lavorare ad un recupero folle. Arriva il messaggio di Mikaela Shiffrin: "Sei la testimonianza di forza e voglia di non mollare mai".

Ventiquattr'ore, minuto più, minuto meno.

Il tempo trascorso da un trionfo meraviglioso, “il più bello della carriera”, nella pazza discesa di sabato nella sua Cortina, riabbracciata dopo 4 anni con un'altra vittoria, alla caduta che può rovinare tutto.

Era successa una cosa simile nel 2018, appunto dopo quel primo successo sull'Olympia delle Tofane con tanto di pettorale rosso (che mai aveva indossato prima), con la caduta sullo schuss di Pomedes nella discesa bis del sabato, ma danni non ce n'erano stati e sappiamo tutti, poche settimane più tardi, cosa sarebbe successo in Corea...

Questa volta, la caduta nel super-g in zona Scarpadon, è costata carissimo a Sofia Goggia: un deja vu che nessun appassionato avrebbe voluto vivere, dal 31 gennaio 2021 in cui la bergamasca si ruppe il piatto tibiale laterale del ginocchio destro a Garmisch, perdendo così il Mondiale proprio a Cortina (sempre nel suo destino), a questo 23 gennaio 2022 così amaro.

La diagnosi ufficializzata un paio d'ore fa dalla commissione medica FISI non lascia molto spazio alle interpretazioni, perchè non si può certo scherzare con una lesione parziale del crociato di quel ginocchio sinistro che già ruppe nel 2013, e una frattura al perone (seppur piccola). In ballo c'è l'intera carriera di Sofia, che siamo certi vuole arrivare sino ai Giochi di Milano-Cortina 2026 (e si torna di nuovo all'Olympia delle Tofane...), ma se i dottori che la conoscono meglio di chiunque, ovvero Andrea Panzeri e Herbert Schoenhuber, hanno dato libertà a quelle parole di Sofia di volerci provare per una clamorosa partecipazione alla discesa olimpica del prossimo 15 febbraio, allora una speranza può e deve esserci.

Anzitutto va specificato che si tratta di un tentativo estremo e solo per una gara così “grande”, così importante: la Coppa del Mondo, per la bergamasca, è sostanzialmente finita a meno che un riscontro positivo dalla sfida cinese possa permettere a Goggia di provare poi anche a difendere la sua leadership nella graduatoria di specialità, nel successivo appuntamento di fine febbraio a Crans-Montana (dove ci saranno due discese).

Di certo, il sogno della generale, che era vivo eccome guardando al calendario e al rendimento di Shiffrin e Vlhova nella velocità, è svanito oggi considerato che il gigante di Kronplatz e soprattutto la discesa e il super-g di Garmisch vedranno Sofia solo spettatrice. Il ruolo di portabandiera ai Giochi? Un enorme punto di domanda, ma pare francamente impossibile vederla sfilare il prossimo 4 febbraio in quello stadio di Pechino, considerando la corsa pazza alla quale è chiamata per schierarsi al cancelletto della prima prova di discesa, sabato 12 febbraio.

Il calendario olimpico, appunto: niente gigante, prima gara per le donne lunedì 7 febbraio, niente super-g l'11, poi dal 12 al 14 le tre giornate previste per le prove verso la gara del 15, l'unico obiettivo rimasto per cercare di compiere un'impresa da annali (e lo sarebbe anche solo presentarsi al cancelletto).

Intanto, a mezzo social ecco arrivare il messaggio di Mikaela Shiffrin, tutto dedicato all'azzurra. “L'incidente di Sofia ci ricorda quanto possa essere brutale questo sport, ma c'è ancora una possibilità per lei di competere nella discesa olimpica e vederla rialzarsi e sciare fino al traguardo, è una testimonianza non solo della sua forza, ma della mentalità di non mollare mai”.

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