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Le confessioni di una "nuova" Lisa Vittozzi: "Staffetta? Sogno di arrivare con la bandiera"

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Le confessioni di una "nuova" Lisa Vittozzi: "Staffetta? Sogno di arrivare con la bandiera"

La campionessa sappadina, ospite di "Puppo&Ambesi Live by night", ha parlato di passato, presente e futuro di una carriera con grandi obiettivi.

Un paio d'ore di trasmissione per analizzare l'intero percorso di una biatleta che potrà scrivere pagine importanti nel panorama delle discipline invernali in Italia, magari ereditando il ruolo di Dorothea Wierer.

Lisa Vittozzi si è confessata a 360° nel corso dell'ottava puntata di “Puppo&Ambesi Live by night” ospitata da NEVEITALIA (nell'articolo il video completo della trasmissione), con Dario Puppo e Massimiliano Ambesi che hanno analizzato l'intera carriera della campionessa sappadina, sino ad arrivare all'ultima complicata stagione dove, tra l'altro, Lisa partiva come la principale favorita per la conquista della Coppa del Mondo dopo il 2° posto dell'anno precedente e un'estate dominante. “A Oestersund mi è crollato il mondo addosso – spiega senza tanti giri di parole l'azzurra – ma in realtà già nel corso della trasferta norvegese, pur vincendo a metà novembre a Sjusjoen, avevo avuto segnali negativi in allenamento. Ho sprecato troppe energie su cose inutili, ma forse mi ha penalizzata anche il voler dimostrare sempre il mio livello.

La testa fa tutto nello sport; ora dovrò ripartire da zero, ma so che arriverò dove mi ero prefissata, ho gli obiettivi ben chiari in testa”.

Vittozzi si dice convinta che vedremo “una Lisa più matura, cresciuta dalle esperienze che mi porteranno ad ottenere quel che voglio”, e ha analizzato nel dettaglio il suo tiro, con i problemi legati all'ultima stagione, e l'adattamento ad ogni località di gara con grafici dedicati. “I Mondiali di Pokljuka 2021? Lì mi sono sempre trovata bene, di fatto mi trovo a casa anche se i miei tifosi mi seguono dappertutto”.

In vista della stagione 2020/21, considerando logicamente Wierer come il riferimento dopo aver conquistato le ultime due sfere di cristallo, “Eckhoff mi ha sorpreso molto, così come Herrmann è migliorata anche se non è sempre stata costante e bisognerà vederla. Roeiseland è cresciuta nella velocità di tiro, me l'aspettavo però a questi livelli anche se ad Anterselva ha fatto qualcosa di grandioso. Poi ci sono tante giovani, come Davidova, Simon, la stessa Tandrevold. L'arrivo di Stina Nilsson nella nostra disciplina? Subito non ne ho capito il senso, visto che non credo si consideri subito pronta per essere una super biatleta, ma la voglia di provare una nuova esperienza e divertirsi può aver fatto la differenza”.

Impossibile non parlare della rivalità con Dorothea, specie dopo la polemica esplosa in seguito alle dichiarazioni pre mondiali di Lisa, ma la carnica non vuole alimentare la questione. “Lavorare insieme è fondamentale e utile per tutte, anche per dare un riferimento ai giovani come fu per me con Doro”. Definita da Ambesi “la miglior prima frazionista nella storia delle staffette”, Vittozzi ha affrontato il tema del suo ruolo così discusso, anche da parte dei tanti tifosi del biathlon azzurro. “Non sono io a scegliere, gli allenatori fanno le loro analisi ma vi posso garantire che la prima frazione non è così semplice. Sì, mi piacerebbe provare a cambiare anche perchè non abbiamo portato a casa molto a livello di medaglie; credo si possa sperimentare e certamente sarebbe bello arrivare con la bandiera al traguardo. Un'emozione molto più grande rispetto alla consegna della medaglia”.

Infine il “nuovo” calendario, con una supersprint nel corso dell'ultima tappa di Coppa del Mondo, ha ricevuto varie critiche e la stessa Vittozzi non si spiega “questa voglia di stravolgere il biathlon, che non è certo uno sport noioso. La trovo poco sensata, al massimo se si vuole cambiare si potrebbe fare con la short individual”.

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Il verdetto finale della Coppa del Mondo femminile di Biathlon vede primeggiare la campionessa italiana che oltre che nella classifica generale, primeggia anche nell'Inseguimento e nella 20 km. La francese e la norvegese, sul podio della generale con la sappadina, conquistano le Coppe di Sprint e Mass Start. La grande delusa è Julia Simon, che si è presentata a Canmore con due pettorali rossi e non porta a casa nulla dopo il trionfale Mondiale.