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Quattro medaglie su sei alla Russia negli ski cross delle Universiadi

Quattro medaglie su sei alla Russia negli ski cross delle Universiadi
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Daniele Mosna

FreestyleFreestyle - Universiadi 2013

Quattro medaglie su sei alla Russia negli ski cross delle Universiadi

Tutto russo il podio della gara femminile mentre in quella maschile ha vinto il polacco Mateusz Habrat. Di seguito il comunicato dell'Ufficio Stampa.

Quattro delle sei medaglie in palio oggi sul Monte Bondone nel corso della prima gara di freestyle della Winter Universiade Trentino 2013 sono finite in Russia.

La prova di ski cross femminile è stata un monologo russo: Daria Nikolayeva ha preceduto le connazionali Violetta Kovalskaya e Viktoria Struk, con la belga Lyske Bruyninckx rimasta sorprendentemente ai piedi del podio.

In campo maschile, invece, si è imposto Mateusz Habrat (Polonia) che si è lasciato alle spalle Igor Omelin (Russia) e Jiri Cech (Repubblica Ceca). Solo quarto uno dei possibili aspiranti al successo, l'austriaco Chrstoph Stolz, mentre un altro dei papabili vincitori, lo spagnolo Gregorio Borja, è caduto a pochi metri dal traguardo nella batteria dei quarti di finale.

Il primo degli italiani è Matteo Murer, classe '86 di Selva di val Gardena, undicesimo. L'altro azzurro Nicola Giorgi, invece, è rimasto vittima di una rovinosa caduta prima dell'arrivo, immediatamente soccorso dai sanitari e trasferito al S.Chiara di Trento per gli accertamenti del caso, il giovane era cosciente ed ha persino scherzato con i medici.

Daria Nikolayeva, vincitrice dello ski cross femminile, ha 22 anni e studia educazione fisica: “Ero sicura di vincere - ha spiegato - Adesso provo a giocarmi la possibilità di andare alle Olimpiadi di Sochi”.

Anche Habrat è uno studente di educazione fisica: “Prima facevo sci alpino, ma mi piace l'adrenalina dello ski cross. Temevo Cech, Stolz e i russi, ma sapevo di avere buone chance di vittoria. Dedico la vittoria ai miei genitori e alla mia fidanzata Margaret".

Anche Jiri Cech, 20 anni, sognava la vittoria: “Con Habrat siamo allo stesso livello, ma lui ha treni anni in più di me ed ha più esperienza. E' stato bravo a sfruttarla”.

A giudizio di Matteo Murer, alla terza Universiade, la gara è stata “divertente e combattuta fino alla fine”. Terzo nella batteria dei quarti, l'italiano ha recriminato sulla partenza: “Ho puntato male la racchetta e sono uscito lento dal cancelletto”. “Mi sento di fare i complimenti all'organizzazione – ha voluto aggiungere – perché ha fatto un grande lavoro per allestire un tracciato degno di una competizione come le Universiadi”. Murer ha dichiarato che questa è l'ultima gara della sua carriera: adesso intende sfruttare il master in strategia per il business dello sport della Ca' Foscari di Venezia.

Twitter: @newswintersport

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