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Parallelo donne ok, quello maschile... meno: ancora polemiche per la "regola del mezzo secondo"

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2021 Getty Images

Sci Alpinocoppa del mondo 2021/22

Parallelo donne ok, quello maschile... meno: ancora polemiche per la "regola del mezzo secondo"

Le due gare di Lech/Zuers, le uniche di specialità in questa stagione, ripropongono la criticità di una disciplina che ancora non convince. E nel 2022/23 ce ne sarebbero quattro di paralleli in calendario...

Parallelo sì, parallelo no.

Il tema è sempre divisivo, anche se la maggior parte di atleti, addetti ai lavori e appassionati sono concordi nella definizione di una gara legata troppo al fattore casualità, anche se una squadra si sta provando a trovarla.

Il problema è sempre lo stesso, ovvero il divario che può crearsi a livello di qualità della pista su uno dei due tracciati nelle fasi finali: a Lech/Zuers, per la gara femminile di sabato scorso tutto è andato abbastanza bene, con le differenze che sono parse minime, ma ieri la sfida dei maschietti ha cambiato le carte in tavola. Vuoi per la nevicata del pomeriggio precedente e un manto diventato “colloso”, vuoi per i tanti passaggi sulla stessa pista anche nelle qualificazioni (alle quali hanno preso parte 57 atleti, sempre su doppia run), fatto sta che il tracciato rosso si è rivelato molto più veloce del blu nel momento decisivo.

Christian Hirschbuehl, quindicesimo crono al mattino, si è trovato nella situazione di gareggiare sulla pista rossa in tutte le run decisive (paradossalmente, grazie al suo tempo alto in fase di qualificazione), rimontando sempre i suoi avversari, sino alla semifinale con Kristoffersen e alla finale con Raschner, pur avendo accumulato oltre mezzo secondo di ritardo nella prima. E il punto, come accaduto nelle due gare mondiali di Cortina 2021, è sempre quello: la regola del ritardo massimo di 0”50, che doveva solo servire per “garantire” la sfida anche in caso di uscita di un atleta nella prima run, sta condizionando totalmente queste prove visto che il vantaggio di pista rischia di essere spesso più alto di quel mezzo secondo nella run che poi risulta decisiva.

Soluzioni? Levare la “regola del mezzo secondo” oppure permettere all'atleta col tempo migliore in qualificazione di poter scegliere, prima di ogni turno ad eliminazione diretta, il primo tracciato sul quale correre ma è chiaro che la sfida risulterebbe comunque falsata in danno del rivale.

La Svizzera è stata una delle poche nazioni ad esporsi in maniera davvero importante, tanto che i suoi big (Odermatt, Meillard e Murisier) se ne sono andati tranquillamente ad allenarsi in Colorado pensando alle gare di Lake Louise, così come hanno fatto tanti altri atleti, forse ancor di più nel settore femminile. Curiosamente, nessuno dei sei rossocrociati in gara domenica ha superato il taglio della fase mattutina.

Il futuro? Difficile capire cosa farà la FIS, la certezza per ora è che da qui a 12 mesi non vedremo più gare a livello individuale, con i soli team event alle Olimpiadi e alle finali di Coppa, ma l'investimento sul parallelo continuerà e, una volta tornati ad un calendario “normale” post Covid, il progetto per il 2022/23 è già nero su bianco, seppur passibile chiaramente di modifiche come abbiamo visto in questi due anni; parliamo di otto gare nella prossima Coppa del Mondo, quattro per il settore maschile e quattro per quello femminile. Lech/Zuers e il parallelo di Capodanno a Davos saranno “comuni”, con gli uomini impegnati anche in Alta Badia (cancellato quest'anno per fare spazio ad un secondo gigante sulla Gran Risa, scelta che ci auguriamo si ripeta...) e poi a Chamonix, mentre le donne tornerebbero a disputare la prova già vista a Sankt Moritz e poi a Sestriere, dove nel 2020 vinse Clara Direz.

Anche in quel caso, con un vantaggio clamoroso nella seconda run...

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