"Io sono libera": Sofia Goggia a colloquio con Aldo Grasso. "Ora mi sento dove voglio essere. La paura? A Beaver Creek..."

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Sci Alpinol'intervista

"Io sono libera": Sofia Goggia a colloquio con Aldo Grasso. "Ora mi sento dove voglio essere. La paura? A Beaver Creek..."

Al Festival dello Sport di Trento la serata dedicata alla campionessa olimpica di discesa: "I Giochi? Se non riusciremo ad ospitarli perfettamente, li faremo un po' all'italiana e andrà bene comunque. Cortina una magia, sarà stupendo. L'infortunio del 2024 sono convinta sia figlio di un conflitto interiore".

A colloquio con una grande firma come Aldo Grasso (Corriere della Sera), per raccontarsi nella maniera più profonda possibile, in pieno stile Sofia Goggia.

La fuoriclasse bergamasca è stata la protagonista della terza serata (oggi la chiusura) dell’8^ edizione del Festival dello Sport a Trento, aprendosi alla platea del Teatro Sociale che, poche ore prima, aveva applaudito Federica e Davide Brignone ospiti di un altro panel dell’evento targato Gazzetta.

“Io sono libera” il tema dell’incontro con Sofia, che sulla libertà interiore lavora moltissimo, “su una sensazione che mi faccia sentire bene con me stessa. E i momenti in cui mi sono sentita più libera sono quelli in cui sono riuscita a rendere meglio sugli sci; penso di essere ormai un’atleta adulta, di essere consapevole di ciò che valgo in pista e fuori. Mi sento esattamente dove voglio essere”.

Eppure, per arrivare a questo equilibrio l’olimpionica 2018 ha dovuto superare di tutto: “Il mio percorso è stato diverso da quello di altri, segnato da tanti infortuni. Dopo tre crociati e nove operazioni uno si fa delle domande, ma io ho sempre voluto raggiungere quello che non avevo e che sentivo di poter toccare. Per questo, con il senso del lavoro tipico dei bergamaschi, sono andata oltre le difficoltà: dal 2022, quando ho imparato che sacrificio viene da “sacrum facio”, rendere sacro ciò che fai, ho capito che i sacrifici non sono quelli da atleta, ma quelli di chi ha una famiglia grande e un lavoro precario.

Noi atleti siamo dei privilegiati, abbiamo reso passione il nostro sogno. È una vita totalizzante, aspra e dura, ma è bellissima così”.

Eppure, Goggia ribadisce che l’infortunio del febbraio 2024 a Ponte di Legno è stato diverso, per la sua anima: “Sono sempre tornata benissimo, ma l’anno scorso ho patito molto di più. Sarà perché non sono più una ragazzina, ma ho sperimentato un buio dentro di me che mi ha fatto pensare di non aver la forza di uscirne. Poi però è andata bene e penso comunque che i grandi traumi siano figli di conflitti interiori.

Probabilmente in quel momento non sapevo bene che direzione prendere nella mia vita, e infatti ho inforcato. Sono sicura di aver sbagliato quei 3 centimetri per questa cosa”.

Manca un solo esame per la laurea in scienze politiche alla Luiss, uno degli obiettivi del 2026, “ma non ho mai avuto paura dei libri, di leggere, imparare. L’ammontare di ore è stato impegnativo, per dare due esami prima di partire per l’Argentina, alle dieci di sera a studiare macroeconomia mi sono chiesta chi me l’ha fatto fare. Ma è un bel percorso, ti dà basi di giurisprudenza, diritto, economia che ti fanno capire meglio questi tempi complicati.

In pista invece la paura l’ho vissuta, anche nella prima gara di Coppa del Mondo della scorsa stagione a Beaver Creek: il muro della parte alta non finiva più, ho visto ragazze piangere in ricognizione e al mio allenatore ho detto “Ok, me la prendo con calma”.

Le Olimpiadi di Milano Cortina 2026? Le terze della carriera per Sofia, che le vede così: “Se non riusciremo a ospitarle perfettamente, faremo un po’ all’italiana e andrà bene comunque. Cortina è un posto magico, c’è la vecchia seggiovia a tre posti che dal Duca d’Aosta porta alla partenza, e tu all’alba sei nel silenzio, le Tofane sono illuminate dal sole e tu si senti immersa in una poesia. Sogni? A occhi aperti io sogno sempre, ma ogni tanto arriva anche qualche incubo…”.

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