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Quella pista nera che scende da Aosta a Roma

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Cultura

Quella pista nera che scende da Aosta a Roma

È il libro che mi ha fatto ricordare le tante sciate con i miei amici romani che mi raccontano dei loro concittadini che li guardano come marziani quando spiegano le sveglie alle 5:00 del mattino per assecondare la passione per lo sci. Quello sguardo stranito è tutto nei pensieri del commissario (anzi no, vicequestore, perché i commissari non esistono più, come ricorda lui stesso continuamente) Rocco Schiavone.

Il personaggio, inventato dalla penna di Antonio Manzini, è assolutamente azzeccato. È un uomo fuori dagli schemi, romanaccio di borgata fino alle viscere che si trova, per un passato misterioso, a dover esercitare la sua professione tra le montagne della Valle d’Aosta. Il ritrovamento di un cadavere sulle piste del Monterosa-Ski, in un sentiero di rientro verso Champoluc, lo proietta tra le montagne e i suoi introversi abitanti. All’inizio l’impatto è pesante ed il vicequestore è decisamente un pesce fuor d’acqua come se fosse un Tomas Milian versione Er Monnezza sulla neve. Man mano che l’indagine si dipana, inizia a capire come sia possibile che della gente abiti quei posti favolosi e si integra, a suo modo, nella comunità diventando più simile ad un duro alla Philip Marlowe. Siamo davanti ad uno di quei personaggi dalla doppia valenza che non riesce ad essere soltanto l’eroe buono, immerso com’è in un passato pieno di errori e tragedie che non si vogliono dimenticare.

 

Antonio Manzini muove senza imbarazzo i suoi personaggi tra Er Monnezza e Marlowe ed il gioco gli riesce particolarmente bene. Si apprezzano particolarmente i personaggi secondari che ci raccontano quella comunità montana che ci appassiona così tanto durante la stagione sciistica: proprietari di rifugi, maestri di sci, gattisti,… In attesa che riparta, è la lettura ideale per uscire dalla noia della stagione senza neve che sta per arrivare (ma questo il commissario, …chiedo scusa: vicequestore, non sarebbe in grado di capirlo).

 

Pista nera” di Antonio Manzini (Sellerio editore, 2013)

 

Recensione a cura di Marco Donna (www.marcodonna.it)

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