Il responsabile tecnico del biathlon italiano, Fabrizio Curtaz, analizza il risultato della staffetta mista di oggi a Ostersund, fra il rammarico per il podio sfumato e la certezza che la squadra italiana può lottare per le posizioni che contano.
Domenica 24 Novembre 2013
Rammarico ma anche la consapevolezza che il team azzurro di biathlon c'è e può lottare per traguardi ambiziosi. Queste sono le sensazioni di Fabrizio Curtaz, il direttore tecnico del biathlon italiano dopo la staffetta mista di oggi che ha visto gli azzurri finire al quarto posto.
"Ci brucia un po' il mento per quel podio che si poteva prendere" - ha affermato lo stesso Curtaz al sito ufficiale della FISI - "ma questa è la staffetta e non bisogna recriminare. Abbiamo Russia e Germania alle spalle e per noi questo quarto posto vale un podio. Sono almeno 10 le nazioni che possono schierare due maschi buoni e due femmine buone e giocarsi i primi posti nella staffetta mista. Noi cominciamo con un quarto posto e siamo molto soddisfatti". Aldilà del podio sfiorato, però, non si può che essere soddisfatti di quanto messo in mostra a Ostersund dalla nazionale italiana: "E' un buon inizio per l'Italia, perché abbiamo lottato fino all'ultimo con le nazioni migliori e oggi le condizioni non erano facili, soprattutto nel tiro in piedi dell'ultima frazione: c'era davvero molto vento ed era difficilissimo andare a bersaglio".
Da ultimo una considerazione a livello individuale sugli atleti: "Per quanto riguarda i singoli, Hofer ha fatto quello che doveva, Oberhofer e Wierer hanno ricominciato da dove avevano smesso lo scorso anno. Direi che l'Italia c'è". Parole al miele anche per Dominik Windisch, oggi anello debole della staffetta, poco brillante soprattutto al tiro: "E' ovvio che chi fa due giri abbia il morale sotto i tacchi, ma non bisogna drammatizzare: nella staffetta ci sta. Complessivamente dobbiamo valutare la prova di squadra ed è molto buona".
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