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Monte San Primo. Si tornerà a sciare sulla montagna di Como?

Sci sul Monte San Primo? Gli ambientalisti si mobilitano per salvare la montagna
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Monte San Primo. Si tornerà a sciare sulla montagna di Como?

Da diversi mesi si sta discutendo sul futuro del Monte San Primo, piccolo comprensorio situato a poca distanza da Como, Lecco e a poco più di un'ora da Milano.

Si parla di un progetto, denominato "Oltrelario, il Triangolo Lariano meta dell’Outdoor" che prevede la realizzazione di impianti sciistici. Nel dettaglio il piano prevede impianto di innevamento, tapis roulant, un laghetto artificiale e nuovi parcheggi. Un intervento che verrebbe finanziato dal Ministero dell’Interno, Regione Lombardia e Comunità Montana Triangolo Lariano.

Ma trattandosi di una località piccola, che non supera i 1700 metri d’altezza,  e dove nevica poco, sono state tanti i pareri in disaccordo da parte dei cittadini e delle associazioni ambientaliste del territorio che propongono altre idee per il rilancio turistico del Monte San Primo come ad esempio togliere il vecchio impianto di risalita ormai inutilizzato, allargare i sentieri, ripulire i boschi, sistemare la segnaletica con le distanze, la riqualificazione di alcuni edifici esistenti, creare un bus navetta per diminuire traffico ed inquinamento.

In forte disaccordo con la realizzazione di impianti sciistici sul Monte San Primo è anche Paolo Ceruti, Capogruppo di “Per il Cambio” (opposizione consiliare a Magreglio), già sindaco del paese e Presidente della Comunità Montana del Triangolo Lariano.

"Per fermare il ‘Luna park’ invernale che si vuole realizzare sul Monte San Primo con i tapis roulant e i cannoni sparaneve, utilizzando milioni di euro pubblici, arrivati dalla Regione e dallo Stato alla Cm e al Comune di Bellagio, la protesta, per quanto forte e qualificata non può bastare – spiega Paolo Ceruti  -. Si deve inoltre evitare il solito giochetto contro chi difende l’ambiente accusandolo di non volere aiutare lo sviluppo sul territorio".

"La nostra proposta – prosegue Paolo Ceruti - si chiama ‘Ecomuseo’ all’aperto per sensibilizzare la popolazione residente, villeggianti e turisti sul fenomeno dei cambiamenti climatici. Non è affatto un sogno, ma un progetto realizzabile se la nostra Amministrazione, in accordo con le altre interessate, vorrà attivarsi presso la Comunità Montana, per arrivare alla rivalutazione del progetto AREST abbandonando le strutture impattanti per il territorio e declinandole in opere sostenibili".

Venerdì 26 maggio si è tenuto a Civenna di Bellagio, presso la Sala consiliare, l’incontro "Quale futuro per il Monte San Primo?" per parlare nuovamente del progetto "Oltrelario, il Triangolo Lariano meta dell’Outdoor". Nel corso della serata sono state presentate le controproposte del Coordinamento “Salviamo il Monte San Primo”. Sono intervenuti anche Roberto Cerati, presidente del Gruppo Naturalistico della Brianza, e Roberto Fumagalli, Presidente del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.  

Nel frattempo sono state raccolte oltre 2.000 firme per tutelare il Monte San Primo.

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