La WADA presenta ricorso e chiede 1-2 anni di stop per Jannik Sinner: il caso andrà a Losanna

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La WADA presenta ricorso e chiede 1-2 anni di stop per Jannik Sinner: il caso andrà a Losanna

L'agenzia mondiale antidoping ha deciso di presentare un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport, contestando l'assoluzione dell'ITIA per la doppia positività al Costebol del tennista azzurro n° 1 al mondo. In casi come questi difficilmente il CAS darà torto a Sinner, che ha un impianto difensivo molto solido, ma quando tutto sembrava finito la situazione si complica.

Il caso doping di Jannik Sinner non è ancora chiuso.

Questa mattina è arrivato l'annuncio, a questo punto inaspettato viste le tempistiche, a quasi un mese e mezzo dalla pubblicazione della notizia sulla positività al Clostebol del numero 1 al mondo e della relativa assoluzione da parte del tribunale indipendente dell'ITIA, del ricorso presentato dalla WADA, l'agenzia mondiale antidoping che aveva la possibilità di fare ciò portando il caso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) di Losanna.

La notizia relativa al fuoriclasse di Sesto Pusteria, che pochi giorni fa è stato nominato brand ambassador del team di volontari per i Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, è arrivata proprio mentre Jannik è in campo nel match degli ottavi di finale dell'ATP 500 di Pechino contro il russo Safiullin ed è chiaro che questo caso rischia di togliere nuovamente serenità al due volte vincitore Slam, anche se va sottolineato che l'impianto difensivo di Sinner è molto solido e, in casi come questi, difficilmente il CAS può ribaltare la decisione del tribunale indipendente, appunto l'ITIA che ha assolto l'azzurro.

Il comunicato dell'agenzia mondiale antidoping recita: “La WADA ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” non sia corretta ai sensi delle norme vigenti. La WADA chiede un periodo di ineleggibilità (ovvero di squalifica) compreso tra uno e due anni, non chiedendo la cancellazione di alcun risultato, salvo quella già inflitta dal tribunale di prima istanza (ovvero i 400 punti persi della finale giocata a Indian Wells, ndr). Poiché la questione è ora pendente davanti al CAS, la WADA non farà ulteriori commenti in questo momento”.

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