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Therese Johaug contro i media norvegesi: "Sull'asma fate disinformazione"

Sundby e Johaug padroni anche ai campionati nazionali norvegesi
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Sci NordicoSci di fondo - Norvegia

Therese Johaug contro i media norvegesi: "Sull'asma fate disinformazione"

In questi giorni la squadra norvegese di sci di fondo sta tenendo uno stage di allenamento in altura, a Livigno. Lunedì, durante una conferenza stampa con i media, Therese Johaug è sbottata all'ennesima domanda riguardo il tema dei farmaci anti-asmatici.

Ovviamente in Norvegia la squalifica di Martin Johnsrud Sundby per aver assunto un'eccessiva dose di salbutamolo, con relativa perdita della vittoria della Coppa del Mondo 2014-'15, ha aperto un forte dibattito sull'utilizzo e sull'eventuale abuso dei farmaci anti-asmatici.

Dato che tutto il mondo è paese, anche tra i fiordi i media generalisti si sono fiondati sull'argomento senza avere cognizione di causa in materia, facendo di conseguenza danni e vedendo il marcio in ogni dove, talvolta senza ragione.

Per mettere un freno all'isteria collettiva, la federazione norvegese ha addirittura dovuto istituire una commissione d'inchiesta in merito alla somministrazione dei farmaci contro l'asma.

In questo clima, la conferenza stampa dell'altro ieri tra fondiste e giornalisti ha avuto ovviamente un unico argomento. Esasperata dalla situazione e dai continui interrogativi in merito, Johaug ha lasciato da parte il politicamente corretto e parlato a ruota libera.

"Sono felice che sia stata istituita questa commissione d'inchiesta. Noi non abbiamo niente da nascondere e non abbiamo fatto niente di sbagliato.

Se io, che non ho lo status di asmatica, ho mai preso dei farmaci anti-asmatici? Quando mi sono ammalata e ho avuto infezioni alle vie respiratorie, i medici della squadra mi hanno prescritto proprio quel genere di medicine fino a quando non sono tornata sana. Ma è così che si cura quel genere di malanni.

Penso che stiate dando al fondo una reputazione che non merita. I farmaci anti-asmatici non migliorano le performance. Invece ascoltando i media in molti inizieranno a dubitare del fondo norvegese, e questo è molto triste".

Persino il medico della squadra Fredrik Bendiksen ha dovuto spiegare ai giornalisti quanto dovrebbe essere lampante: "È ovvio che se un'atleta sana e senza lo status di asmatica si ammala, la sua capacità respiratoria diminuisce perché inizia a tossire e si riempie di catarro. In quel caso si somministra la cura appropriata. Il mio ruolo come medico è stabilire come agire, se affidarsi a quel genere di farmaci ed, eticamente parlando, cercare di usarne il meno possibile. In generale non c'è nulla di illegale, se si rimane nel dosaggio consentito".

La parola chiave, infatti, è "dosaggio consentito". Non va dimenticato come Sundby abbia ricevuto una squalifica per aver abusato di un farmaco che può legalmente assumere, non per aver preso una sostanza proibita.

Evidentemente però, anche in Norvegia, l'immensa palude minata che corrisponde al tema del doping, fatta di mille sfaccettature e situazioni diverse, si conferma terreno fertile per chi vuole fare scandalismo.

Purtroppo però quando la fonte di (dis)informazione mette un piede in fallo, non salta per aria come meriterebbe, ma può continuare a far danni, infangando tutto e tutti anziché cercare di stanare il vero marciume.

Ques'ultima operazione però richiede fatica e soprattutto cognizione di causa. Qualità evidentemente assenti in chi mira solamente ad alzare il polverone, senza preoccuparsi di andare a fondo nelle questioni.

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