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Lara 8 anni dopo, raccontiamo la prima Gut partendo da quella folle discesa del 2 febbraio 2008...

Lara bis dopo 8 anni, raccontiamo la prima Gut
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Sci Alpinola storia di una campionessa

Lara 8 anni dopo, raccontiamo la prima Gut partendo da quella folle discesa del 2 febbraio 2008...

La conquista della seconda Coppa del Mondo rappresenta l'occasione giusta per ripercorrere, anche attraverso le parole della stessa fuoriclasse di Comano nel corso degli anni, una carriera per molti da predestinata, ma che la ticinese ha saputo plasmare in maniera unica, con una personalità fortissima. Alla prima discesa della carriera, salì sul podio a St. Moritz cadendo sul traguardo, poi le medaglie mondiali a 17 anni, gli infortuni, il legame straordinario con i genitori, il matrimonio con il calciatore Valon Behrami, l'addio ai social, la maledizione dei grandi eventi spezzata tra il 2021 e il 2022. Vi raccontiamo Lara, una campionessa unica.

Una fuoriclasse straordinaria, un carattere d'acciaio, una longevità agonistica invidiabile, il rapporto particolare col mondo esterno, la voglia continua di scoprire nuove lingue, culture, una classe pazzesca e un palmares che, dalla domenica di Saalbach, si è arricchito della seconda sfera di cristallo assoluta.

Lara Gut-Behrami è qualcosa di unico nel panorama del circo bianco, una campionessa per la quale è impossibile riassumere in un pezzo una carriera che, già solo a livello di CdM, è lunga oltre 16 anni e non è ancora finita.

E allora cerchiamo di farlo in maniera un po' differente, andando a riascoltarci i suoi racconti, leggendo i suoi sguardi nelle interviste del passato (che trovate su YouTube, in particolare sul canale di RSI Sport vi sono un sacco di contenuti), mai banale, sempre profonda, a volte dura, ma diretta.

I numeri li proviamo a riassumere rapidamente, visto che alle due coppe generali, distanti 8 anni l'una dall'altra (come solo Annemarie Moser-Proell dal 1971 al 1979, ma nel mezzo l'austriaca vinse gli altri suoi quattro trofei per un totale di sei, trovando pure il tempo per... ritirarsi), si aggiungono le quattro di super-g e la sua prima di gigante, resistendo al tentativo di rimonta di Federica Brignone, assieme alla quale esordì nel massimo circuito il 28 dicembre 2007, tra le porte larghe a Lienz, vivendo un percorso per certi versi simile e che continuerà ad essere parallelo venerdì prossimo nel super-g di Saalbach, dove Lara e Fede si sfideranno ancora per il trofeo di super-g (sarebbe il quinto per la ticinese, raggiungendo Lindsey Vonn).

Il giorno successivo, Gut-Behrami si giocherà anche la sua prima Coppa del Mondo di discesa, partendo dal pettorale rosso conquistato a Crans-Montana.

Solo nel 2021 la fuoriclasse rossocrociata ha spezzato la maledizione delle medaglie d'oro nei grandi eventi, firmando una straordinaria doppietta mondiale a Cortina tra super-g e gigante, per poi dominare nella sua specialità preferita anche a Pechino 2022 per coronare il sogno olimpico.

No, Lara non è mai stata banale neppure in pista, sin da quel 2 febbraio 2008 dove, alla prima discesa tra le “grandi” (e alla quarta gara in assoluto), fu clamorosa terza a Sankt Moritz cadendo a 50 metri dal traguardo, tagliato con un centesimo di ritardo (dopo aver lasciato almeno 3-4 decimi per il volo) dall'austriaca Maria Holaus, prima che arrivasse Tina Maze (un'altra campionessa leggendaria) col pettorale 47 a regolare tutte. Appena rialzatasi, la “prima Gut” ci regalò un sorriso meraviglioso, con il volto coperto dalla neve, felice come una bambina di avercela fatta, come se di quel centesimo di ritardo non gliene importasse nulla, e delle botte per la caduta neppure.

C'era tutto il suo spirito in quei secondi, un giovane fenomeno che si stava semplicemente divertendo andando forte, fortissimo, come dimostrò il giorno dopo concludendo quinta il super-g e poi, neppure un anno più tardi sulla stessa pista (era il 20 dicembre 2008), vincendo la sua prima gara di coppa col pettorale... n° 1. E l'ha fatto in super-g, non proprio una cosa banale senza alcun riferimento...

Da Lienz a Saalbach ieri, sono 369 gettoni in CdM con 90 podi di cui la metà esatta sono vittorie, 8 quest'anno come mai le era successo in un solo inverno.

Eppure, la strada di Lara è stata lastricata anche di problemi, in primis sotto forma di infortuni, da quello all'anca che le costò la partecipazione olimpica a Vancouver 2010, dopo le due medaglie mondiali a Val d'Isère 2009 da ragazzina (non aveva neppure 18 anni...), al crociato che saltò nel riscaldamento dello slalom per la combinata iridata di St. Moritz 2017, in una giornata grigia che diventò tremendamente buia. Sì, perchè a parte qualche lampo, per quasi 3 anni la fuoriclasse che ha riportato in Svizzera la Coppa del Mondo è stata l'ombra di se stessa. Tanti, troppi, la davano per finita eppure lei ci ha sempre creduto, senza parlare troppo, tenendosi tante cose dentro.

Un carattere che le ha trasmesso papà Pauli, che da Airolo ha assorbito la sua immensa passione per lo sci e, dopo essersi innamorato di Gabriella, originaria di Zone (in provincia di Brescia), l'ha trasmessa alla figlia (e al fratello di Lara, Ian, anch'egli sciatore), per la prima volta sugli sci, regalati dalla zia, quando aveva un anno e mezzo di vita.

Il team privato creato per e con Lara ha fatto discutere tanto, ma i Gut sono sempre andati avanti, rispettosi del lavoro di tutti e determinati come non mai.

Nel frattempo, la stellina cresciuta a Comano è diventata grande, ha trovato l'amore della sua vita nel calciatore Valon Behrami (sposato nel 2018), in un intreccio di etnie e culture che ha dato ulteriore linfa, esperienze a questa campionessa che ama tantissimo anche l'Italia, vivendo dal Ticino passando per Udine e Genova negli ultimi anni.

Dopo la prima Coppa del Mondo assoluta conquistata al termine dell'annata 2015/16, Lara raccontava ai colleghi della RSI, la Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana, di aver “fatto finta di fare cadere la sfera di cristallo, che spero proprio non rimanga l'ultima. Sono andata ad allenarmi a Zinal e la gente mi chiedeva se avessi con me la coppa. Sì, avevo il poster di Sonja Nef in camera”, parlando di tutta l'ammirazione proprio per colei che è stata l'ultima elvetica a vincere la Coppa di gigante (nel 2000/01 e 2001/02) prima di Gut-Behrami 24 ore fa. E quest'oggi, Sonja si è complimentata con un video speciale dedicato a Lara.

Nel giugno 2015, nel corso di una giornata di inizio giugno vissuta assieme ai ragazzi del suo fan club a Bellinzona, Lara si era aperta raccontando il rapporto con i suoi genitori. “Mio padre sciava, i miei nonni sono di Airolo, mia mamma docente di educazione fisica ed ecco che lo sport ha sempre fatto parte della nostra vita. Abbiamo viaggiato tantissimo, ma senza pensare allo sci nello specifico, io mi divertivo e basta ma questo sport è sempre stato semplice per me, come mangiare e andare a scuola. Poi ho iniziato a fare le gare e andare forte, ma i miei genitori volevano solo praticassi sport, non c'era l'idea di farmi diventare atleta, anche se a 16 anni mi sono già ritrovata in CdM”.

E ancora: “Dopo le due medaglie mondiali (del 2009, ndr) mi sono infortunata e questo mi ha permesso di crescere, anche se ad un certo punto volevo anche smettere perchè tutti pretendevano qualcosa da me. Pensate che mi ero arrabbiata tantissimo per una festa a sorpresa che avevano organizzato in Ticino, ma dopo l'incidente ero cosciente che il mio obiettivo era essere davvero una sciatrice, prima pensavo davvero solo a divertirmi e sciare. Quello che c'è attorno è il prezzo da pagare per avere questa libertà sugli sci, ma è la parte che non mi va troppo a genio”.

Questo aspetto, ovvero la visibilità mediatica che si lega ai social network, Gut-Behrami l'ha affrontato anche nel corso della sua ospitata a “Il Gioco del Mondo”, sempre sulle frequenze di RSI: era il settembre 2020, ancora in piena era Covid, Lara aveva già lasciato il mondo social. “Sono cresciuta sotto le luci dei riflettori, vedo mia nipote di 16 anni e se penso a me, dico che non è stato tutto facile in tema di privacy. Si dice che se sei un personaggio pubblico è normale ci si faccia gli affari tuoi, e invece no, non sta scritto da nessuna parte. All'inizio della mia carriera c'erano solo i siti internet; da una parte gli sponsor ti sostengono se ti mostri, ma la tua vita privata deve rimanere tale e dopo aver incontrato Valon, abbiamo fatto questa scelta.

L'abbiamo fatto per avere qualcosa di nostro, allontanandoci dai social. Per me è importante mantenere... noi, la nostra famiglia”.

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