Giada, ora GPI e Coppa Europa per sognare. Ecco D'Antonio: "Il mio esempio è Shiffrin. Punto alla velocità e..."

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Giada, ora GPI e Coppa Europa per sognare. Ecco D'Antonio: "Il mio esempio è Shiffrin. Punto alla velocità e..."

Sulla Gazzetta dello Sport intervista a tutto tondo alla classe 2009 napoletana, che ha cominciato la sua carriera a livello FIS con due vittorie dominanti in slalom. Adora il super-g e con mamma Sandra vive da poco meno di due mesi a Predazzo, con un percorso diverso ma in alcuni aspetti paragonabile a quello di Lara Colturi: "Black Panther? Un soprannome che mi piace tantissimo". Il 19-20 dicembre con gli slalom in Valle Aurina per il debutto nel circuito continentale, ma la Coppa del Mondo potrebbe arrivare molto presto.

Giada D’Antonio è stato un autentico tornado a livello giovanile, capace di vincere, anzi dominare anche sotto categoria e sfidando pure i colleghi maschi (“mi è sempre piaciuto quel tipo di confronto”).

A 16 anni e pochi mesi (è nata il 28 maggio 2009), il suo esordio a livello FIS ha sorpreso tutto il mondo: doppio slalom a Schilthorn, ovvero le nevi di un tempio dello sci come Muerren, nel cuore della Svizzera, e prime manche pazzesche coi numeri 82 e 63 per una doppietta contro atlete molto più esperte e, in alcuni casi, già viste debuttare in CdM. Ecco, già in tantissimi chiedono di vederla nel massimo circuito, ma rispetto al percorso di Lara Colturi, che proprio per avere una sua autonomia tecnica (continuando ad essere allenata dai genitori) e di scelte agonistiche, saltando direttamente la Coppa Europa (facendo i punti in South American Cup nell’estate 2022), è chiaro che delle differenze ci sono visto che Giada fa parte della nazionale azzurra, inserita nel Gruppo Giovani quale ragazza con l’età più verde di tutte.

In via Piranesi, però, è già molto chiaro che la ragazza di San Sebastiano al Vesuvio è pronta per il debutto nel circuito continentale, che avverrà di sicuro entro gli slalom previsti in Valle Aurina il 19 e 20 dicembre, ed è decisamente probabile che possa avere una chance tra le “grandi” molto presto, magari a cavallo del nuovo anno tra Semmering (il 27 e 28 dicembre ci sono gigante e slalom sulla “Panorama”) e Kranjska Gora (3-4 gennaio 2026, con altre due prove tecniche).

Intanto, la rivedremo a inizio dicembre nelle FIS di Solda valide per il GP Italia, come ha confermato lei stessa parlando alla collega Marisa Poli, in una lunga intervista concessa a “La Gazzetta dello Sport”. E di titoli ne ha lasciati tanti, la “Black Panther” campana che ha confessato di adorare quel soprannome.

“Papà Fabio è sempre stato appassionato di sci, a 3 anni e mezzo mi ha portata a Roccaraso – racconta D’Antonio, che ha origini divise anche con Colombia e Ecuador grazie a mamma Sandra - Negli anni ho praticato altri sport: pattinaggio su ghiaccio, ginnastica artistica, nuoto, danza, ma lo sci mi è piaciuto subito.

Non c’è nulla di paragonabile a quello che provo quando scio, niente che mi fa sentire libera come quando scendo in pista. Sono entrata nello Sci Club Vesuvio, che ancora oggi mi accompagna, e per una serie di coincidenze sono qui”.

Più che coincidenze, un talento smisurato e un potenziale ancora da valutare, visto che pure nella velocità si dice un gran bene di Giada: “Le prime FIS? Forse gareggiare all’estero mi ha fatto scendere con meno pressioni, magari in Italia avrei avuto più occhi addosso – dice sull’esordio a Schilthorn - All’inizio avevo l’ansia di rompere il ghiaccio, nella prima gara sono partita terz’ultima ed ero quarta dopo la prima manche. Nella seconda sono partita con l’idea di vincere e nonostante un grosso errore ce l’ho fatta: ho stupito me stessa e anche nella seconda gara è andato tutto bene (facendo già il vuoto, appunto col n° 63, in una prima manche chiusa con 1”00 tondo di margine sulla seconda, ndr)”.

Il trasferimento in Trentino era già stato previsto da mesi ed è diventato tale da ottobre, anche se a Giada mancano gli amici di Napoli e dintorni. “In questo primo anno mi dedicherò alle discipline tecniche, poi vorrei fare anche la velocità – continua a raccontare - L’obiettivo è fare presenze in Coppa Europa, andare forte lì e poi non voglio mettermi in testa troppe aspettative. L’ho imparato dal passato, la mia gara più bella è attivata a Folgaria, perché venivo da un’estate in cui non avevo sciato tanto per problemi alla schiena: ho vinto con 6 secondi di vantaggio sulla seconda.

Quando non mi sono messa troppe idee in testa ho sempre sciato bene”.

C’è un esempio chiaro davanti a lei, l’età delle prime volte a certi livelli è quella (e vale anche per Colturi, che ha debuttato tra le grandi a 16 anni appena compiuti, ndr): si chiama Mikaela Shiffrin. “Il mio modello è sempre stata Mikaela, per la sua capacità di essere resiliente nonostante le cose che le sono successe. Gli infortuni, la morte del padre, ha avuto la forza di reagire e tornare”.

“Black Panther? Su questo nomignolo ci sono due storie: da piccola con le altre mie compagne dello sci club ci divertivamo a trovare soprannomi dai film e il mio è stato preso da Black Panther, ovvero la Pantera Nera del film con Chadwick Boseman che mi è piaciuto molto. Per un po’ di anni non è più stato usato, poi tramite mia mamma è tornato fuori e ha iniziato a girare. Mi piace molto, mi rappresenta per come sono”.

Sandra Gonzalez è sempre con lei: “Ci siamo trasferite a Predazzo con mamma, una discreta rivoluzione da una città frenetica come Napoli a un paesino tranquillo. Papà e anche mio fratello maggiore Anthony sono rimasti a San Sebastiano al Vesuvio, i miei amici sono là e mi mancano, ma quando torno riesco a vederli sempre tutti, c’è un legame forte”.

Una figura chiave è Carlo Ceccato, sin dallo Sci Club Vesuvio e che la FISI ha permesso la seguisse anche da quando è diventata azzurra a tutti gli effetti con l’ingresso in nazionale: “Da cinque anni è il mio allenatore e funge anche da skiman. Il mio preparatore è Michele Ganz, che da quando sono nel Gruppo Giovani si confronta con la preparatrice della Nazionale, poi c’è l’osteopata Matteo Cigolla”.

Se il team si allargherà e diventerà "privato", come nella storia di tutti i grandi campioni azzurri (e non solo), ce lo dirà solo il tempo e l'evoluzione della Black Panther, Giada D'antonio.

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